Nuova Champions League, come funziona e quanto si guadagna

Una nuova Champions League più ricca e invasiva, con un numero maggiore di partite e che nelle intenzioni della Uefa dovrebbe allontanare il rischio di una scissione con la Superlega venendo incontro alle necessità dei club. Dal prossimo mese di settembre la competizione più importante del calcio europeo entra nel futuro e lo fa con un format allargato frutto di anni di trattative con la ECA (l'associazione dei club). Si comincia con un ciclo triennale fino al 2027, poi si vedrà.

Partiranno in 36 squadre al posto delle attuali 32 con accesso dai campionati nazionali (25 direttamente), dai playoff (7) e dalle altre coppe europee perché ci saranno wild card per la detentrice, per chi ha vinto l'Europa League nella stagione precedente e anche 2 slot assegnati attraverso il ranking Uefa.

Spariscono i gironi eliminatori, si forma un unico grande gruppo a 36 in cui ogni squadra gioca un minimo garantito di 8 partite, metà delle quali in casa con relativi incassi. Come si scelgono le avversarie? Le iscritte saranno divise in quattro fasce di merito e ciascuna partecipante sfiderà due avversarie per ciascuna delle fasce. Possibili i derby nazionali, ma al massimo uno e non di più. Le prime 8 della classifica accederanno direttamente agli ottavi di finale mentre quelle piazzate dalla 9° alla 24° posizione dovranno passare attraverso un playoff con le migliori (9°-16°) teste di serie.

Poi ottavi di finale, quarti, semifinali e finale. Attenzione: chi esce dalla prima fase non va in Europa League come accaduto fino ad ora. La sua avventura europea si chiude semplicemente a metà stagione.

NUOVA CHAMPIONS LEAGUE: I PREMI

La nuova Champions League mette in palio un montepremi aumentato rispetto al passato: 2,47 miliardi di euro destinati ai club partecipanti con un plus di quasi mezzo miliardo rispetto al ciclo precedente. La torta viene suddivisa così: bonus partecipazione (670 milioni), risultati in campo (950), market pool televisivo e ranking storico (850). Cresce il peso delle performance sportive, cala quello dei mercati televisivi e della storia.

La cifra massima per chi vince, dovesse essere al top in tutte le voci, sale a 155 milioni di euro. Ma quello che interessa maggiormente alle società è che cresce il minimo garantito grazie al maggior numero di partite con relativi introiti da ticketing e diritti tv accresciuti.

Il bonus partecipazione per le 36 che staccano il biglietto d'accesso diventa 18,6 milioni di euro contro gli attuali 15,6. Ogni vittoria nel gruppo a 36 vale 2,1 milioni e ogni pareggio 0,7. C'è un premio ulteriore per chi chiude nelle prime 8 posizioni (2 milioni) e un assegno garantito anche alle altre (1). Più un meccanismo legato al piazzamento nei rispettivi campionati nazionali che consente di guadagnare da 1 a 10 milioni di euro.

Il passaggio agli ottavi di finale è premiato con un assegno da 11 milioni, poi si va in progressione: i quarti valgono 12,5, le semifinali 15, l'accesso alla finale 18,5 che diventano 25 in caso di vittoria con la certezza di aggiungerne altri 4 con la partecipazione alla Supercoppa Europea (5 in caso di vittoria).

Capitolo market pool e ranking storico: il peso complessivo cala, ma ci sono in ballo comunque 850 milioni di euro e a decidere sarà una 'classifica' che tenga insieme sia i risultati degli ultimi anni che il valore del mercato televisivo di provenienza. Ogni club può acceder ad altre decine di milioni con un sistema delle 'quote' già sperimentato per il ranking storico nell'ultimo ciclo della Champions League.

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