Al Bano: il regalo più bello, mia figlia nata il giorno di Natale
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Al Bano: il regalo più bello, mia figlia nata il giorno di Natale

di Marino Petrelli “Natale è famiglia. È l’unica festa che riesco a rispettare durante l’anno dal momento che sono sempre in giro per il mondo. E per me la famiglia è davvero la cosa più importante del mondo”. Da …Leggi tutto


di Marino Petrelli

 

“Natale è famiglia. È l’unica festa che riesco a rispettare durante l’anno dal momento che sono sempre in giro per il mondo. E per me la famiglia è davvero la cosa più importante del mondo”. Da Cellino San Marco, Brindisi, e ritorno, sempre con il focolare domestico al centro della sua vita. È Al Bano Carrisi, che raggiungiamo in Germania, quasi al termine della sua lunga tourneè, ma “pronto a rientrare a casa il 24 da Bucarest e godermi un Santo Natale in grazia di Dio, come si dice dalle mie parti” ci dice, fiero delle sue origini brindisine. “Anche se…”

 Anche se?

Nei confronti del Natale nutro un qualche piccolo sospetto. Tutti a Natale sono più buoni e più bravi, si fanno gli auguri, si scambiano i regali. E tutti gli altri 364 giorni dell’anno? Un pizzico di Natale ci vorrebbe tutto l’anno in modo che il 25 dicembre sia vissuto con più serenità e te lo godi anche di più. E poi siamo sempre al telefono, siamo diventati una succursale della Sip. Sentiamoci anche il 28, il 29, dopo capodanno. Le feste continuano, è Natale tutto l’anno.

Immagino che il Natale in casa Carrisi sia una ricca tavola imbandita con tante bontà provenienti dalla tua campagna e con i tuoi prodotti

Un buon vino non deve mai mancare (ride di gusto pensando alle bottiglie da lui prodotte e premiate in tutto il mondo, nda), poi le braciole, le polpette e una bella insalatina mista del mio orto. Non sono un grande mangione, mi so accontentare di poche cose, ma buone. Come al solito, al pranzo di Natale ci pensa mia madre, sarà una sorpresa per tutti. Una cosa che non deve mancare è il melone, che dalle mie parti chiamiamo mellone, maturato per mesi e pronto per la tavola il giorno giusto. Il suo sapore inconfondibile mi regala la gioia della mia terra e delle mie origini.

Tradizioni che ritornano nella tua mente e nella tua famiglia

Per noi meridionali le tradizioni sono tutto. Quando ero piccolo era veramente Natale, non c’è era il telefono, a Cellino San Marco eravamo quattro gatti, aspettavamo la nascita di Gesù facendo la vigilia con la Messa e l’attesa di scartare i regali. C’era un’atmosfera diversa, ora tutto è cambiato, cresci e le vicissitudini della vita ti fanno cambiare e ti fanno andare sempre di corsa. Io cerco però di rimanere legato ad un’idea di Natale sereno e soprattutto da passare in famiglia.

Il Natale che ricordi con più piacere?

Sicuramente quello del 1985. Eravamo tutti quanti a tavola e alle 13.35 esatte è nata mia figlia Cristel. La cosa bella è che è nata in casa, seguita da un’ostetrica di professione, da un medico e da un infermiere. Insomma, la vera nascita come si faceva una volta e come accadde a Gesù nella mangiatoia. Questo è il vero Natale, un’emozione unica che ancora oggi porto nel mio cuore.

 Ora stai finendo una tourneè europea, poi il meritato riposo natalizio. Ma nel 2013 si riparte?

Eccome se si riparte! Voglio lavorare e anche tanto. C’è in programma un tour teatrale che mi porterà, da marzo, in Germania, in Russia, ad aprile in Italia, poi Croazia, Spagna e altre tappe. Con una chicca a cui sto lavorando. Fare uno spettacolo per i miei 70 anni il prossimo 20 maggio al Gran Teatro a Roma. Un momento per festeggiare con tanti amici, ricordare le tradizioni e guardare al futuro con fede e tanto entusiasmo. Prima, pensiamo al Natale: gli auguri ve li faccio adesso perché il 25 dicembre rischi di trovare il mio cellulare sempre occupato!

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