Bini Smaghi alla presidenza di ChiantiBanca

Un banchiere internazionale per una banca della campagna toscana. Lorenzo Bini Smaghi domenica, salvo sorprese, sarà eletto presidente di ChiantiBanca, l'aggressiva banca cooperativa di San Casciano Val di Pesa, in provincia di Firenze, che sta costruendo un polo del credito sempre più importante. Anche per questo serve un nome come quello di Bini Smaghi che peraltro oltre a essere fiorentino ha casa nel Comune di San Casciano, per il quale è stata appurata la compatibilità con un'altra e ben più importante carica che ricopre nel settore creditizio: la presidenza della francese Société Générale.

A pochi giorni dall'approvazione della riforma delle Bcc, i soci di ChiantiBanca domenica devono anche approvare la fusione con altri due istituti cooperativi, Banca Pistoia e Area Pratese, che portano il patrimonio del gruppo oltre quota 300 milioni di euro, bel al di sopra dei 200 milioni fissati dal governo come soglia minima per svincolarsi dalla riforma delle Bcc, trasformarsi in spa e proseguire da soli il proprio cammino.

E questo sarà proprio il compito più spinoso, che riguarda un'altra decina di banche cooperative. Nessuna di loro, a quanto risulta a Panorama.it, ha ancora potuto vedere le nuove regole di governance post-riforma né tantomeno i conti del nuovo aggregato. Si è parlato di decine di piccole Bcc a rischio, forse 50, ma quale sarà l'entità del capitale necessario a sanare le loro posizioni? In sostanza, si sa che pagando il 20% del patrimonio si può uscire dal gruppo Bcc e trasformarsi in spa, ma se restare nel gruppo - e quindi «soccorrere» le consorelle Bcc - costasse anche più di quel 20%? Ci sono soltanto 60 gioni per decidere se uscire o restare. Così le Bcc più grandi stanno pensando di presentare comunque un'istanza di trasformazione in spa, in attesa di vedere i conti del nuovo gruppo e capire chi e come comanderà. Poi ci sarà sempre tempo per dire di averci ripensato.

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