8 marzo: foto di donne che cambiano il mondo

EPA/DANIEL IRUNGU
1 marzo 2017. Priscilla Nangurai posa per una foto con 58 delle ragazze da lei salvate dalla mutilazione genitale femminile a Kajiado, in Kenya. Fondatrice del Centro educativo Nanana Winbridge, dal 1986 Nangurai ha salvato 825 ragazze da questa violenta pratica tribale. Ha fondato il centro nel 2007, con i soldi del suo pensionamento.
EPA/HARISH TYAGI
20 febbraio 2017. Laxmi Agarwal posa per una foto nel suo ufficio a Nuova Delhi, in India. Quando aveva 15 anni, un uomo di 32 anni da lei respinto l'ha aggredita in un mercato di Delhi, gettandole dell'acido in faccia e sfigurandole il volto. Nel marzo del 2014, ha ricevuto il prestigioso "International Women of Courage Award" (Premio internazionale alle donne di coraggio") dalle mani dell'allora First Lady USA, Michelle Obama, ottenendo riconoscimento unanime per il suo attivismo nel contrasto degli attacchi con l'acido in India.
EPA/STEPHANIE LECOCQ
24 febbraio 2017. Martine Piccart di Bruxelles, in Belgio. Professoressa di oncologia all'Université libre de Bruxelles (ULB) e Capo del Dipartimento di Medicina all'Institut Jules Bordet. Frustrata dalla frammentazione dei programmi di ricerca internazionali sul cancro al seno, ha co-fondato la ONG "Breast International Group" (BIG), oggi una dinamica ONG che svolge un ruolo centrale nella condivisione del sapere acquisito in questo campo.
EPA/NABIL MOUNZER
16 febbraio 2017. Mona Yaakoub posa per una foto in uno sport club di Beirut, in Libano, durante una sessione di allenamento di lotta libera. Giornalista, è membro delle associazione "Game" e "Fe-male". Quest'ultima è un'organizzazione no-profit impegnata sul tema dell'immagine delle donne veicolata dai mass media, chiedendo una rappresentazione realistica e non stereotipata delle differenze.
EPA/MOHAMED MESSARA
18 febbraio 2017. Raja Chebbi di Tunisi, in Tunisia. Dopo aver studiato Scienze delle vita e della Terra all'Università di Montpellier, in Francia, e Alimentazione e nutrizione umana a Tunisi, ha vinto qui un concorso diventando ufficiale di polizia. Integrata nelle Forze di sicurezza nazionale dal 1992, nel 2016 è diventata la prima donna araba promossa al grado di Generale della polizia.
EPA/DIEGO AZUBEL
28 febbraio 2017. La venerabile Dhammananda posa per una foto nel monastero buddhista Songdhammakalyani di Bangkok, in Thailandia, di cui è la badessa. Pioniera nella rivendicazione del diritto all'ordinazione per le donne, è la prima donna thailandese a ottenere un'ordinazione piena come monaca buddhista theravada (Bhikkhuni). Guida un monastero tutto al femminile e viaggia per il mondo per far conoscere il buddhismo.
EPA/NARENDRA SHRESTA
26 febbraio 2017. Anuradha Koirala posa per una foto nel giardino della sua casa a Kathmandu, in Nepal. Attivista sociale, è fondatrice e direttrice del centro Maiti Nepal, una casa di accoglienza e riabilitazione per donne vittime di traffico di esseri umani e orfani affetti da HIV. Le donne dell'area temono che i loro figli, vagando per le strade, siano vulnerabili al traffico sessuale.
EPA/LEGNAN KOULA
23 febbraio 2017. Mylene Kamara posa per una foto ad Abidjan, in Costa d'Avorio. Avvocato, è impegnata con il gruppo per i diritti delle donne "West Africa Network for Peace building". Negli ultimi 4 anni ha fatto campagna-per la prevenzione dello stupro in diverse regioni del suo Paese, al contempo lavorando in programmi per la presa di coscienza dei propri diritti da parte delle donne.
EPA/YAHYA ARHAB
28 febbraio 2017. Marim Abdullah Al-Qardae posa per una fotografia presso il Centro sanitario Qabil, nei pressi di Sana'a, in Yemen, dove lavora come medico e direttrice del reparto di medicina riproduttiva. Svolge un lavoro cruciale nel campo dell'ostetricia e della salute riproduttiva. Ogni giorno visita almeno 20 donne bisognose di cure, trattamenti di fertilità e fornendo informazioni per la pianificazione familiare e la contraccezione.
EPA/YOUSSEF BADAWI
26 febbraio 2017. Maysaa Ibrahim, 45 anni, posa per una foto a Damasco, in Siria. Direttore del Museo del palazzo al-Azem dal 2006, ha un master in Antichità classiche. Crede che le donne debbano svolgere pienamente il loro ruolo nella società, mostrando la propria presenza e affermando il proprio diritto di vivere. Secondo lei, la donna siriana, oltre al suo ruolo educativo svolto a casa, ha un ruolo pratico nella società, nella cui costruzione cammina al fianco dell'uomo: non c'è alcuna differenza tra uomini e donne, perché la logica guida il lavoro, non la passione.
EPA/AHMED JALLANZO
22 febbraio 2017. Bernice Freeman posa per una foto presso il mercato del pesce "Peace Grounds" di Monrovia, in Liberia. Dal 2002 è attivista del Peace Building Network (WIPNET) - fondato e guidato dalla Premio Nobel per la Pace 2011, Leymah Gbowee - un movimento pacifista che condusse alla fine della guerra civile in Liberia nel 2003. Bernice decise di mobilitarsi impegnandosi nei campi di accoglienza per donne rifugiate interne, allo scopo di creare dialogo attraverso un processo di disarmo e smobilitazione militare.
EPA/FRANCK ROBICHON
24 febbraio 2017. Keiko Ochiai di Tokyo, in Giappone. Scrittrice, femminista, attivista, è la fondatrice e presidente della Crayon House, una struttura su quattro piani che comprende una libreria specializzata in letteratura femminile e per l'infanzia, oltre a un ristorante e un mercato dove si consumano e acquistano prodotti biologici. La pubblicazione del suo libro "Lo stupro", nel1982 , ha rappresentato un momento importante nella vita culturale giapponese, sfidando gli atteggiamenti comuni verso la violenza contro le donne e contribuendo a far luce su un tema raramente affrontato in quella società.
EPA/ATEF SAFADI
22 febbraio 2017. Rima Nasser-Tarazi di Ramallah, in Cisgiordania. Musicista, compositrice ed ex Presidente del Consiglio direttivo dell'Unione generale delle donne palestinesi (1968-2008), è una delle attiviste più influenti nonché una delle compositrice più prolifiche del suo Paese. Attualmente è presidente del consiglio di vigilanza del Conservatorio musicale nazionale Edward Said.
EPA/JEROME FAVRE
26 febbraio 2017. Eni Lestari, di origine indonesiana, posa per una foto nel Victoria Park di Hong Kong, in Cina. Collaboratrice domestica e attivista sindacale, la sua azione è arrivata a ottenere attenzione internazionale quando ha aiutato una donna indonesiana di nome Erwiana, vittima di tortura, a denunciare il suo datore di lavoro. Dopo un processo di forte impatto simbolico, l'uomo è stato condannato a sei anni di reclusione.
EPA/JIM HOLLANDER
8 febbraio 2017. Anat Hoffman fotografata nei pressi del "Muro del pianto" a Gerusalemme, in Israele, avvolta in uno scialle della preghiera. Anat è un'attivista, leader della battaglia perché anche le donne possano pregare presso il Kotel, il "Muro occidentale" del secondo tempio di Gerusalemme, il luogo più sacro all'ebraismo. La sua battaglia ha fatto di lei una delle donne più ammirate e avversate in Israele.
EPA/JAMAL NASRALLAH
23 febbraio 2017. La dottoressa Jamila Shtiwi, 47 anni, posa per una foto a Ghour Al-Safi, a sud ovest di Amman, in Giordania, di fronte al "Museo nel luogo più basso della Terra" (400 metri sotto il livello del mare), di cui è direttrice. Diplomatasi nel 2004, ha ora concluso un dottorato in Turismo e Antichità all'Università del Sudan, dove si è laureata nel 2015. Ha sette figli ed è nonna di tre nipoti.
EPA/ABIR ABDULLAH
27 febbraio 2017. Khushi Kabir nella sua casa di Dhanmondi, presso Dacca, in Bangladesh. Presidente dell'organizzazione per i diritti umani Nijera Kori, è costantemente impegnata in seminari rivolti alle donne del mondo rurale, per la promozione dei diritti delle donne e di altre comunità emarginate in Bangladesh. Diventata una figura di spicco a livello internazionale, nel 2005 è stato candidata al Premio Nobel per la Pace.
EPA/HOW HWEE YOUNG
17 febbraio 2017. Ye Haiyan posa per una foto con una sua opera dal titolo "Gallo in combattimento" nel suo studio a Songzhuang, alla periferia di Pechino, in Cina. Artista autodidatta, conosciuta come "Hooligan Sparrow" (passero teppista), è tra le più note attiviste per i diritti umani del suo Paese. Il suo peculiare impegno sociale l'ha portata a lavorare in un bordello per aiutare i sex-worker a divenire più consapevoli dei loro diritti.
EPA/NIC BOTHMA
1 marzo 2017. La dottoressa olandese Marijke Alblas posa per una foto a Worcester, in Sudafrica. Consulente indipendente in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi, attivista, è medico abortista e formatrice. Dal 2000, è coinvolta in programmi che forniscono servizi e corsi di formazione in tema di aborto in Sudafrica, Gabon e Camerun. Ancora oggi è impegnata in campagne per i diritti delle donne, anche se vorrebbe andare in pensione.
EPA/AARON UFUMELI
14 febbraio 2017. Tendai Garwe, conosciuta come "Sokostina" posa per una foto a Harare, in Zimbabwe. Femminista e nota personalità della radio, il suo lavoro cerca di far riflettere sui costi sociali della violenza sessuale e di incoraggiare le donne del suo Paese a unirsi nella lotta per l'uguaglianza.
EPA/YOAN VALAT
21 febbraio 2017. Nadia Remadna posa per una foto a Chatou, nei pressi di Parigi, in Francia. Operatrice sociale, è la fondatrice de "La Brigade des mères" (Brigata delle madri), un'organizzazione che combatte la violenza contro le donne e fornisce sostegno educativo alla comunità locale.
EPA/NABIL MOUNZER
17 febbraio 2017. Amina Ajoucka posa per una foto nella sua officina "Allo Doulab" (Ciao pneumatico) nell'area di Multaqa el Nahrein, vicino a Beirut, in Libano, dove lavora come meccanico. Ajoucka parla del suo desiderio che le donne imparino a confrontarsi con le loro paure e a perseguire ciò che amano. A proposito del suo lato femminile, dice che si riserva di esprimerlo nel tempo e nel luogo adatto.
EPA/JUSTIN LANE
1 marzo 2017. Courtney Payne-Taylor posa per una foto nello Homage Skatepark di Brooklyn, a New York, USA, durante un incontro del gruppo da lei fondato, chiamato "Girls Riders Organization" (GRO), un'organizzazione non governativa che promuove lo skateboard tra le giovani ragazze. Caduta in una crisi depressiva quando aveva poco più di 20 anni, ha trovato un aiuto in questo sport, che le ha dato un rinnovato senso di fiducia e di auto-realizzazione. Sperando che altre ragazze potessero trarne beneficio, si è attivava per permetter loro di approcciare questo sport, spesso di appannaggio esclusivo dei soli maschi.

In vista della Giornata internazionale della donna, che in tutto il mondo si celebra l'8 marzo, la European Photopress Agency ha dato incarico ai suoi fotoreporter sparsi in giro per il pianeta di immortalare delle donne impegnate nel cambiamento della condizione femminile, dando vita a questa serie di immagini intitolata Women Changing Women's Worlds (Donneche stanno cambiando i mondi delle donne).

Ciascuna di loro, a modo proprio, si è messa in gioco per contrastare le strutture sociali maschiliste dominanti nelle rispettive culture o cercando di aiutare concretamente altre donne a migliorare le loro esistenze. Nonostante le enormi differenze tra le loro esperienze, hanno tutte in comune uno spirito pionieristico, che incarna i temi unificanti dell'8 marzo, la data che dal 1977 è stata proclamata Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale dall'Assemblea Generale ONU.

Ecco in questa gallery le foto e le storie di:
Marim Abdullah Al-qardae (Yemen), medico e direttrice del reparto di medicina riproduttiva, visita ogni giorno almeno 20 donne bisognose di cure, trattamenti di fertilità o informazioni sulla contraccezione.
Laxmi Agarwal (India), vittima da 15enne di un attacco con l'acido da parte di un pretendente rifiutato, è impegnata per contrastare questa pratica violenta diffusa nel suo Paese.
Amina Ajoucka (Libano), lavora come meccanico, svolgendo un lavoro generalmente di appannaggio esclusivo dei maschi.  
Marijke Alblas (Sudafrica), olandese, è consulente indipendente in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi, attivista nella formazione in tema di aborto in Sudafrica, Gabon e Camerun. 
Dhammananda Bhikkhuni (Thailandia), badessa di un monastero buddhista theravada, è la prima donna thailandese ad aver ricevuto un'ordinazione piena come monaca buddhista.
Raja Chebbi (Tunisia), la prima donna araba promossa al grado di Generale della polizia.
Bernice Freeman (Liberia), è attivista del Peace Building Network, fondato e guidato dalla Premio Nobel per la Pace 2011, Leymah Gbowee.
Tendai Garwe (Zimbabwe), femminista e nota personalità della radio, diffonde consapevolezza sul tema della violenza sessuale e incoraggia le donne del suo Paese a unirsi nella lotta per l'uguaglianza.
Ye Haiyan (Cina), artista autodidatta, è tra le più note attiviste del suo Paese; il suo peculiare impegno sociale l'ha portata a lavorare in un bordello per aiutare i sex-worker a divenire più consapevoli dei loro diritti.
Anat Hoffman (Israele), leader della battaglia perché anche le donne possano pregare presso il Kotel, il "Muro occidentale" dell'antico tempio di Gerusalemme, il luogo più sacro all'ebraismo. 
Kusi Kabir (Bangladesh), impegnata nella promozione dei diritti delle donne, in particolare dell'ambiente rurale, e di quelli di comunità emarginate.
Mylene Kamara (Costa d'Avorio), avvocato, negli ultimi 4 anni ha fatto campagna per la prevenzione dello stupro in diverse regioni del suo Paese e per la presa di coscienza dei propri diritti da parte delle donne.
Anuradha Koirala (Nepal), attivista sociale, è fondatrice e direttrice di una casa di accoglienza e riabilitazione per donne vittime di traffico di esseri umani e per orfani affetti da HIV. 
Maysaa Ibrahim (Siria), con un master in Antichità classiche, è direttrice del Museo del Palazzo al-Azem dal 2006.
Eni Lestari (Hong Kong), di origine indonesiana, collaboratrice domestica e attivista sindacale, ha aiutato una connazionale vittima di tortura a denunciare e far condannare il suo datore di lavoro.
Priscilla Nangurai (Kenya), impegnata contro la mutilazione genitale femminile, dal 1986 Nangurai ha salvato 825 ragazze da questa pratica tribale. 
Rima Nasser-Tarazi (Cisgiordania), musicista, celebre compositrice, attivista palestinese per i diritti delle donne tra le più influenti del suo Paese.
Keiko Ochiai (Giappone), scrittrice, femminista, autrice del libro "Lo stupro" (1982), contribuendo a far luce su un tema raramente affrontato nella società giapponese.
Courtney Payne-Taylor (USA), fondatrice della Girls Riders Organization, che promuove lo skateboard - sport spesso diffuso tra i soli maschi - tra le giovani ragazze.
Martine Piccart (Belgio), professoressa di oncologia, è co-fondatorice del Breast International Group, una dinamica ONG con un ruolo centrale nella condivisione del sapere acquisito nel campo della lotta al cancro al seno.
Nadia Remadna (Francia), operatrice sociale, è la fondatrice de "La Brigade des mères" (Brigata delle madri), un'organizzazione che combatte la violenza contro le donne.
Jamila Shtiwi (Giordania), laureata e dottorata, è direttrice del Museo nel luogo più basso della Terra, ha sette figli ed è nonna di tre nipoti.
Mona Yakoub (Libano), giornalista, è impegnata sul tema dell'immagine distorta delle donne veicolata dai mass media.

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