Nba: la storia della barba di James Harden

Tra i giocatori simbolo del playoff Nba 2015 ce n'è uno davvero inconfondibile, diventato personaggio per il suo modo di giocare e per la sua barba che lo rende immediatamente riconoscibile anche ai meno esperti di basket americano. Stiamo parlando ovviamente di James Harden, la guardia ex Arizona State che ha trascinato i Rockets a una finale di conference che non vedevano dai tempi di Hakeem Olajuwon – parliamo della stagione 96-97 – e diventato ormai uno dei migliori giocatori dell'intera lega – è arrivato secondo nella corsa all'Mvp – nonostante i suoi inizi di carriera non facessero per nulla presupporre una simile evoluzione della sua personalità, oltre che del suo gioco. 

L'evoluzione della barba di James Harden

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Harden nel 2009, nella sua prima apparizione con la maglia di Arizona State. A quei tempi la sua barba era appena accennata..

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James Harden nel 2007, ai tempi dell'High School, durante il McDonald's All American.

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Un Harden impacciato e leggermente in sovrappeso durante gli anni di college. L'idea di farsi crescere la barba è nata durante la sua esperienza in Arizona, per imitare l'ex play dei Warriors Baron Davis.

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Harden insieme a David Stern durante il draft 2009 nel quale venne scelto da Oklahoma con la terza chiamata.

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James Harden durante il suo anno da rookie, nel quale si comincia a vedere una prima crescita di quello che diventerà il suo tratto distintivo negli anni a venire.

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Il 2011 è l'anno della svolta per Harden, che diventa un giocatore fondamentale per i Thunder viaggiando a 16.8 punti di media.

L'evoluzione della barba di James Harden

L'urlo di Harden durante i playoff 2011. Ormai la sua barba è tale da far paura agli avversari...

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..intanto sugli spalti i tifosi cominciano a mostrare i primi cartelli "fear the beard".

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La barba di Harden lo segue fino a Londra dove vince, con Team Usa, l'oro olimpico nel 2012.

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A Houston, dove approda nel 2012, la barba di Harden è ormai lunghissima ed è il simbolo del leader dei Rockets.

IL BARBA Anche per questo in Nba si sta facendo strada la curiosa teoria secondo cui la crescita dei numeri dell'ex giocatore di Oklahoma sia andata di pari passo con quella della sua barba, che oggi rappresenta la maschera del supererore soprannominato "Il Barba", minuziosamente curata attraverso (dicono) il lavoro di uno specialista e mai "svestita" nonostante le curiose offerte arrivate negli anni – pare che un tifoso gli avesse offerto addirittura 80 mila dollari per radersi completamente... –.

LA STORIA In realtà, al di là dei presunti superpoteri della lanugine di Harden, è indubbio che il suo miglioramento di rendimento (soprattutto in fase offensiva) sia stato esponenziale se confrontiamo gli attuali 27,4 punti di media a partita con i 9,9 della sua stagione da rookie, o i 12,7 dei suoi tre anni con i Thunder. E se, come lui stesso aveva dichiarato, l'idea della barba era nata nel 2009, ai tempi del college ad Arizona State, come semplice emulazione di Baron Davis, ex playmaker di Golden State, è difficile non notare una qualche connessione tra la crescita dei peli del viso di Harden e l'evoluzione del suo aspetto fisico, e in generale del suo modo di stare in campo. Vedere per credere..

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