Aiuti alle imprese; dai privati un'idea innovativa: "Ripresa Italia"

Non occorre scomodare autorevoli studi economici per cogliere il dramma dell'economia reale del Paese, generato dalla pandemia e dal conseguente lockdown. Le stime parlano di un crollo del 12,4% del Pil e si ipotizza che i livelli di produttività del sistema paese potrebbero tornare ai livelli pre-covid solo nel 2025. Il governo, durante il periodo della crisi, ha disposto una serie di misure a sostegno delle imprese. Misure, che però hanno tradito l'enfasi delle promesse. Sull'efficacia (o sull'inefficacia) di queste misure si è detto e scritto molto: gran parte di esse si sono esaurite in modesti differimenti di pagamenti di imposte e nell'esecuzione di adempimenti burocratici e fiscali e in forme di congelamento di esposizioni finanziarie che di fatto spostano in avanti gli impegni degli imprenditori e creano un accumulo di passività. Dal che conseguono, a fronte del momentaneo sollievo, anche grandi incertezze per il futuro della ripresa. E i contributi a fondo perduto e i vari bonus? Poche briciole a pioggia con modeste ricadute in termini di rilancio delle attività, a seguito degli allentamenti delle misure restrittive. Sta di fatto che la percezione degli operatori economici è che la risposta dello Stato, nonostante le petizioni di principio, sia stata debole ed insufficiente e che i benefici effettivi, a dispetto dei trionfalismi delle dirette Facebook, sono risultati risibili.

Ed è qui che entra in campo il caro vecchio motto italico "aiutati che Dio ti aiuta". L'intraprendenza e l'ingegno dei privati soccorre alle mancanze dello Stato e degli apparati istituzionali.

Molte organizzazioni di categoria si sono mosse per cercare di creare forme di sostegno alternativo. Uno dei limiti di queste iniziative, per quanto meritorie, tuttavia, spesso sta nel fatto che l'operatività degli strumenti di supporto risulta eccessivamente farraginosa e complessa con tempistiche che non incontrano le esigenze degli operatori.

Una recente iniziativa che sembra cogliere questo tipo di necessità primaria è quella avviata da un sodalizio tra Imprese Italia (associazione di categoria che conta diverse migliaia di aderenti, con sedi in diversi paesi europei e persino negli USA, fondata e presieduta da Flavio Boccia, un commercialista campano pragmatico ed esperto del settore aziendale), Elevia Investment (banca ungherese che ha recentemente aperto una branch anche in Italia, sotto la conduzione del presidente, Andrea Polegri e del CEO Annarita Carparelli), e Velvet Media, colosso veneto della comunicazione rappresentato da Bassel Bakdounes. Nella cabina di regia del progetto Mauro Alvisi, poliedrico e pluripremiato accademico, che ha fatto della reputation un ingrediente essenziale nella comunicazione strategica, e che ha elaborato un innovativo modello di sviluppo in cui la componente della comunicazione assume un ruolo centrale.

Il progetto si chiama "Ripresa Italia" e consiste essenzialmente in un investment elevator che si basa un mix di ingredienti, che vanno dalla finanza innovativa, all'impiego di processi e metodiche scientificamente testati, anche con il supporto di centri di ricerca universitari, funzionali al rilancio aziendale, ma soprattutto su ben dodici iniziative di equity crowdfunding a sostegno delle Pmi italiane.

Il lancio ufficiale dell'iniziativa ha avuto luogo in occasione del White, evento fashion milanese, in cui è stata presentato il primo dei dodici equity crowfunding, dedicato al settore moda e tessile, "Ripresaitalia -Fashion Investment Elevator".

"La peculiarità dell'iniziativa sta nel fatto che attraverso la particolare struttura societaria di Elevia Investment, e grazie all'utilizzo di specifici strumenti di finanza innovativa, siamo in grado di assicurare una maggior flessibilità e rapidità di azione, nonostante l'attenta analisi dei progetti grazie al supporto di specifici comitati tecnico scientifici, in cui il merito etico del singolo progetto e quello reputazionale degli operatori ha un peso importante" dichiara Annarita Carparelli, CEO di Elevia Investments.

Secondo Flavio Boccia, presidente di Imprese Italia "il valore aggiunto del progetto, sta nel fatto che costituisce uno strumento di efficace riequilibrio finanziario delle conseguenze della pandemia, con un occhio rivolto anche verso l'internazionalizzazione, essenziale per dare sfogo alla domanda di sviluppo delle Pmi".

Il presidente di Elevia, Andrea Polegri sintetizza con uno slogan: "Lo spirito di fondo è quello di finanziare l'Italia migliore. Oggi più che mai occorre premiare e sostenere chi, nonostante le difficoltà di un quadro economico critico, non smette di spingere nella direzione della crescita senza per questo abbassare la guardia sul fronte etico".

Il titolare di Velvet Media, Bassel Bakdounes, mette l'accento su marketing e innovazione e, sull'iniziativa di "Ripresa Italia" dedicata alla moda commenta: "La nostra mission è aiutare le Pmi e le grandi Spa nella crescita del loro business grazie alla forza del marketing. In questo periodo di crisi e rivoluzione per il mondo della moda questo progetto è in linea con le nostre strategie aziendali per restituire valore al fashion system. È in gioco l'intero l'ecosistema economico italiano. Noi siamo già presenti e siamo orgogliosi di averlo dimostrato con la digitalizzazione del White Milano".

Un progetto promettente, dunque, che quando avrà assunto piena operatività potrebbe generare importanti ricadute in termini di benefici pratici e concreti, agevolando la crescita e il rilancio di imprese esistenti, e supportando nuove iniziative imprenditoriali. Con buona pace dei proclami governativi.

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