Ces 2020, ora le cuffie si sintonizzano con le nostre orecchie

da Las Vegas

Alla fine, non è altro che logica. Una camicia o un paio di scarpe di un'identica taglia non calzano sempre a pennello, a qualcuno stanno bene, ad altri meno. Così avviene con le cuffie: a parità di sorgente audio ed eccellenza costruttiva, la resa sonora può essere più o meno soddisfacente. Perché le caratteristiche delle orecchie, come i piedi o un corpo, variano da persona a persona. Per questa ragione, Harman ha deciso di rendere l'audio personalizzabile come un abito su misura. Senza bisogno di rivolgersi a tecnici o ingegneri di volta e in volta e, soprattutto, senza sostenere alcuna spesa supplementare. Basta seguire poche istruzioni su una app su uno smartphone, rispondere a un rapido questionario (ci viene chiesto, tra le altre cose, di indicare sesso ed età), infine sottoporsi a un breve test acustico. A questo punto, il gioco è fatto: delle cuffie buone o ottime sulla carta, diventano eccellenti in concreto. Perché tarate sulle caratteristiche dei nostri timpani.

Due anni di studi

«Ci abbiamo messo due anni. Abbiamo condotto studi approfonditi per sviluppare un algoritmo capace di adattare in automatico il suono a ogni singolo ascoltatore» racconta a Panorama.itDamon Johnson, responsabile globale per la categoria cuffie di Harman. Una volta finito il test sul telefonino, l'equalizzazione viene trasmessa alla cuffia per rifinirne le impostazioni: «Ovviamente i risultati non sono scolpiti all'interno del prodotto. Si può ripetere l'operazione ogni volta che si vuole». Per esempio, per prestare la cuffia a un amico o un familiare. Questa tecnologia ha un nome, si chiama Personi-Fi (il riferimento alla personalizzazione dell'alta fedeltà è immediato) e sarà disponibile a partire dalla primavera sulla nuova serie Club, che vanta diverse caratteristiche molto interessanti.

Ces 2020, le novità di Harman

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Le cuffie della serie Club permettono di aggiustare la qualità sonora, calibrandola sulla base dell'udito di ogni singolo ascoltatore.


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Quello degli auricolari senza fili è stato uno dei trend tecnologici più solidi degli ultimi tempi. JBL lo interpreta con due varianti di prodotti. La prima ha il design allungato delle Tune 220TWS, dal prezzo molto competitivo (sui 100 euro), 19 ore di autonomia e piena integrazione con gli assistenti vocali.


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In alternativa, per chi preferisce un look più aggraziato, meno sporgente, ecco le JBL Live 300TWS, con resistenza all'acqua, il che le rende valide alleate nell'attività sportiva.


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Con la nuova serie Quantum, JBL fa il suo ingresso nel settore delle cuffie per il gaming. Lo sviluppo è stato lungo e ossessivo, per ottenere una qualità sonora in grado di esaltare gli appassionati. Che da un prodotto del genere si aspettano la capacità di restituire il minimo dettaglio che scorre sul video.


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L'evoluzione della specie di un'icona contemporanea. La Boombox 2 di JBL è la nuova versione dell'ormai iconico speaker portatile. La batteria raggiunge le 24 ore di durata, resiste all'acqua, il suono è robusto e rotondo. E i bassi vibrano di carattere.


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La geniale Bar 9.1 di JBL. Una soundbar con due diffusori staccabili, a batteria, da piazzare dietro gli spettatori solo per il tempo della visione e riattaccare alla base quando non servono.


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Il SoundStick 4 di Harman Kardon riprende la forma di uno storico diffusore dell'anno 2000.


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Anche qui siamo nel territorio dei ricordi, degli omaggi alla tradizione dell'audio. Ecco gli L82 Classic di JBL, che richiamano gli speaker L100 presentati nel 1970, i più venduti in assoluto dalla casa americana. Il loro design cattura ancora oggi.


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La Horizon 2 di JBL è l'evoluzione di una sveglia intelligente. Ha un doppio allarme, un ampio schermo a Led, sensori che ne regolano la brillantezza in base alla luminosità della camera da letto, radio sia FM che digitale, speaker integrati dai bassi possenti.


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Gli eleganti diffusori senza fili Citation Oasis e Citation 200 di Harman Kardon.


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Il giradischi N° 5105 di Mark Levison unisce un'elevata precisione a un look curato d'ispirazione industriale.


Anche il silenzio è su misura

A colpire in particolare è il top di gamma, Club One, che sarà in vendita a 350 euro. Oltre alla batteria da record, fino a 45 ore di autonomia, gli assistenti vocali di Google e Amazon, i controlli touch e altre specifiche consuete nei modelli di punta di JBL, c'è una cancellazione attiva del rumore che è stata ripensata e arricchita. «Grazie a un sistema di microfoni presenti sia all'interno che all'esterno della cuffia, la cancellazione del rumore viene riaggiustata 50 mila volte al secondo. Così è la migliore possibile in ogni singolo istante» ci spiega Johnson. Immaginatevi di essere su un treno: in un certo momento il passeggero accanto a voi sta parlando al telefono, quello successivo c'è un annuncio, un attimo dopo la carrozza su cui siete entra in galleria. La cuffia capta senza sosta i dintorni e fa sì che le impostazioni siano, ancora una volta, personalizzate. Stavolta non alla vostra capacità di percepire il suono, ma affinché rumori molesti non vi disturbino.

Ispirazione elettronica

Le cuffie Club sono un prodotto che danno una sensazione di lusso ed eleganza, con un design che strizza l'occhio all'universo della musica elettronica. Sono state realizzate in collaborazione con grandi dj, a partire dal re della trance Armin Van Buuren. Hanno vari dettagli di pregio, come l'archetto in pelle parecchio morbido al tatto e dunque comodo a contatto con la testa, ma il trucco migliore è quello che non si vede: «Abbiamo usato materiali come il grafene che è leggero e rigido allo stesso tempo, per una resa sonora più accurata».

Quando l’audio non è un gioco

JBL, che ha appena annunciato di avere venduto 100 milioni di cuffie, al Ces ha anche fatto il debutto nella categoria dei dispositivi audio per gli appassionati di videogame, svelando le sue Quantum. Quello delle cuffie per il gaming è un mercato potenziale da 2,8 miliardi di dollari entro il 2023 con un tasso di crescita annuo di vendite di circa il 19 per cento, il pubblico raggiungibile è di 2,4 miliardi di persone che si divertono con console, pc e dintorni. E, specie se molto appassionati, sanno essere tremendamente esigenti. Non è solo fanatismo: percepire o perdere un dettaglio, sentire un nemico avvicinarsi alle spalle, può essere decisivo per vincere una partita.

Dimmi dove guardi, ti dirò cosa senti

Le cuffie Quantum hanno un effetto surround integrato, non uno qualunque, bensì una sua interpretazione sviluppata e raffinata da JBL, che punta a livelli di precisione ossessiva. A bordo c'è un meccanismo che traccia i movimenti della testa del giocatore e aggiusta il suono in base a dove stanno guardando i suoi occhi. Così è un attimo sentirsi davvero dentro il campo di battaglia. Inoltre, l'audio può essere equalizzato in funzione della tipologia di titolo con cui ci si sta cimentando. Perché uno stadio strapieno di tifosi o un'apocalisse di zombie non sono lo stesso caos.

Surround sì, fili no

Assieme al software, quest'anno al Ces Harman ha puntato molto anche sulla parte hardware. In maniera parecchio originale. La JBL Bar 9.1 True Wireless Surround Sound, per esempio, fa quello che promette il suo nome chilometrico: assicura un effetto suono surround senza intasare il salotto di fili. La questione è vecchia: da quando il minimalismo del design contemporaneo (e l'allergia ai cavi domestici) ha fatto diventare un imperativo categorico strizzare un audio avvolgente dentro un diffusore solo, se ne sono viste di tutti i colori. O meglio, se ne sono ascoltate di tante varianti, spesso con prestazioni poco soddisfacenti.

Tre diffusori, ma solo quando serve

JBL rimette in ballo la moltiplicazione dei diffusori, però con il trucco. Sono una coppia e sono staccabili dalla soundbar con un rapido gesto; funzionano a batteria, si dispongono dietro il divano o la poltrona per il tempo di un film o una partita e poi si riattaccano alla soundbar fino all'uso successivo. Abbiamo sentito una dimostrazione, con le due casse accese e spente. La differenza, davanti a una pioggia di frecce o il decollo di un aereo che arrivava alle nostre spalle, è sostanziale. Abbiamo alzato la mano, abbiamo chiesto se devono essere a un'altezza ideale dietro agli spettatori o va bene una qualunque. Per dire, meglio su una sedia, una mensola o un mobiletto? La risposta dell'ingegnere di Harman: grazie a un sistema di microfoni integrati, non importa. Si adattano a qualunque arredo. Come? Fanno rimbalzare il suono nella stanza e aggiustano le loro impostazioni in base alla posizione in cui, di volta in volta, si trovano. A pensarci bene, torna il discorso della personalizzazione totale dell'audio: stavolta non dentro le orecchie, ma tutt'intorno a noi.

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