Gianluca Savoini (Ansa)
Politica

Gli agenti segreti di Putin al tavolo con l’agente anti-Lega dell’«Espresso»

Il caso Metropol assomiglia sempre di più a una matrioska che ogni giorno riserva una sorpresa. Nella bambolina di ieri abbiamo trovato la notizia che un giornalista dell’Espresso, Giovanni Tizian, l’autore del Libro nero della Lega, era in stretti rapporti con l’avvocato massone Gianluca Meranda che ha portato avanti la trattativa per la compravendita di petrolio russo denunciata dallo stesso cronista. Ma oggi, aprendo la seconda bambolina, scopriamo che il 18 ottobre 2018, al Metropol, c’erano anche degli agenti dei servizi segreti russi. Ma non erano nascosti dietro a una colonna a controllare quel che accadeva. No, travestiti da petrolieri erano seduti proprio di fronte a Meranda, all’ex portavoce di SalviniGianluca Savoini e al bancario toscano in pensione Francesco Vannucci. Una notizia clamorosa che fa capire come sotto le volte imponenti e stuccate di quel capolavoro di stile art nouveau che è il Metropol, si è giocata una partita che appare ogni giorno più oscura e incomprensibile. Perché gli 007 di Mosca dovevano, sotto mentite spoglie, ingolosire con proposte indecenti i presunti rappresentanti del Carroccio e dell’allora vicepremier Matteo Salvini? Volevano mettere sotto scacco e rendere ricattabile il più importante partito sovranista europeo e il suo leader? Sapevano che Meranda aveva al seguito due giornalisti o non si erano accorti di nulla? Fatto sta che la trattativa è tramontata quasi subito, ma ha permesso di realizzare un’inchiesta giornalistica che nel 2019 ha fatto tremare la Lega.



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