Salvate Mario (ma il Milan rinuncia al ricorso...)

I primi sussurri si erano sentiti al termine dell'estate, quando capitan Montolivo aveva buttato lì un rimprovero senza approfondire: "Certo che Mario non può continuare a farsi ammonire". Poi sono arrivate le paternali di Prandelli e la stizza di Allegri domenica sera nella pancia di San Siro. Mario Balotelli continua a essere al centro del Milan, nel bene e nel male. Quella rimediata ad opera di Banti a tempo scaduto della sfida contro il Napoli è stata la sua prima espulsione 'italiana' da quando è tornato al Milan, ma lo score dei cartellini gialli è pari quasi solo a quello delle reti segnate.

Nel girone di ritorno della passata stagione (13 presenze da febbraio a maggio) Balotelli aveva rimediato 7 cartellini gialli con 2 turni di squalifica (poi entreremo nel dettaglio). Quest'anno è già a quota 3 ammonizioni in 4 giornate, c'è lo stop che ora Tosel gli ha comminato e ci sono anche i gialli dei preliminari Champions contro il Psv (uno per partita). In nazionale si ricorda il rosso preso in Repubblica Ceca (2 turni di stop) e i due gialli sempre contro i cechi al ritorno e contro il Messico. Totale? 14 volte sul taccuino dell'arbitro in 24 partite giocate. Dire che è troppo è un eufemismo.

E lo score è impressionante anche andando indietro nel tempo. In carriera ha preso 77 ammonizioni e 8 espulsioni in 222 partite. Con l'Inter il bilancio è stato di un rosso e 26 gialli (80 presenze), poi il Manchester City (4-26 in 80 gare), il Milan (1-12 in 20 complessive tra Italia ed Europa), la Nazionale maggiore (1-10 in 20 gettoni) e quella Under 21 (1-3 con 8 presenze). 

Balotelli non si sente tutelato dagli arbitri italiani e non solo. Subisce una montagna di falli ed è oggetto delle provocazioni sistematiche dei difensori, però ci mette anche del suo. Molti dei provvedimento che ha rimediato erano assolutamente evitabili: falletti di frustrazione, proteste, mani alte. Fino al tilt di domenica sera contro Banti che è stato seguito da vicino dal quarto uomo e che ha portato allo stop per 3 giornate che costa le sfide contro Bologna, Sampdoria e Juventus in un momento delicatissimo della stagione rossonera.

Il Milan era ponto a tentarle tutte per cercare di restituire ad Allegri il suo uomo guida almeno contro la Juventus, terza e ultima gara che l’attaccante deve saltare causa lo stop imposto dal Giudice sportivo Tosel (LEGGI QUI ) dopo il doppio giallo con espulsione arrivato a partita conclusa contro il Napoli. Impossibile, però, anche per un avvocato esperto come Cantamessa.

Balotelli ha rimediato la doppia ammonizione per “comportamento scorretto nei confronti di un avversario (2° sanzione dopo il giallo di Verona ndr) e per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara”. L’espulsione gli è costata una giornata di squalifica alle quali, però, si sono aggiunte le altre due per quello che è successo in campo dopo che Banti ha mostrato a SuperMario il cartellino rosso.

Il dispositivo del giudice Tosel parla di “espressioni ingiuriose e intimidatorie” rivolte all’arbitro e rilevate dal quarto uomo. Comportamento che è valso l’ulteriore squalifica e sul quale il Milan voleva provare a fare leva per ottenere lo sconto di almeno una giornata. Uno schema identico a quello della passata stagione: Balotelli squalificato per 3 turni a Firenze per “espressione ingiuriosa” nei confronti di un assistente, fuori contro Napoli e Juventus e recuperato per la trasferta a Catania dopo che la Corte di Giustizia federale aveva commutato la terza giornata di squalifica in un’ammenda da 20.000 euro.

Rispetto a un anno fa, però, c'era l’aggravante delle espressioni non solo ingiuriose ma anche “intimidatorie”. Una definizione che da sola potrebbe giustificare il raddoppio della squalifica (da 1 a 2 giornate). I precedenti? Un anno fa l’Inter perse Guarin dopo la partita con la Lazio per “atteggiamento aggressivo e intimidatorio” nei confronti di un assistente (1 giornata), Cassano per “espressioni ingiuriose” dopo Inter-Cagliari (2 giornate) e Ranocchia per “espressioni provocatorie” (1+1) sempre dopo la caldissima sfida con i sardi. E lo stesso Pizarro, in questo avvio di campionato, ha incassato 2 turni per ingiurie ("Che cazzo fate...") senza ottenere sconti.

Il Milan ha precedenti controversi anche nella gestione delle squalifiche di Ibrahimovic. L’episodio più simile è il rosso rimediato a Firenze il 10 aprile 2011 per un’espressione “ingiuriosa” al guardalinee. Zlatan rientrava da un altro stop di 3 turni (poi ridotti a 2 in appello) per la manata a Rossi del Bari e fu squalificato per 3 giornate: una per l’espulsione e 2 per l’ingiuria. Il ricorso non ottenne alcuno sconto e lo stesso accadde la stagione successiva dopo l’espulsione per lo schiaffo ad Aronica in Milan-Napoli: rosso e 3 turni di stop.

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