Bangladesh: chi sono i terroristi della strage di Dacca - FOTO

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Uno dei membri del commando che ha assaltato il caffè di Dacca, in Bangladesh, in una foto con kefiah in testa e kalashnikov in mano pubblicate dall'ISIS
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I terroristi del commando che ha assaltato il caffè di Dacca, in Bangladesh
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Uno dei membri del commando che ha assaltato il caffè di Dacca, in Bangladesh, in una foto con kefiah in testa e kalashnikov in mano pubblicate dall'ISIS
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Uno dei membri del commando che ha assaltato il caffè di Dacca, in Bangladesh, in una foto con kefiah in testa e kalashnikov in mano pubblicate dall'ISIS
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Uno dei membri del commando che ha assaltato il caffè di Dacca, in Bangladesh, in una foto con kefiah in testa e kalashnikov in mano pubblicate dall'ISIS

Il commando che ha assaltato il caffè di Dacca e ucciso 26 persone tra civili e poliziotti, tra cui nove italiani, era composto da cinque persone, di cui l'Isis ha pubblicato le foto con kefiah in testa e kalashnikov in mano.

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E ore dopo l'eccidio, emergono nomi e profili del terroristi: Akash, Badhon, Bikash, Don e Ripon, giovani non cresciuti in madrase, le scuole tradizionali dove si studia l'Islam e che educano al fondamentalismo, ma ricchi rampolli, che avevano frequentato istituti internazionali e rinomati.

Erano seguiti da tempo dalle forze dall'intelligence locale, ha fatto sapere l'ispettore generale della polizia del Bangladesh, AKM Shahidul Hoque. E intanto leindagini della polizia convergono su tre presunti complici del commando.

La strage di Dacca

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016: il cordoglio della popolazione per l'attacco terroristico al ristorante

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016: un militare con il nastro del lutto appuntato sulla camicia, dopo l'attacco terroristico al ristorante

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016: il cordoglio della popolazione per l'attacco terroristico al ristorante

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016: il cordoglio della popolazione per l'attacco terroristico al ristorante

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016: il cordoglio della popolazione per l'attacco terroristico al ristorante

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016: il cordoglio della popolazione per l'attacco terroristico al ristorante

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.ANSA/ MAURIZIO SALVI

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016 - Agenti di sicurezza fuori dal locale assaltato dai terroristi dell'Isis

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016 - Agenti di sicurezza fuori dal locale assaltato dai terroristi dell'Isis

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Dacca, Bangladesh, 3 luglio 2016 - Agenti di sicurezza con un diplomatico giapponese fuori dal locale assaltato dai terroristi dell'Isis

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016

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Personale della sicurezza del Bangladesh presidia la Rd 79, House 5, Gulshan 2 di Dacca dove si trova il ristorante Holey Artisan Bakery attaccato da un commando terrorista che ha ucciso 20 persone, fra cui nove italiani, 3 luglio 2016.

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Abinta Kabir, studentessa della Emory University, in Georgia, e originaria del Bangladesh, tra le vittime della strage di Dacca, in una foto tratta da Facebook.

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Faraaz Hossein, studente della Emory University, in Georgia, e originario di Dacca, tra le vittime della strage di Dacca, in una foto tratta da Facebook.

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Le vittime italiane della strage di Dacca, da sinistra e dall'alto in basso: Cristian Rossi, Vincenzo D'Allestro, Maria Riboli; Nadia Benedetti, Simona Monti, Marco Tondat; Adele Puglisi, Claudio Cappello, Claudia D'Antona.

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Una foto combo di sei delle 9 vittime italiane della strage di Dacca, da sinistra in senso orario, Adele Puglisi, Cristian Rossi,Nadia Benedetti,Claudia D'Antona,Simona Monti e Marco Tondat.

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Claudia D'Antona e' una delle nove vittime italiane nell'attentato a Dacca, in una foto tratta da Linkedin.

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Simona Monti, una delle vittime della strage jihadista a Dacca,in una foto tratta da Linkedin

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Adele Puglisi vittima italiana nell'attentato a Dacca, in una foto tratta da Facebook

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Marco Tondat, una delle vittime dell'attacco a Dacca, in Bangladesh, in una foto tratta da Facebook

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Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore friulano, una delle vittime dell'attacco a Dacca, in Bangladesh, in una foto tratta da Linkedin

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Gianni Boschetti, l'italiano sfuggito all'attacco a Dacca, in una foto tratta da My Space

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Nadia Benedetti, la 52enne originaria di Viterbo vittima dell'attentato terroristico di Dacca, in una foto tratta da Facebook

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Cristian Rossi, una delle vittime dell'attacco a Dacca, in Bangladesh, in una foto tratta da Linkedin. Rossi, 47 anni, imprenditore, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro.

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Dacca, Bangladesh, 2 luglio 2016 - Agenti di sicurezza fuori dal locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bangladesh, 2 luglio 2016 - Agenti di sicurezza fuori dal locale assaltato dai terroristi dell'Isis

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Dacca, Bangladesh, 2 luglio 2016 - Agenti di sicurezza fuori dal locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bangladesh, 2 luglio 2016 - Ambulanza fuori dal locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bangladesh, 2 luglio 2016 - Agenti di sicurezza fuori dal locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bangladesh, 2 luglio 2016 - Nei dintorni del locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis . EPA/STRINGER

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Dacca, Bangladesh, 2 luglio 2016 - Agenti di sicurezza fuori dal locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Forze di sicurezza all'esterno del caffè assaltato a Dacca (Bangladesh), 01 luglio 2016.

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Soccorsi a un ferito davanti al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - I soccorsi a un ferito vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Un poliziotto ferito davanti al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bangladesh, 1 luglio 2016 - Un poliziotto ferito davanti al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Dacca, Bamgladesh, 1 luglio 2016 - Agenti di sicurezza vicino al locale assaltato da un gruppo di terroristi dell'Isis

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Il locale di Dacca dove un commando ha preso diversi ostaggi

(post in aggiornamento)

La polizia ha trovato nella tasca di uno dei terroristi uccisi un appunto con su scritto l'indirizzo di casa di Hasnat Karim, il professore fermato ieri sera perché identificato come il misterioso uomo calvo notato da testimoni oculari e ripreso in alcune immagini a parlare con due dei terroristi sulla terrazza del ristorante alle 5.00 nella notte della strage. "Lo abbiamo preso in custodia", ha spiegato al Telegraph Mahbub Alam, un detective della polizia di Dacca. "Abbiamo trovato un appunto nella tasca di un militante ucciso in cui era scritto l'indirizzo di casa di Hasnat", ha detto. L'uomo è stato interrogato, la sua casa perquisita e un suo computer portatile sequestrato.

Karim ha studiato diversi anni in Gran Bretagna, dove ha anche frequentato la facoltà di Ingegneria Civile alla Queen Mary University di Londra. Secondo le indagini Karim ha trascorso 10-12 anni nel paese, poi è tornato in Bangladesh e ha insegnato alla North South University (NSU) a Dacca nel 2012, considerata la più importante università privata del paese, prima di entrare in affari col padre nel settore dell'ingegneria civile.

Secondo gli investigatori il professore avrebbe potuto conoscere i terroristi. Nibras Islam, uno dei terroristi autore della strage ha studiato alla NSU tra l'estate 2011 e la primavera del 2012. Stesso periodo in cui era li anche Karim. Ad Hasnat Karim che la sera della strage era nel locale con la moglie e due bambini è stato permesso dai terroristi alle 7:00 di lasciare il ristorante, circa mezz'ora prima che l'esercito prendesse d'assalto l'edificio. Da allora è stato identificato come il misterioso uomo calvo notato da testimoni e ripreso in alcune immagini amatoriali mentre parlava con due dei terroristi sulla terrazza del ristorante intorno alle 5:00 del mattino.

A preoccupare gli inquirenti c'è anche il fatto che nel 2012 il fermato fu citato insieme ad altri tre professori della NSU che si sospettava avessero contatti con il movimento clandestino Hizb-ut-Tahrir. Inoltre oggi il capo della polizia bengalese AKM Shahidul Haque, riferisce il portale BdNews24, ha reso noto che gli agenti hanno fermato due altre persone sospettate di avere avuto un ruolo nella dinamica dell'attacco al ristorante. "Per il momento sono ricoverati in ospedale - ha infine detto l'alto ufficiale - e siamo in attesa che migliorino per poterli interrogare".

Il pizzaiolo sospettato di essere un basista

La polizia bengalese sospetta che il commando di terroristi possa aver avuto un basista. I familiari del 40enne Saiful Choukidar, pizzaiolo del locale, stanno ancora attendendo che le autorità consegnino loro la salma, custodita all'obitorio dell'ospedale militare. Ma subito dopo l'attentato, le autorità hanno diffuso le immagini di cinque terroristi uccisi all'Holey Artisan Bakery ed uno di loro era Saiful. La polizia ha fornito la foto con accanto un nome di battaglia, Akash. Il giallo presenta molti enigmi. Alcuni testimoni e ostaggi tratti in salvo hanno raccontato che cinque dei sei terroristi uccisi erano più o meno ventenni, tutti vestiti in modo casual. La polizia ha fornito i nomi e le foto di cinque attentatori: Akash, Bikash, Don, Badhon e Ripon. Durante l'operazione, però, sono stati uccisi sei terroristi mentre di un altro, ferito e catturato, non si conosce l'identità. Le foto diffuse dalla polizia mostrano il cadavere di Saiful che indossa la sua divisa bianca da chef. A insospettire è il fatto che il profilo di Saiful, bengalese e musulmano, corrispondeva a quello delle persone risparmiate dal commando, mentre lui è morto. Tra le foto degli attentatori diffuse dall'Isis, peraltro, la foto di Saiful non è presente. Secondo di cinque figli, Saiful aveva lavorato per 10 anni in Germania e poi era tornato in Bangladesh, facendo vari lavori e poi era stato assunto al ristorante nel lussuoso quartiere delle ambasciate, dove ha trovato la morte. Uno dei suoi fratelli, più giovane, è emigrato e lavora in Malaysia. I giornalisti locali che sono andati a visitare il suo villaggio di origine, Jolukathi, hanno trovato la moglie, Sonia Akter, 27 anni, incinta, insieme con le due figlie, di 10 e 7 anni. Tutti disperati, mamma compresa.

Chi erano i terroristi

"Erano tutti ragazzi con un alto livello di istruzione ed erano andati all'università. Nessuno proveniva da una madrasa", ha confermato il ministro dell'Interno, Asaduzzaman Khan. Uno dei terroristi, Nibras Islam, era un giovane nato in una famiglia molto facoltosa, che di lui però aveva perso le tracce a gennaio: un ragazzo abituato a frequentare gli ambienti bene della società bengalese molto polarizzata, con la possibilità di entrare in contatto anche con qualche vip.

In un video si vede Nibras con una starlette di Bollywood, Shraddha Kapoor, che esulta perché le ha stretto la mano: "Sei bella". In un altro si vede il giovane in auto con i suoi amici, che parla un inglese perfetto, e scherza.

Il suo profilo Facebook racconta che aveva studiato in Malaysia, alla Monash University, ma anche in uno degli atenei più rinomati del Paese, la Northsouth University. Il suo ultimo tweet, datato dicembre 2014, è un inno all'amore e all'amicizia: "La felicità è stare con chi si ama: e con gli amici che hai perso". Un altro è un omaggio a un ignoto interlocutore (una donna?): "Apprezza tutto nella vita. Grazie per esserci sempre per me. Felice per te. Sempre stato. Spero tu abbia tutto ciò che meriti".

Ma anche gli altri componenti del commmando, tutti poco più che adolescenti, tra i 20 e i 21 anni, provenivano da famiglie benestanti ed erano passati attraverso alcune delle scuole più esclusive della città, la Scholastica e la International Turkish Hopes School.

ISIS o non ISIS

All'interno del governo sono cominciate ad affiorare le prime divergenze. Fino a qualche mese fa la premier Sheikh Hasina ed i suoi ministri escludevano la presenza dell'Isis o di Al Qaida nel Paese, ripetendo che i colpevoli degli attentati non erano altro che i membri dell'opposizione guidata dal Partito nazionalista bengalese (Bnp) della 'begum' Zia Khaleda, ed in particolare il suo alleato Jamaat Islami.   

Oggi il più radicale nel continuare a negare la presenza di miliziani riconducibili all'Isis nel Paese è stato il ministro dell'Interno, Asaduzzaman Khan, che ha insistito nel mantenere la questione entro i confini nazionali, attribuendo la responsabilità dell'attacco ad un gruppo jihadista indigeno, il Jumatul Mujaheddin Bangladesh.

E allora come è avvenuto l'ingresso nel fondamentalismo? Interrogato sul perché fossero diventati estremisti, il ministro Khan ha risposto: "Ormai è diventata una moda".

Non la pensa proprio così il numero due del ministero degli Esteri bengalese MD Shahidul Haque che oggi, presentando all'ambasciatore d'Italia Mario Palma le condoglianze per le vittime italiane, ha sostenuto che "la gente qui è scioccata e sorpresa perchè si chiede come mai dei giovani possano essersi radicalizzati così tanto". Haque, a differenza del ministro dell'Interno, non ha respinto categoricamente che possa essersi davvero trattato di un'azione coordinata dall'Isis. Ma anche lui ha confermato che "gli autori non vengono dall'Iraq o dalla Siria, sono giovani bengalesi, molti dei quali colti, con buone prospettive ed appartenenti alla classe media del Paese".

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