L’Autorità dei trasporti prepara l’assalto al treno

Deve mettere ordine in un settore difficile, renderlo trasparente, farlo schierare dalla parte dei cittadini strappandolo dal potere delle lobby e appropriarsi di poteri sparsi tra ministeri e vari enti. Andrea Camanzi da un paio di mesi siede sulla poltrona di presidente dell’Autorità dei trasporti, che ha sede al Lingotto di Torino. Nella ex fabbrica Fiat dove batteva il cuore dell’auto italiana Camanzi prepara l’esordio. La prima missione è in Europa.

In materia di trasporti l’Unione ha aperto una decina di procedure d’infrazione nei confronti dell’Italia e spetta a lui evitare che si trasformino in multe salate. Bruxelles ha esercitato grandi pressioni su Roma perché istituisse un’Autorità dei trasporti e adesso reclama fatti: a partire dalle ferrovie, dove entro i primi mesi del 2014 occorre chiudere il dossier sulla separazione della rete, e cioè rivedere la gestione dei binari della Rfi adesso controllata dalla Trenitalia, per rendere facile la convivenza tra Italo e Frecciarossa. Una volta garantita parità di condizioni nell’alta velocità si dovrà estendere la concorrenza ai treni dei pendolari.

Al Lingotto il lavoro non mancherà. In Italia il sistema dei trasporti ha fatto un piccolo bagno di nuove tecnologie per la gestione delle merci, ma per quanto riguarda le persone siamo nella preistoria. I container all’interno dell’Europa viaggiano su navi, treni e camion con un unico documento. Un cittadino no. Far dialogare i sistemi elettronici che regolano le modalità di trasporto è una priorità. L’obiettivo è: un viaggio, un unico biglietto che comprenda l’autobus, il treno e magari l’aereo.

E riguardo alle autostrade e della raffica di aumenti dei pedaggi che gli italiani potrebbero trovare sotto l’albero di Natale? Ci vorrà un anno perché l’autorità faccia sentire la sua voce, ma il giorno in cui prenderà la parola gli automobilisti avranno un alleato a Torino.

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