Il centro destra fa crac

Con il governo ai minimi termini, che ogni giorno che passa aggiunge un elemento alla collana delle brutte figure (quanto accaduto per il Commissario alla Sanità in Calabria anni fa da solo sarebbe costata la poltrona al Premier e aiutare suoi ministri) l'opposizione invece che approfittarne riesce nell'impresa di dividersi dando fiato e vita alla maggioranza.

I fatti. Da settimane Berlusconi sta aprendo ad una collaborazione con il governo, una cosa di per sé anomala... Ad esempio, sul Mes il Cavaliere non ha mai nascosto il suo si, unico nel centrodestra. Ma la cosa era rimasta lì, strana ma un unicum.

Da un paio di settimane però ecco l'accelerazione, politico-mediatica. Ricordate ad esempio il Cavaliere dipinto come il demonio, come il male assoluto, come il peggio del peggio. Dimenticate tutto. Gli stessi giornali, programmi tv, opinionisti oggi raccontano un Silvio diverso, uno «statista» con i suoi continui richiami all'unità nazionale, al «non è il momento delle polemiche», amplificati anche dal Quirinale. Sospetti che diventano qualcosa di concreto e di molto più grosso, oltre che di politicamente rilevante, pochi giorni fa.

Da una parte il leader di Forza Italia si dice pronto con i suoi a votare lo scostamento di bilancio. Salvini e Meloni non ci credono, ma non finisce qui. Perché la decisione di appoggiare (e forse salvare) la maggioranza soprattutto al Senato, arriva proprio nel giorno in cui il Parlamento approva un emendamento a favore di Mediaset nella sfida con i francesi di Vivendi. Do ut des è il ragionamento che non solo i leader di Fratelli d'Italia e Lega fanno. Perché all'interno di Forza Italia molti storcono il naso anche davanti agli attestati di approvazione arrivati dal Pd e da Renzi per l'apertura berlusconiana. Come si fa ad appoggiare un esecutivo così lontano, diverso, un vero e proprio nemico fino ad un mese fa, pensano alcuni? E così oggi tre parlamentari (ma potrebbero aumentare di numero nelle prossime ore) hanno lasciato Berlusconi per andare tra le braccia di Salvini.

«Mediaset non ha bisogno di aiutini», dice oggi il leader della Lega, Forza Italia risponde spiegando che la norma non è «ad aziendam» ma «a favore dell'Italia e dei posti di lavoro italiani». Ognuno è fermo sulle sue posizioni e lo strappo è ormai inevitabile. Non conta chi ha ragione o torto. Conta solo che il centrodestra, la gente che nel paese è maggioranza in queste ore è senza parole.

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