Addio Buena Vista Social Club: il gran finale all'Avana

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Buena Vista Social Club
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Il Buena Vista Social Club

Sono passati ormai diciannove  anni dall’uscita nel 1997 dell’album Buena Vista Social Club, vincitore di un Grammy Award, il disco cubano più venduto di tutti i tempi con oltre otto milioni di copie.

L’album nacque da un’idea del chitarrista blues Ry Cooder, che un anno dopo convinse l’amico Wim Wenders, regista de Il cielo sopra Berlino e di Lisbon Story, a girare il documentario sui super abuelos, i super nonni, musicisti cubani tra i settanta e i novant’anni che perpetravano la tradizione del son, del bolero e del cha cha cha. Da allora il fenomeno Buena Vista Social Club non solo non è mai tramontato, ma è cresciuto costantemente, portando in centinaia di concerti, rigorosamente sold out, la magia, i colori e i ritmi della musica popolare cubana. 

La numerosa e scatenata formazione è rimasta nel corso degli anni orfana delle voci di Compay Segundo e di Ibrahim Ferrer, scomparsi nel 2003 e nel 2005, ma non di quella, straordinaria, dell’ottantaseienne Omara Portuondo, soprannominata “la fidanzata del feeling”. Uno dei momenti più emozionanti della pellicola di Wenders è la sua struggente interpretazione di Silencio, cantata in coppia con il “grande vecchio” Ibrahim Ferrer. Un riconoscimento tardivo, visto che la cantante era già molto conosciuta nel suo paese fin dagli anni Cinquanta, quando faceva parte del Quarteto Las D’Aida, composto da quattro donne.

Ieri è arrivata la notizia che milioni di fan non avrebbero mai voluto sentire: i Buena Vista Social Clubsi sono sciolti definitivamente con un grande concerto-evento al Teatro Carl Marx dell'Avana, nell'ultima data del  tour mondiale dall’inequivocabile titolo Adios

Nei Buena Vista Social Club si trovano ancora tre musicisti presenti anche nell’omonimo film di Wenders: il chitarrista e cantante Eliades Ochoa, il virtuoso del laud Barbarito Torres e il trombonista Jesus “Aguaje” Ramos. La giovane generazione è rappresentata da talenti del calibro di Carlos Calunga, una delle voci cubane oggi più amate, e dal pianista Rolando Luna.

Buena Vista Social Club era il nome di un piccolo club dell'Avana, riservato ai neri durante gli anni della dittatura di Fulgencio Batista. Con la vittoria nel 1959 della rivoluzione castrista, che voleva fare tabula rasa del passato e dei suoi simboli, il club fu chiuso nel 1962 insieme a tutti quei luoghi che potevano ritenersi retaggio del vecchio regime.

Quasi quarant'anni dopo, un gruppo di stelle della musica popolare cubana e africana sono confluite nell'Afro-Cuban All Stars. A produrre l'ensemble è Nick Gold. All'iniziativa partecipa, in modo rocambolesco, anche il chitarrista californiano Ry Cooder, invitato da Gold a registrare una session con due anziani strumentisti del Mali che avrebbero dovuto collaborare con alcuni musicisti cubani. Cooder, una volta arrivato a Cuba, viene a sapere che i due musicisti africani non avevano ottenuto il visto d’ingresso. Il chitarrista e Gold cambiarono così i loro piani e decisero di registrare un album di son cubano con i soli musicisti locali.

Il resto è leggenda, una leggenda dal nome Buena Vista Social Club, che è giunta all’ultimo capitolo della sua avvincente storia. Adios, super abuelos.

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