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Tecnologia

BlackBerry: i motivi che ne hanno decretato la fine

Da RIM a RIP, verrebbe da dire. Blackberry, la società che dal 2013 ha raccolto l’eredità di Research in Motion (per tutti RIM), ha annunciato che non produrrà più telefonini, almeno internamente. D’ora in avanti tutti gli eventuali prodotti con il marchio della Mora verranno realizzati da una società terza, l’indonesiana PT BB Merah Putih.

È l’ultimo chiodo sulla bara che raccoglie ciò che resta di una società un tempo davvero molto gloriosa. Oggi, le quote di mercato di Blackberry sono tendenti allo zero (gli ultimi rilevamenti di Gartner parlano di un misero 0,2%) ma c’è stato un momento – nemmeno troppo lontano – nel quale un telefonino su cinque aveva il simbolo della doppia B. C’è persino chi sostiene (chi scrive è fra questi) che il fenomeno smartphone abbia preso piede proprio grazie alle intuizioni del marchio di Waterloo; furono i BlackBerry, ancor prima degli iPhone, a farci capire che potevamo pretendere molto di più da un telefono cellulare.

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry 950 - Sviluppato in due versioni: Exchange Edition e Internet Edition. La prima permetteva di collegarsi agli account di posta aziendali, la seconda agli altri

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

RIM
BlackBerry 5810 - Il dispositivo che ha dato il via all'era dei BlackBerry. Un difetto? Per telefonare bisognava utilizzare per forza gli auricolari

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry 7500 - Uno dei primi telefoni ad avere il GPS, nella variante 7520, Bluetooth e 16 megabyte di memoria interna

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

RIM
BlackBerry 7100 - Il primo con finta tastiera QWERTY è un telefono che ha il Bluetooth e si sincronizza con Microsoft Exchange e Lotus Notes

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry Curve 8300 - Introdotto a maggio del 2007, prosegue la linea di semplificazione di linee e forme introdotta da RIM con il Pearl

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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La serie Peal (qui l'8100) è stata uno dei più grandi successi di RIM. Tra le sue fila contiamo il Pearl 8100. 8110, 8120, 8130, 8220, 8230, 9100, 9105. I punti di forza? La fotocamera e il media player

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry 8800 - La tastiera ritorna completa e finalmente lo si può utilizzare come navigatore grazie al modulo GPS e alle mappe complete in dotazione

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry Curve 8520 - Il primo ad avere, al posto del piccolo joystick centrale, il Touch Sensitive Optical Track, ovvero un tastino su cui spostare il dito per navigare tra i menu. Successone

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry Curve 8900 - Realizzato a inizio 2009 è un quad-band GSM/GPRS/EDGE con una fotocamera da 3.2 megapixel, porta micro-USB e Wi-Fi

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry Curve 9300 3G - Un dispositivo di fascia media ma il primo ad avere connessione UMTS. Il sistema operativo è BlackBerry OS 6

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

RIM
Blackberry Curve 9380 - Qui RIM ha capito di dover svoltare pagina. Il primo BlackBerry senza tastiera. Nonostante qualche critica da parte di portali abituati a ben altro, il telefono si ritaglierà la sua fetta di mercato.

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry Storm - Il primo competitor di iPhone e Android (all'epoca l'HTC G1) è il telefono dallo schermo "basculante", ovvero che si piegava da un lato o dall'altro alla pressione. Scelta estrema e per questo non molto apprezzata

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

BlackBerry Bold 9900 - Un vero segno di distinzione. Il modello 9900 aveva una tastiera quasi perfetta, dimensioni ergonomiche e materiali di costruzione di pregio.

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

RIM
BlackBerry Style 9670 - Un'altra novità: il primo BlackBerry con apertura a conchiglia e tastiera QWERTY estesa. Diverse le colorazioni e i temi disponibili per la personalizzazione della scocca

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

SimonQ錫濛譙, Flickr
BlackBerry Torch 9800 - Certo non si può dire che RIM non le abbia provate tutte. Questo era il primo dispositivo BlackBerry a slitta. Ma la novità era un'altra: la perfetta integrazione con i social network

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

RIM
BlackBerry Porsche Design - Di sicuro uno smartphone non per tutti, a partire dal prezzo (sui 1500 euro al lancio) poi per materiali e forme, ricercate e assolutamente "uniche"

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

BlackBerry Z10 - Il primo a montare il sistema operativo 10, che sfrutta a pieno lo schermo touch e le gesture. Il nuovo CEO arriverà dopo il lancio dello Z10 e dello Q10, modelli su cui l'azienda puntava molto ma che non hanno soddisfatto le attese

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

BlackBerry Limited
BlackBerry Z30 - Uno smartphone full touch di fascia alta con display da 5 pollici Super AMOLED, processore quad-core e fotocamera da 8 megapixel.

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

BlackBerry
BlackBerry Q5 - Il terzo della serie 10 è stato annunciato lo scorso maggio ed è il tentativo di raggiungere anche i più giovani, grazie alle colorazioni sgargianti

BlackBerry: i 20 modelli che hanno fatto la storia

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BlackBerry Passport - L'ultimo nato dell'azienda canadese. Il display quadrato da 4,5 pollici non è semplice da accettare ma la tastiera QWERTY (che può essere usata a sfioramento per scorrere le pagine) e l'arrivo dell'Amazon App Store potrebbero rappresentare la vera rinascita del brand.

Un'altra vittima dell'iPhone ?
Col senno di poi vien facile dire che BlackBerry si sia spenta per gli stessi motivi che poco tempo fa hanno portato all’implosione del marchio Nokia. Uno su tutti: non aver capito a tempo debito quali profonde trasformazioni aveva innescato l’uscita dell’iPhone, nel 2007. Trasformazioni sul piano dell’interazione – dai tasti fisici al touch screen – ma anche sul piano della fruizione dei contenuti, basti pensare a ciò che è successo con l’avvento dell’App store e dei vari supermercati delle applicazioni.

A condizionare le sorti di BlackBerry non è stato però solo l’arrivo del Melafonino di Steve Jobs. Ripercorrendo a ritroso tutta la storia del marchio scopriamo infatti che ci sono almeno altri due gravi errori che hanno portato la società al fatidico punto di non ritorno.

Il primo: essersi convinta, a un certo punto del proprio cammino, di poter piacere a tutti. C’è stato un momento, verso la fine della scorsa decade, nel quale Blackberry ha rinnegato il suo passato di azienda tagliata per il mondo aziendale per “buttarsi” – è il caso di dirlo – nel mondo consumer. Lo ha fatto sottovalutando una serie di rischi che questa avventura comportava, soprattutto sul piano dei costi. Il risultato finale è stato quello di rinforzare la casistica di quel detto secondo cui chi vuol piacere a tutti finisce per non piacere a nessuno. I prodotti BlackBerry nati dal 2010 in poi non hanno convinto (quasi) nessuno, né gli utenti consumer, che li consideravano troppo seriosi rispetto all’iPhone e agli terminali Andorid, né gli aficionados del marchio, poco propensi dal canto loro a sacrificare certi solidi principi tipici del mondo BlackBerry (efficienza, sicurezza, batteria) in ragione di un sogno utopistico.

Gli errori sul software e la diaspora degli sviluppatori
Il secondo: aver compreso troppo tardi quanto fosse rilevante il ruolo del software nello sviluppo dei nuovi prodotti. Mentre Apple e Google gettavano le basi di quello che sarebbe diventato a tutti gli effetti il duopolio dei sistemi operativi (iOS-Android), BlackBerry restava incantata sulla progettazione del “pezzo di ferro”, un aspetto che nel frattempo diventava sempre più marginale in virtù anche della delocalizzazione delle produzioni in Cina e negli altri paesi orientali.

Quando la società ha aperto gli occhi, la concorrenza era già scappata via. BlackBerry 10, il primo vero sistema operativo crerato dalla società della Mora per competere con Android è iOS è uscito già vecchio, e non solo per ragioni tecniche. Era arrivato in un momento (correva l'anno 2013) in cui buona parte dell’utenza si era già affezionata ad altre piattaforme.

Questa condizione di piattaforma subalterna ha fatto sì che i programmatori - col passare del tempo - smettessero di preoccuparsi delle applicazioni per il mondo BlackBerry. Il segnale della resa definitiva è arrivato lo scorso mese di marzo con l’annuncio di WhatsApp della fine del supporto a tutti i dispositivi BlackBerry. Quasi uno sfregio per un’azienda che sulle comunicazioni testuali aveva costruito la sua cifra. Stilistica, ma anche di guadagno. 

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