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Tecnologia

Aerei, come sopportare voli sempre più lunghi

Il tempo tra le nuvole aumenta e le compagnie si attrezzano con trucchi, nuovi e vecchi metodi per limitare i disagi intercontinentali

Se alla seconda ora di un Roma-Londra iniziate a scalpitare sul sedile invocando il momento in cui inizierà la discesa o considerate un Milano-Berlino un volo lungo, interrompete subito la lettura. Scoprire che tra un mese esatto il debutto del diretto tra New York e Singapore terrà i passeggeri per quasi 20 ore tra le nuvole e che già si può andare dall’Australia a Londra in 17 ore senza scali, potrebbe procurarvi qualche scompenso. Eppure, la tendenza è inequivocabile. Complici i salti in avanti della tecnologia applicata a velivoli più leggeri e performanti, le distanze medie percorse in aereo si sono già allungate parecchio. Per l’esattezza del 16 per cento rispetto al 2008, secondo un’analisi del sito Planestats.com. Quindi, tratte record a parte, tutti noi spendiamo più tempo di prima con i gomiti piazzati sul bracciolo. Ed è certo che aumenteranno ancora.

In continuo movimento

Premura delle compagnie aeree è assicurarsi che non rimaniamo parcheggiati al nostro posto dal decollo all’atterraggio di un intercontinentale. Spossatezza estrema, gonfiore degli arti, problemi di circolazione fino a complicanze più estreme (trombosi venosa, embolia polmonare), sono in agguato. Per evitarle, è sufficiente muoversi. Andando in bagno o improvvisando coreografie sul posto con gambe, braccia e collo come raccomandato da tutte le riviste di bordo. Da pratica intelligente, elemento di buon senso, su un intervallo di 20 ore è una necessità inderogabile. Però non è pensabile che la hostess si trasformi in una professoressa di educazione fisica, né che il responsabile di cabina inviti nel microfono a fare la pipì. Esistono altri metodi, a fin di bene ma molto più subdoli, che sono già stati messi in campo.

Ricette diuretiche

Trionfi di zuppe, intingoli, salse e salsine, ingredienti diuretici come il cavolfiore al posto delle patate, hanno uno scopo solo: costringere il passeggero ad andare in bagno. Dunque, idratarsi e muoversi, anche se non ne ha nessuna intenzione. Se s’impone una dieta all’asciutto per non disturbare gli altri passeggeri quando è seduto al finestrino; se peggio esagera con l’alcol, notoriamente disidratante. Singapore Airlines, lo racconta il Wall Street Journal, ha elaborato un intero menu che sfrutta questi accorgimenti. Dall’antipasto fino al dessert, a base di marmellata di mirtilli (ovviamente diuretica), ma addensata con generosità in modo da ricordare una cheese cake.

Aereo-dentroPasto a bordo di un aereoiStock. by Getty Images

Nutrimento e riposo

La disidratazione causa mal di testa, dolori a muscoli e articolazioni, aumenta la possibilità di buscarsi un raffreddore a bordo. È scientifico. Meglio bere o, appunto, assumere tanta acqua con il cibo. Altrettanto fondamentale per una buona salute a destinazione è riposare, arduo soprattutto in Economy Class, dove il corpo non trova il ristoro della posizione naturale di un letto. Se l’ansia di affrontare quasi un giorno intero in quota ha portato a scaricare l’impossibile tra film, serie televisive, cartoni animati e documentari che si volevano vedere da ormai un anno, abbandonarsi al binge watching non è la cura giusta per scacciare via la noia. Meglio il sonno.

Temperatura e luce

Di nuovo, nei nuovi voli a lunghissimo raggio – ultra long, nella dizione inglese – hostess e steward si comportano come deejay, giocando non con la musica, ma con la temperatura dell’aria e con la luminosità della cabina. Proponendo colori caldi, variazioni di viola e dintorni, che inducono il sonno quando è ora di dormire, toni come blu o bianco quando bisogna svegliarsi, in coincidenza dei pasti o, finalmente, dell’atterraggio. Abbassando la colonnina di mercurio di qualche grado per stimolare il riposo, alzandola se occorre favorire la veglia.

La mano invisibile

Com’è chiaro, l’aviazione vira verso migliorie impercettibili per un viaggiatore inesperto, che su una rotta di 20 ore fanno una grande differenza. Quanto alla condizione di toilette, sedili e corridoi, non c’è tecnologia che tenga. Tutto dipende dalla buona educazione dei passeggeri. Si spera che una convivenza forzata così ampia, allunghi anche il senso civico.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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