Attentati di Bruxelles: come ha agito la cellula di Salah Abdeslam

Isis
A sinistra, Salah Abdeslam nel video diffuso dall'Isis dopo gli attentati di Parigi
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Le foto diffuse dalla polizia belga di uno dei possibili kamikaze all'aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016
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Bruxelles, 22 marzo 2016, un vagone della metropolitana dopo l'attentato
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Le foto diffuse dalla polizia belga di uno dei possibili kamikaze all'aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016
Leopold Hecht, studente belga, ferito nell'attentato alla metropolitana di Bruxelles il 22 marzo 2016, è morto nella notte in ospedale
Abc News video
Bruxelles, 23 marzo 2016: Mason Wells, 19 anni, ferito durante gli attentati, era presente anche durante gli attacchi di Parigi e della maratona di Boston
Bruxelles, 22 marzo 2016 Olivier Delespesse, disperso nell'attentato in metropolitana, era dipendente della Fédération Wallonie-Bruxelles che ne ha annunciato online la morte
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Patrica Rizzo è la funzionaria italiana della Commissione Europea rimasta vittima dell'attentato alla metropolitana di Maalbeek
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I fratelli El Bakraoui, Khalid e Brahim, probabili kamikaze degli attentati di Bruxelles del 22 marzo 2016
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Le foto diffuse dalla polizia belga di uno degli attentatori dell'aeroporto di Bruxelles, identificato come Najim Laachraoui, 22 marzo 2016
DIRK WAEM/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri evacuati dall aeroporto di Zaventem dopo l'attentato
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22 marzo 2016. I danni arrecati all'aeroporto internazionale di Zaventem, a Bruxelles, dalle bombe fatte esplodere dagli attentatori.
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Bruxelles, 22 marzo 2016, un passeggero sporco di sangue fuori dall'aeroporto di Zaventem dopo l'attentato
Twitter @Rita_Katz
Il comunicato con la rivendicazione dell'Isis degli attentati di Bruxelles, in russo e in bosniaco. 22 marzo 2016
Twitter @Rita_Katz
Il comunicato con la rivendicazione dell'Isis degli attentati di Bruxelles, in francese e in arabo. 22 marzo 2016
Instagram - lemondefr, disegno di Plantu
Così Le Monde accomuna il dolore per gli attentati di Parigi di novembre 2015 e di Bruxelles, marzo 2016: "L'hommage de Plantu #Bruxelles"
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L'aeroporto di Bruxelles subito dopo l'attentato del 22 marzo 2016
EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016, soccorsi a un ferito dopo l'esplosione alla fermata del metro di Maelbeek
EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016, soccorsi a un ferito dopo l'esplosione alla fermata del metro di Maelbeek
FILIP DE SMET/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016, un agente di polizia davanti all'aeroporto, dopo gli attentati
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images)
Bruxelles, 22 marzo 2016: scritte col gesso sull'asfalto di Place de la Bourse per commemorare le vittime delle stragi
PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images
Bruxelles, 23 marzo 2016, i giornali il giorno dopo gli attentati
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016: scritte col gesso sull'asfalto di Place de la Bourse per commemorare le vittime delle stragi
JOHN THYS/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri in fuga dopo l'attentato in aeroporto
FILIP DE SMET/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016, un agente di polizia davanti alla sede della Commissione Europea, dopo gli attentati
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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri dopo l'attentato in aeroporto.
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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri in fuga dopo l'attentato in aeroporto
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Passeggeri fuori dall'aeroporto Zaventem di Bruxelles dopo l'attentato del 22 marzo 2016
LAURIE DIEFFEMBACQ/AFP/Getty Images
Bruxelles, 22 marzo 2016, polizia in Rue de la Loi, evacuata dopo le esplosioni alla fermata del metro di Maelbeek
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Bruxelles, 22 marzo 2016, un'immagine dell'attentato in aeroporto
Twitter @324.cat
Bruxelles, 22 marzo 2016, un'immagine dell'attentato in aeroporto
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Bruxelles, 22 marzo 2016, un'immagine dell'attentato in metropolitana
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Un'immagine dell'aeroporto subito dopo l'esplosione
In un fermo immagine tratto da Sky una veduta interna dell'aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016. Due esplosioni hanno scosso stamani l'aeroporto di Bruxelles. ANSA
In un fermo immagine tratto da Sky il fumo causato da due esplosione all'aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016. Due esplosioni hanno scosso stamani l'aeroporto di Bruxelles. ANSA
ANSA
In un fermo immagine tratto da Sky passeggeri all'aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016. Due esplosioni hanno scosso stamani l'aeroporto di Bruxelles.
EPA/OLIVIER HOSLET
Passeggeri e staff fuori dall'aeroporto di Bruxelles dopo l'attentato del 22 marzo
EPA/LAURENT DUBRULE
Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri evacuati dopo l'attentato in aeroporto
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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri evacuati dopo l'attentato in aeroporto.
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Controlli di sicurezza all'aeroporto di Fumicino, dopo le esplosioni all'aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016 ANSA/ TELENEWS
ANSA/ TELENEWS
Controlli di sicurezza all'aeroporto di Fumicino, dopo le esplosioni all'aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016
ANTHONY DEHEZ/AFP/Getty Images
26 maggio 2014. Un bambino con il capo coperto dalla kippah lascia dei fiori davanti al Museo ebraico di Bruxelles, due giorni dopo l'attacco islamista condotto da Mehdi Nemmouche, in cui sono morte 4 persone.
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24 maggio 2014. Cordoni di polizia attorno all'area del museo ebraico di Bruxelles, dove un ex militare francese legato all'Isis, di nome Mehdi Nemmouche, 29 anni, uccide 4 persone a colpi di kalashnikov.
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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri evacuati dall aeroporto di Zaventem dopo l'attentato
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BRUSSELS, BELGIUM - MARCH 22: Airport staff comfort each other as passengers are evacuated from Zaventem Bruxelles International Airport after a terrorist attack on March 22, 2016 in Brussels, Belgium. At least 28 people are though to have been killed after Brussels airport and a Metro station were targeted by explosions. The attacks come just days after a key suspect in the Paris attacks, Salah Abdeslam, was captured in Brussels. (Photo by Sylvain Lefevre/Getty Images)
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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri evacuati dall'aeroporto dopo gli attentati, ospitati in un centro sportivo di Zaventem
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Bruxelles, 22 marzo 2016, soccorsi a un ferito dopo l'esplosione alla fermata del metro di Maelbeek
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Passeggeri fuori dall'aeroporto Zaventem di Bruxelles dopo l'attentato del 22 marzo 2016
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Bruxelles, 23 marzo 2016, i giornali il giorno dopo gli attentati
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Bruxelles, 23 marzo 2013: il trasporto delle salme delle vittime dell'attentato alla stazione del metro di Maalbeek
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Bruxelles, 23 marzo: Sonia abbraccia i suoi figli Mateo e Alessia in Piazza della Borsa, dove la folla continua a rendere omaggio alle vittime degli attacchi teroristici
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Bruxelles, 23 marzo 2016, una donna porta un mazzo di fiori all'ingresso della metropolitana di Maalbeek
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Bruxelles, 23 marzo 2016, i passeggeri evacuati dall'aeroporto dopo gli attacchi terroristici hanno trascorso la notte in un centro sportivo
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Bruxelles, contiunua in Piazza della Borsa l'omaggio alle vittime degli attentati del 22 marzo
Carl Court/Getty Images
22 marzo 2015. Cittadini raccolti intorno al memoriale improvvisato nato nella Piazza della Borsa a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.
Carl Court/Getty Images
22 marzo 2015. Cittadini raccolti intorno al memoriale improvvisato nato nella Piazza della Borsa a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.
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22 marzo 2015. Centinaia di persone si sono radunate spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.
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22 marzo 2015. Due bambini tra le centinaia di persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
22 marzo 2015. Un uomo suona un violoncello tra le centinaia di persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

Ormai è certo che gli attentatori di Bruxelles del 22 marzo fossero parte della cellula terroristica di Salah Abdeslam

Gli indizi sono numerosi, e lo erano già martedì, immediatamente dopo gli attentati all’aeroposto e in metorpolitana nella capitale belga. Quindi suona quasi grottesco che giovedì mattina l’avvocato di Abdeslam, Sven Mary, se ne esca dicendo che il suo assistito non ne sapeva nulla. Però adesso pare accetti l’estradizione in Francia.

Come già anticipato martedì da varie fonti (questo post è stato pubblicato in origine il 22 marzo alle 16:00) è ormai evidente che l’esecuzione degli attentati di Bruxelles sia stata accelerata dall’arresto di Abdeslam, e — collegato a questo argomento — che il gruppo e la logistica dietro agli attentati di Parigi fosse ancora in azione e che sia intervenuto per timore che l’arresto li facesse scoprire.

Come hanno agito martedì 22 marzo a Bruxelles
Intanto vediamo come si sono probabilmente svolte le azioni martedì, in base alle ricostruzioni, ancora provvisorie e incomplete, con alcuni dubbi che emergono ogni ora.

Il commando che semina la morte all’aeroporto di Bruxelles Zaventem e nella metropolitana alla stazione di Maelbeek è composto di quattro persone, forse cinque.

I fratelli Khalid (27 anni) e Ibrahim El Bakraoui (29 anni), Najim Laachraoui (25 anni), l’artificiere degli attentati di Parigi in novembre 2015, e un quarto uomo, ancora senza nome, forse il famoso uomo con il cappello delle foto dell’aeroporto. (Lasciamo per ora il quinto nell’ordine delle ipotesi).

I tre con un nome sono noti alla polizia, e legati a Salah Abdeslam, che li ha anche reclutati nella cellula dell’Isis belga — guidata da Abdelhamid Abaoud — che ha compiuto gli attentati di Parigi. Sono delinquenti abituali, diventati terroristi, prima di supporto logistico, poi assassini-suicidi.

Trascorrono la notte prima degli attentati di Bruxelles del 22 marzo in un appartamento di Schaerbeek, al 4 di Rue Max Roos. Nell’appartamento hanno nascosto 15 chili di Tatp (l’esplosivo usato anche a Parigi), 150 litri di acetone, 30 di acqua ossigenata e varie valige con bulloni, chiodi, frammenti di vetri. 

Arriva il mattino di martedì, giorno della strage. Khalid El Bakraoui prende la metropolitana, linea 1, andrà a farsi esplodere, alle 9, assassinando 20 persone sul treno alla stazione di Maelbeek.

Ibrahim El Bakraoui, insieme a Najim Laachraoui e il misterioso uomo con il cappello prendono un taxi e chiedono un passaggio per l’aeroporto. 
Il Taxi è però piccolo per le loro cinque borse. Il taxista ne carica solo tre. Le altre due restano dunque nell’appartamento.
All’aeroporto, alle 7:58 e 28 secondi la prima esplosione alla fila 11 del check-in bagagli. Alle 7:58 e 37 secondi la seconda esplosione alla fila 2.
La terza valigia, pare quella con l’ordigno più potente, viene abbandonata senza che esploda, probabilmente dall’uomo con il cappello, che fugge. 
Sarà fatta esplodere dagli artificieri.

Uomini in fuga
Informazioni ulteriori sui legami fra il gruppo degli attentatori di Parigi e quelli di Bruxelles, dovrebbero arrivare dalla conferma che il terzo uomo si Zaventem sia proprio Najim Laachraoui — in precedenza individuato con il nome falso di Soufiane Kayal, anch’egli ritenuto un uomo della rete degli attentati del 13 novembre e probabile artificiere anche degli attentati del 22 marzo.
Contro Laachraoui la Procura belga aveva spiccato un mandato d’arresto nei giorni precedenti. Tracce del suo dna sono state trovate sia in due covi, sia soprattutto su almeno due cinture esplosive, una utilizzata al Bataclan, l’altra allo Stade de France.

Appartamenti
I fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui. Khalid, e anche questo torna, sarebbe la persona che ha affittato l’appartamento di Forest in rue du Dries 60, proprio quello nel quale è stato ritrovato il dna si Salah Abdeslam durante il blitz di pochi giorni precedente la sua cattura.
Khalid aveva anche affittato l'appartamento di Rue de Fort a Charleroi, nel settembre del 2015, dove si rifugiarono per un po' i fratelli Abdeslam e Abdelhamid Abaoud, la cosiddetta "mente" degli attentati di Parigi.

Inoltre, va ricordato che nel blitz a Forest il 16 marzo, è rimasto ucciso Mohamed Belkaid, algerino di 35 anni. Considerato uomo importante della diramazione Isis in Belgio e Francia, e una delle menti dell’organizzazione degli attentati di Parigi di novembre. Sotto il falso nome di Samir Bouzid, era stato controllato in Belgio, nel settembre del 2015, insieme a Salah Abdeslam. Un’impronta digitale di Belkaid era sul telefono cellulare lasciato in un cestino della spazzatura davanti al Bataclan.

Chiarimenti ulteriori arriverebbero se venisse arrestato anche Mohamed Abrini — belga di origini marocchine di 31 anni, ritenuto uno dei principali nodi della rete logistica degli attentati di Parigi, anch’egli vicino a Salah, e il cui ruolo nelle azioni di Bruxelles non è ancora chiaro.

Nel tardo pomeriggio di martedì l’Ansa aveva addirittura specificato che fonti dell’intelligence irachena sostengono inoltre che gli attacchi “sono stati pianificati due mesi fa a Raqqa, in Siria” e che in un primo momento Bruxelles non era fra gli obiettivi indicati, ma è diventata il primo bersaglio scelto “a causa dell’arresto di Salah Abdeslam”.

Politico.eu invece riportava una dichiarazione di un non meglio identificato funzionario belga di alto rango che ha addirittura sostenuto martedì pomeriggio che Salah avrebbe dovuto partecipare alle azioni del 22 marzo se non fosse stato arrestato venerdì 18.

Sempre secondo Politico.eu, il ministro degli esteri belga, Didier Reynders, aveva detto sabato scorso che Abdeslam stava preparando altri attacchi, insieme a una rete di individui che tramavano con lui.

Anche il Procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni, esperto di terrorismo internazionale e di Medio Oriente, aveva sottolineato il probabile legame fra gli attentati di Bruxelles e Salah Abdeslam.
Era a conoscenza dell’azione ed è stata condotta subito prima che quest’ultimo potesse rivelarla” agli investigatori che lo stanno interrogando.
Ma per Mastelloni l’azione potrebbe essere interpretata come “segno di debolezza, perché è evidente che l’Isis non è sicura della tenuta dei propri militanti”. 
Oggi “l’Isis -dice Mastelloni- ha voluto dimostrare una grossa capacita’ organizzativa e militare in siti tradizionalmente oggetto di piani preventivi di difesa, come aeroporti e metropolitane. Tra l’altro, il fatto che uno degli attacchi sia stato sferrato a cento metri dalla sede del Parlamento europeo, la dice lunga anche sulla sua valenza simbolica”.

Vediamo alcuni punti che possiamo ricavare dalle analisi su quanto è avvenuto martedì 22 marzo e nei giorni e settimane precedenti.

Rete terroristica ancora efficiente
In primo luogo, la rete terroristica della Jihad — ascrivibile all’Isis o al Qaeda — è abbastanza articolata e complessa da non risentire eccessivamente, almeno nei primissimi giorni, dell’arresto di un suo nodo. Per la polizia belga — e quella francese — gli attentati di oggi finiscono per ridimensionare il “successo” di venerdì 18 marzo.

Colpire d’anticipo
In secondo luogo, i terroristi potrebbero aver deciso di anticipare i colpi a Bruxelles, per scongiurare il possibile intervento delle forze di sicurezza, che dopo Salah — e magari grazie anche alla sua collaborazione — potrebbero aver avuto a portata gli altri componenti della cellula, o della rete di cellule.

Le informazioni date da Salah
Anche perché di Salah probabilmente non tutti i suoi ex compagni si fidano più. Come di lui non si fida più “l’organizzazione Isis” qualsiasi cosa significhi. Sia perché decise di non farsi saltare a Parigi il 13 novembre, sia perché dopo l’arresto, da quanto emerge, avrebbe cominciato a collaborare.

I terroristi della Jihad: “Siamo ancora attivi”
Con questa mossa, i terroristi avrebbero raggiunto — oltre che rinnovare il terrore in tutta Europa — anche l’obiettivo propagandistico di dimostrare che sono ancora attivi, efficaci, nonostante l’arresto di Salah e le conseguenze dirette sull’organizzazione che sicuramente si verificheranno.

I supporter che entrano in azione
La rete terroristica attorno a Bruxelles-Molenbeek è però particolarmente difficile da fermare completamente, perché può essere rinforzata da elementi che fino a oggi si sono limitati a complicità di copertura e supporto logistico, ma possono rapidamente trasformarsi in uomini d’azione diretta in circostanze di difficoltà, come gli arresti degli uomini più attivi.

Terrorismo locale
Sia Parigi in novembre che Bruxelles in marzo confermano comunque che la maggior parte degli attacchi in Europa viene portato da terroristi cresciuti localmente e che i legami con l’Isis o al-Qaeda sono ideologici, di emulazione e al massimo di addestramento di alcuni elementi che trascorrono qualche mese a combattere in Siria o in Iraq.

(The Guardian, Ansa, Reuters, Politico.eu, Bbc, La Repubblica)

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