Amadeus: "Vi spiego il successo di Stasera tutto è possibile"

La vera sorpresa di questa prima parte di stagione televisiva è senza dubbi Stasera tutto è possibile, il nuovo game show di Rai 2 condotto da Amadeus. Un successo trasversale che incassa ascolti lusinghieri – la quinta puntata, andata in onda lo scorso martedì scontrandosi con la partita della Nazionale ha registrato un buon 10,55% di share – e fa incetta di tweet e commenti sui social, complici anche giochi cult come quello della “stanza inclinata” (con gli ospiti chiamati a seguire le indicazioni del conduttore restando in equilibrio in una stanza con il pavimento inclinato di 22,5 gradi). Una scommessa riuscita per la rete, dunque, e un altro tassello nella trentennale carriera di Amadeus, che sta vivendo una seconda primavera professionale. Alla vigilia dell’ultima puntata di Stasera tutto è possibile, il conduttore racconta a Panorama.it il suo 2015 tutto d’oro.

Amadeus, domanda secca: pensavi che "Stasera tutto è possibile" avrebbe avuto un successo così grande?

(ride) No, sono sincero. Sapevo che era un format forte perché già lo conoscevo, ma non pensavo in una risposta così da parte del pubblico. Ma del resto l’imprevedibilità è uno dei fattori più belli del mio mestiere.

Quando ti è arrivata la proposta per condurre il programma?

Angelo Teodoli (il direttore di Rai 2, ndr) mi ha chiamato in estate, mentre stavo conducevo Reazione a Catena: curioso spesso tra i programmi delle tv straniere e in Francia mi era capitato di vedere Ce soir tous est permis, condotto da Arthur, un presentatore che mi piace molto. La prima volta che l’ho visto, senza conoscere ospiti e meccanismo, pensai che era un’idea divertente.

Lo avete adattato per la tivù italiana?

Sì, innanzitutto perché in Francia va in seconda serata e poi perché i nostri gusti televisivi sono diversi: ti dirò che gli autori francesi hanno apprezzato le modifiche che abbiamo fatto. In generale poi, cerco sempre di cucirmi addosso i programmi: per me non è importante firmarmi come autore ma adattare un programma alla mia conduzione, nei limiti del possibile.

Come te lo spieghi il boom di ascolti?

Penso dipenda da diversi fattori. L’altro giorno un taxista mi ha detto “non ridevo con le lacrime agli occhi guardando la tv da un sacco di tempo”. Ecco, il programma è semplice, divertente, fresco e fa ridere. E poi piace a tutta la famiglia.

Trasversale, insomma. Se ti dicono che sei nazionalpopolare ti offendi?

Essere nazionalpopolare significa arrivare a tutti ed io non faccio questo mestiere per arrivare ad una nicchia.

Il momento della stanza inclinata è diventato un piccolo cult televisivo.

Gli autori del format l’hanno presa da un film di Chaplin, La febbre dell’oro. È impossibile non ridere, anche grazie agli ospiti che si mettono in gioco, come se fossero in un villaggio turistico. Molti mi hanno detto: “Grazie Ama, è l’ospitata più divertente che ho fatto”. Qui non devono fare promozioni o recitare una parte ma essere semplicemente loro stessi.

Ci sarà una seconda edizione di "Stasera tutto è possibile" già in primavera?

Il programma è andato al di là delle aspettative, ma non so se andrà già in primavera o il prossimo settembre. Non ne ho parlato con nessuno, sinceramente.

Da sette edizioni nel fine settimana sei anche al timone di "Mezzogiorno in famiglia", sempre su Rai 2. Com’è lavorare con Michele Guardì?

Non ho mai avuto difficoltà e lo considero un pezzo di storia della tv. Quanto al programma, esisteva prima di Amadeus e continuerà ad esistere anche dopo: il meccanismo è talmente rodato e l’organizzazione è così perfetta che in qualche modo va avanti da solo. Certo, anche un quel caso io cerco di metterci un po’ del mio, così come i miei compagni di lavoro Alessia Ventura e Sergio Friscia.

Per te il 2015 è un anno speciale, visto il boom di ascolti di "Reazione a Catena", che riprenderai il prossimo anno. Sei nel pieno della tua seconda primavera professionale, insomma

Speriamo ce ne sia anche una terza e poi una quarta (dice ridendo). In tanti mi chiedono come mai Reazione a catena abbia avuto così tanto successo, ma quando sei dentro un meccanismo, è difficile capire e analizzare. Il successo non si studia a tavolino. Anche quello perché è un programma che piace ai nonni ma anche ai giovani di 15 anni che commentano su Twitter.

A proposito, sei il conduttore più anti-social in circolazione. È così o hai qualche profilo segreto su Facebook e Twitter?

(ride) No, nessuno profilo fake. Sono troppo pigro per appassionarmi anche a quello. In redazione però me li fanno leggere i commenti e mia moglie ha un profilo Instagram.

Hai citato tua moglie, la showgirl Giovanna Civitillo, e la domanda è inevitabile: alle 19 cosa guardi: L’Eredità, di cui sei stato conduttore, o Avanti un altro (la Civitillo è nel cast del preserale di Paolo Bonolis, ndr).

Ovviamente Avanti un altro, sennò Giovanna chi la sente. E poi mio figlio ha in mano il telecomando e decide lui.

Dopo trentatré anni di carriera, c’è ancora un sogno lavorativo che vorresti realizzare’?

Non ho un sogno nel cassetto. Mi chiedono spesso se farei Sanremo: a quello non si dice di no, ma non è una cosa che non mi fa dormire la notte. Spero piuttosto di fare cose divertenti, che mi consentano di mantenere lo stesso entusiasmo di quando ero ragazzino. Fino ad ora non l’ho perso, nemmeno nei periodi più bui o quando il telefono ha smesso di squillare.

Come quando hai lasciato L’Eredità, nel picco della tua carriera.

Il rischio ragionato non mi spaventa, mi piace imprevedibilità. È il bello del mio mestiere sperimentare, non restare immobili: non potrei fare per dieci anni le stesse cose.

Oltre che anti-social, sei molto riservato: è una scelta strategica?

Indole caratteriale, piuttosto. È una forma di riservatezza per me e nei confronti del prossimo: do tutto sul lavoro, ma fuori dalla tv e dalla radio sparisco. Gossip e presenzialismo non mi piacciono, che ci posso fare?

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