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Parigi, il fuggitivo Salah era un ragazzo di vita che frequentava i locali gay

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 Salah Abdeslam, il ventiseienne di Bruxelles considerato l'ottavo componente del commando terroristico di Parigi, era un ragazzo di vita che frequentava alcuni noti club gay di Bruxelles, fumava hashish e usava passare le giornare a giocare alla playstation. Tutto il contrario, secondo le testimonianze dirette raccolte dalla stampa internazionale, del profilo classico dell'aspirante terrorista.

Secondo il Sunday Times, Salah era un bel ragazzo a cui piaceva flirtare con altri uomini. Frequentava soprattutto la zona di Saint Jacques, nel cuore della capitale belga. Con il fratello Ibrahim, morto suicida a Parigi, Salah avvistato con il fratello nei locali gay: "Ecco perché ci andava"
Salah era solito entrare nei locali omosessuali non solo per accalappiare clienti ma anche per altri motivi: rubare portafogli e cercare carte d'identità da falsificare, in vista dell'attentato. Salah è fuggito prima di compiere l'attentato.

Il terzo fratello, Mohamed Abdeslam, dopo essere stato fermato della polizia, è stato rilasciato. Prima di recarsi a Parigi - secondo la sua testimonianza - i due fratelli Abdeslam hanno detto alla madre che "andavano a sciare".
Abdelhamid Abaaoud in una foto su Twitter
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Abdelhamid Abaaoud in una foto su Twitter
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Una foto di una vittima degli attentati di Parigi davanti al Cafe Belle Equipe in rue de Charonne - 15 Novembre 2015
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Alcuni parigini davanti al memoriale del Cafe Belle Equipe in rue de Charonne - 15 novembre 2015
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Una foto di una vittima degli attentati di Parigi davanti al Cafe Belle Equipe in rue de Charonne - 15 Novembre 2015
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Bandiere francesi e un cartello sul ramo di un albero con la scritta: "Non vi faremo scegliere il futuro dei nostri figli" davanti al Cafe Belle Equipe in rue de Charonne a Parigi - 16 Novembre 2015
Un fermo immagine del video diffuso da Anonymous
DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images
Un musulmano davanti al ristorante Le Carillon di Parigi con un cartello: "Il terrorismo non è l'Islam. L'Islam è come questo fiore. Il terrorismo non ha religione"
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La foto pubblicata sul sito BLIC.RS del passaporto siriano trovato accanto ad uno dei kamikaze dell'attacco allo Stade de France del 13 novembre a Parigi. Belgrado, 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
Lo scrittore francese Marek Halter (il secondo da sinistra), l'Imam della Moschea di Drancy Mosque, Hassene Chalghoumi (quarto da sinistra), rappresentanti delle comunità ebraiche e musulmane di Parigi rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al Bataclan - 15 novembre 2015
ALAIN JOCARD/AFP/Getty Images
I parigini rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al ristorante Le Carillon - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
Lo scrittore francese Marek Halter (il secondo da sinistra), l'Imam della Moschea di Drancy Mosque, Hassene Chalghoumi (quarto da sinistra), rappresentanti delle comunità ebraiche e musulmane di Parigi rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al Bataclan - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
Una donna piange davanti al Bataclan a Parigi - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
I parigini rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al Bataclan - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
Lo scrittore francese Marek Halter (il quarto da sinistra), l'Imam della Moschea di Drancy Mosque, Hassene Chalghoumi (sesto da sinistra), rappresentanti delle comunità ebraiche e musulmane di Parigi rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al Bataclan - 15 novembre 2015
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Alberto Solesin, padre di Valeria, la ragazza veneziana morta nall'attentato terroristico al teatro Bataclan di Parigi. Venezia, 15 novembre 2015.
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Luciana Milani e il marito Alberto Solesin, genitori di Valeria, la ragazza veneziana morta nell'attentato terroristico al teatro Bataclan di Parigi. Venezia, 15 novembre 2015.
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Valeria Solesin in una foto postata su Twitter.
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Fiori nei fori lasciati dai proiettili dei terroristi al ristorante Le Carillon di Parigi - 15 novembre 2015
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Parigi, 14 novembre 2015: l'omaggio di Bono e del gruppo degli U2 alle vittime dell'attentato al teatro Bataclan
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Parigi, 14 novembre 2015, fiori e candele davanti al teatro Bataclan
Jeff J Mitchell/Getty Images)
Parigi, 14 novembre 2015, fiori e candele davanti al teatro Bataclan
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Parigi, 14 novembre 2015, il tributo alle vittime degli attentati terroristici: fiori e candele in Place de la Republique
Christopher Furlong/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, il tributo alle vittime degli attentati terroristici: fiori e candele in Place de la Republique
Christopher Furlong/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, fori di proiettile sulla vetrina di un bar
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Parigi, 14 novembre 2015, fiori all'ingresso del ristorante Le Carillon, uno degli obiettivi degli attacchi dei terroristi
Valeria Solesin in una foto postata su Twitter (#Recherceparis), tra i dispersi negli attacchi del 13 novembre a Parigi. Roma, 14 novembre 2015.
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Una donna posa una candela davanti al bar Le Carillon di Parigi - 14 novembre 2015
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Un bambino posa una candela davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 novembre 2015
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Fiori e candele davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 novembre 2015
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Un abbraccio tra due amiche davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 Novembre 2015
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Alcune persone accendono candele in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi a Lion - 14 novembre 2015
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Alcune persone mettono fiori davanti all'ambasciata francese in Polonia - 14 novembre 2015
Guillaume B. Decherf, giornalista di Les Inrockuptibles: era al concerto del Bataclan per lavoro
Valentin Ribet, avvocato, morto negli attentati di Parigi il 13 novembre 2015
Le sorelle tunisine Halima e Houda Saadi, sul sito della radio Mosaique Fm che ha dato la notizia della loro morte negli attentati di Parigi
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La ricerca degli scomparsi viaggia sui social network
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Alcune persone depongono fiori e candele in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi in Place de la Republique a Parigi - 14 novembre 2015
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La prima pagina di un giornale a Parigi con il titolo "L'orrore" tra candelel e fiori - Parigi, 14 novembre 2015
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Una donna piange davanti al Carillon cafe a Parigi - 14 novembre 2015
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Il silenzio davanti al Carillon cafe a parigi - 14 novembre 2015
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Alcune persone in sillenzio davanti al Carillon cafe a parigi - 14 novembre 2015
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Una vittima degli attentati di Parigi - 14 novembre 2015
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Fiori davanti all'ambasciata francese in Albania - 14 settembre 2015
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Il dramma dei superstiti agli attentati di Parigi - 14 novembre 2015
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Un uomo guarda fuori dal Carillon cafe con la vetrina bucata dai proiettili dei terroristi dell'Isis - Parigi, 14 novembre 2015
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Una donna deposita fiori a Parigi dopo gli attentati da parte dell'Isis - 15 novembre 2015
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Una donna in lacrime davanti al Carillon bar nel X arrondissement di Parigi - 14 novembre 2015
Pascal Le Segretain/Getty Images
Giornali francesi il mattino dopo dell'attentato - 14 novembre 2015
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Fiori e candele davanti al Carillon bar a Parigi, uno dei luoghi degli attentati che hanno colpito la città
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Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
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A Sudney una donna mostra un cartello "Je suis Paris" per le vittime degli attentati della notte - 14 novembre 2015
Daniel Munoz/Getty Images
Manifestazioni "Je suis Paris" per le vittime degli attentati della notte - 14 novembre 2015
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Francesi evacuati dal teatro Bataclan a Parigi - 15 novembre 2015
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Una donna deposita dei fiori fuori dall'ambasciata francese a Mosca - 14 Novembre 2015
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Il presidente francese nella notte degli attentati di parigi - 14 novembre 2015

Attentati di Parigi: chi sono gli 8 terroristi

Chi sono le vittime degli attentati di Parigi

"È evidente che il mio consiglio sia quello di consegnarsi alla polizia" ha dichiarato Mohamed. "Sarebbe meglio si arrendesse affinchè la polizia possa fare piena luce su tutta questa storia. Voglio ricordarlo però: Salah non è stato ancora sentito dai servizi di polizia ed è dunque ancora presunto innocente", ha aggiunto Mohamed, rilasciato ieri dalla polizia belga per essere estraneo ai fatti. "Io e tutta la mia famiglia condanniamo formalmente tutta questa violenza. Siamo scioccati da quello che è successo a Parigi", ha continuato.

Mentre Mohamed dice di essere un musulmano non praticante, Salah "non mancava mai ai suoi obblighi religiosi - racconta - pregava e non beveva alcool. Andava spesso in moschea, ma si vestiva normalmente. Niente lasciava intendere che fosse diventato un estremista".

Un momento dell'intervista a BFM-TV di Mohamed Adeslam, fratello di Salah Abdeslam, il terrorista super ricercato in Francia dopo gli ultimi attentati a Parigi, 17 novembre 2015. ANSA/ FERMO IMMAGINE BFM-TV

Abdeslam avrebbe passato la frontiera con il Belgio sabato mattina intorno alle ore otto. La polizia lo avrebbe identificato a Cambrai, dunque non lontano dal confine belga, segnalato in auto con a bordo altre due persone. Poi di lui si sono perse le tracce (anche se a Molenbeek gira la vice che tra i giornalisti sia stato arrestat, ndr). Salah, insieme al fratello, avrebbe noleggiato a Bruxelles le auto usate poi per gli attacchi parigini, una Seat e una Polo nere. Da qui la pista che vuole Abdelslam Salah tornato in Belgio, dove la rete del jihadismo europeo lo potrebbe coprire e aiutare a nascondersi.

Ecco come Salah Abdeslam è fuggito
"Pronto, puoi aiutarmi? Puoi venire a prendermi a Parigi? Ti pago la benzina e i pedaggi". Così Salah ha chiesto aiuto quella notte a un amico a Bruxelles, Hamza Attou, per tornare nella capitale belga.

Lo ricostruisce il sito del Nouvel Observateur, citando un amico di Attou, I., che quella notte ha assistito alla telefonata di aiuto di Salah, poco dopo le 22, mentre gli attacchi erano ancora in corso.

Secondo questa testimonianza, dunque, la fuga di Salah non sarebbe stata premeditata, né tantomeno organizzata. Attou, senza auto, avrebbe a sua volta chiesto a Mohamed Amri di andare insieme a Parigi con la Golf di quest'ultimo.

I due hanno passato la frontiera francese verso le 3 di notte e recuperato Salah a Montreuil dove aveva lasciato la Seat nera, ritrovata poi carica di armi. Alle 9 di mattina del 14 novembre i tre, a bordo della Golf di Amri, sono stati controllati a Cambrai sulla via del ritorno, ma la polizia li ha fatti passare. A quel punto Salah è scomparso, mentre Attou, secondo testimoni, sarebbe rientrato a Bruxelles "in lacrime".
Attou e Amri sono stati fermati e arrestati per terrorismo e complicità in attentati terroristici.

Il Belgio hub del terrorismo islamico
Il Belgio rappresenta uno dei principali Paesi europei in cui si concentrano le attività di gruppi estremisti islamici, che qui vantano una logistica e un’organizzazione altamente sviluppate. Secondo una stima dell’International Centre for the Study of Radicalisation, citata dal Guardian, sarebbero state almeno 300 le persone di origine belga che sono andate a combattere in Siria dall’inizio della guerra civile nel 2011, un numero che in proporzione alla popolazione nazionale (11 milioni di abitanti) fa del Belgio lo Stato con la maggiore concentrazione di jihadisti.

 L’organizzazione più nota nel Paese si chiama Sharia4Belgium. Prima di Parigi, l’ultimo episodio degno di nota risale allo scorso anno quando il 24 maggio il cittadino francese Mehdi Nemmouche, tornato dalla Siria, uccise quattro persone al museo ebraico di Bruxelles.

 Dalla Siria pare che provenisse il commando di terroristi neutralizzato il 15 gennaio dalle unità antiterrorismo del Belgio nella città di Verviers, nei pressi di Liegi, vicino al confine con la Germania. Il bilancio dell’operazione, in risposta alla strage di Charlie Hebdo (7 gennaio 2015) è stato di due terroristi uccisi e di un terzo complice ferito. Secondo fonti belga, gli uomini erano di origine cecena. Era da settimane che la polizia belga sorvegliava i movimenti della cellula, prossima a sferrare un attacco contro più obiettivi, principalmente stazioni della polizia. Ma se in quel caso una cellula fu fermata, altre sono sorte subito dopo, come dimostrano gli avvenimenti di questo weekend di sangue.

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