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Alcol e droga in discoteca: è davvero colpa delle famiglie?

"Colpa delle famiglie. Se le famiglie esercitassero un po' più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare".

Questo il post, scritto su Twitter da Francesco Errico, sindaco di Gallipoli, dopo la morte in una discoteca di Santa Cesarea (Lecce) di Lorenzo Toma, sta facendo discutere. Secondo il primo cittadino pugliese dietro le tragedie in discoteca, l’assunzione di droghe e alcol da parte dei giovani c’è la mancanza di valori e soprattutto della presenza delle famiglie.

Lorenzo Toma, è morto dopo una serata trascorsa in discoteca. Secondo i primi risultati dell'autopsia, avrebbe avuto una malformazione cardiaca, che probabilmente ne ha provocato la morte improvvisa. Ma pochi giorni fa, il 19 luglio, il 16enne di Città di Castello Lamberto Lucaccioni è stato ucciso da un’overdose di ecstasy nella discoteca Cocoricò di Rimini.


Maurizio Pasca, Presidente nazionale dell’associazione italiana locali da ballo (Silb), parliamo del post del sindaco di Gallipoli. Lei è d’accordo?

Sono spesso in contrapposizione con quello che dice il sindaco di Gallipoli, ma questa volta non riesco a dargli completamente torto. Diciamo che l’espressione è molto forte e il concetto è estremizzato ma effettivamente c’è della verità.

Si spieghi meglio…
Vorrei iniziare con una domanda: come è possibile che alle 6 o 7 del mattino quando i gestori hanno chiuso il locale trovino seduti fuori adolescenti di 14, 15 e16 anni ad aspettare i propri genitori? Dove sono i genitori di questi ragazzini? La risposta è: a divertirsi. Allora c’è effettivamente da chiedersi come sia possibile che dei genitori non abbiano la preoccupazione di dove si trovino i propri figli. Ma soprattutto come possano permettere che dei ragazzini, che sono poco più che bambini, rimangano in giro fino al mattino. Credo che Errico, il sindaco di Gallipoli, sotto questo profilo abbia ragione. Manca un controllo, manca un’assunzione di responsabilità da parte dei genitori. I genitori di questi ragazzi, che siano sposati o separati, non esercitano nessuna forma di controllo sui propri ragazzi.

È solo una questione di controllo?
Mancano dei valori e dei punti di riferimento. Però, non bisogna generalizzare perché sarebbe sbagliato. Esistono famiglie di genitori separati che riescono comunque a dare ai propri figli regole ferree e valori importanti che i giovani seguono. E questi ragazzi, che frequentano le discoteche, difficilmente si avvicinano a droghe o si ubriacano. Spesso chi usa sostanze stupefacenti o alcol sono giovani che non hanno un dialogo o un legame serio e costruttivo con i propri genitori.

Presidente, lei sostiene che la discoteca ha cambiato volto negli ultimi anni ed è diventata un palcoscenico. Che cosa cosa intende?
Non è più un luogo di aggregazione. La discoteca, il locale da ballo frequentato dai giovani adolescenti, è diventato un palcoscenico dove esibirsi. E basta. I ragazzi usano i social per conoscersi e spesso entrano nei nostri locali in gruppi, in vere e proprie tribù. Non ci sono più ragazzi che, vestiti in modo elegante, decisono di trascorrere una serata di discoteca per conoscere una ragazza o un ragazzo. I giovani di oggi entrano con un abbigliamento molto discutibile, magari in canottiera che spesso si tolgono per rimanere nudi e mostrare il proprio corpo. Anche in questo il locale da ballo è molto cambiato e questo cambiamento è sicuramente lo specchio di un disagio che queste generazioni stanno vivendo. Ma la cosa ancora più grave è che questo disagio molto spesso è generato proprio dalla carenza o addirittura assenza del rapporto familiare.



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