Cartoon Ladies: quando niente è come sembra

FLORENCE E LE ALTRE – Donne e cartoni animati. In libreria è appena uscito Cartoon Ladies. Le dive del cinema d’animazione americano (Tunué, 9,70 euro), un librettino a prima vista semplicemente divertente e ludico che descrive con gossip e aneddoti gustosi le eroine dei più famosi film a cartoni americani.

Carino da segnalare in un blog al femminile.

Niente di più? Proprio per niente! Perché Federica Zancato, trentenne torinese redattrice cinematografica e organizzatrice di eventi per il festival Piemonte Movie, nonché autrice del saggio, nell’introduzione spiega come lo studio system hollywoodiano (la macchina del cinema nata negli Anni 20 per decidere cosa proporre al pubblico), avesse programmato tutto.

Negli Anni 20, al cinema negli Usa vanno soprattutto le donne. E allora nascono le prime flapper, attrici moderne, emancipate, a tratti spregiudicate. Gloria Swanson, Joan Crawford e Clara Bow in carne e ossa, Betty Boop e Olivia di Braccio di Ferro nei cartoon.

Alla fine degli Anni 30, dopo che le donne si sono un po’ emancipate, c’è il ritorno alla femminilità “da matrimonio”: sessualmente pura, domestica, sottomessa all’uomo. La disneyana Biancaneve. Con la Warner Bros, poi, arrivano personaggi animati che interagiscono tra loro con violenza, rapidità ed esasperazione caricaturale (Daffy Duck, Willy il Coyote, Silvestro). E le donne scompaiono.

Oggi la situazione non è migliorata. Anzi. Il target di riferimento per le serie a cartoni sembrano essere i maschi dai sei ai dodici anni: secondo uno studio effettuato dal Geena Davis Institute of Gender Media i personaggi maschili risultano essere il doppio di quelli femminili, peraltro relegati, a parte qualche caso sporadico, in ruoli descritti come “nerdy & needy”, “secchione e bisognose d’affetto” secondo Jan Nadel, un altro studioso della questione. Poco diverso dalla fine degli Anni 30, insomma.

Beh… Che dire? Buona lettura!

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