Il calciomercato (invernale) dei poveri e disperati

Non c'è un euro o quasi. E in più non c'è nemmeno il Decreto Crescita svanito insieme ai botti di Capodanno, quella misura che dal 2019 consentiva alle società italiane di andare a pescare italiani e stranieri all'estero risparmiando qualcosa in termini di tasse: cancellato tra mille polemiche dal Governo e finito direttamente nei budget e piani di mercato dei dirigenti del pallone nostrano. Non sarà un gennaio da leoni, ma la Serie A si è ormai abituata a essere marginale nel panorama europeo e mondiale quando si tratta di mettere mani al portafoglio.

Del resto già il gennaio 2023 era stato periodo di vacche magre e non c'è ragione per ritenere che lo scenario possa migliorare adesso. In sintesi: in pochi si muoveranno, tutti andranno a caccia di soluzioni low cost o gratuite e chi opererà lo farà più per disperazione che per altre ragioni. Tradotto: chi rischia di stare fuori dall'Europa che conta, con i suoi fatturati arricchiti dai premi della super Champions League, o chi rischia di retrocedere in Serie B perdendo i ricavi dei diritti tv sarà spinto a spendere. Gli altri rimarranno alla finestra a meno di occasioni a prezzo di saldo.

Dunque, se un anno fa le nostre società allentarono i cordoni della borsa per circa 24 milioni di euro (dati ufficiali FIFA) con un saldo positivo di 40, è da immaginare qualcosa di simile oggi anche se il mercato mondiale avanza rapido. Nel 2023 invernale la Serie A fu fuori dalla Top10 per spese in una finestra da record a livello mondiale (1,46 miliardi di euro investiti di cui 1,3 da club europei): la tempesta Covid è passata ovunque ma non da noi.

Chi si muoverà? Detto che la Juventus e la Roma hanno vincoli di bilancio stringenti che consigliano prudenza assoluto (e Allegri si è innamorato della sua squadra di ragazzi che sta lottando per lo scudetto con l'Inter), ecco la lista di chi pare disposto a investire. L'Inter deve coprire un buco a destra e lo farà con il canadese Buchanan, anticipando di fatto un colpo estivo grazie ai risparmi dell'agosto 2023 dentro un lungo periodo in cui il saldo deve essere sempre zero o positivo. Il Milan (Gabbia di ritorno dal Villarreal e Terracciano forse) si muove per coprire le emergenze difensive ma senza fretta e con pochissimo budget.

La Lazio dipende dalle uscite, l'Atalalanta (Hien dal Verona) prosegue con la logica dei giovani da sviluppare per poi rivendere, la Fiorentina pare a posto così e il Bologna deve lavorare per evitare pericolose fughe dei suoi talenti più in vista. Poi c'è il Napoli di De Laurentiis, precipitato dal sogno scudetto all'anonimato del centro classifica. Il presidente si è scusato con i tifosi e ha promesso un massiccio intervento sul mercato per cercare di salvare il salvabile: Mazzocchi dalla Salernitana (preso), Samardzic dall'Udinese (vicino) e un difensore centrale di peso (Dragusin che piace anche in Premier League) gli obiettivi per rifare mezza squadra e dare a Mazzarri la chance di correre per la Champions League.

Gli altri? Attenzione ai movimenti in coda alla classifica. La logica dice che chi rischia la retrocessione dovrebbe correre ai ripari, nella realtà a volte si vende per evitare di svendere a giugno una volta scivolati in Serie B. Può sembrare un controsenso ma non lo è in un calcio in cui la priorità per tutti rimane sempre e comunque stare in piedi ed evitare bagni di sangue economici.

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