Addio ai Toto: i motivi del ritiro della band
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Addio ai Toto: i motivi del ritiro della band

Il gruppo americano, definiti da Eddie Van Halen “collettivamente i migliori musicisti del pianeta”, si esibirà per l'ultima volta il 20 ottobre a Philadelphia. Steve Lukather ha spiegato le ragioni dello scioglimento

I Toto si scioglieranno il 20 ottobre, dopo l'ultimo concerto a Philadelphia del tour che celebra il quarantennale della band americana.

Una doccia fredda per tutti i loro numerosi fan, che è arrivata da Steve Lukather in un'intervista a "The Morning Call".

Dichiarazioni che non si prestano all'equivoco: la formazione-base, quella con Lukather, Steve Porcaro, David Paich e Joseph Williams, tra pochi giorni non esisterà più.

“Non so cosa succederà in futuro ma so che il 20 ottobre a Philadelphia terremo l’ultimo show con questa formazione. Non so cosa succederà successivamente ma so che è la fine di questa configurazione della band", ha dichiarato il chitarrista.

Lukather ha poi spiegato i motivi della clamorosa decisione. "Dobbiamo prendere una pausa, fermarci, guarire dalle botte prese e vedere come va. La musica c’è sempre e non voglio dire che non la suonerò più, sarebbe stupido dirlo e sarebbe una bugia. Posso suonare tutto quello che voglio da tutta la mia carriera e lo stesso possono fare gli altri. Abbiamo lavorato molto duramente per gli ultimi 10 anni e abbiamo tenuto più tour che mai.Stiamo anche suonando meglio che mai e questo è ironico…quando saliamo sul palco è come se fossimo ancora ragazzini e diamo tutto quello che possiamo. Questo ci mantiene giovani e io sto meglio di quando avevo 40 anni. Fisicamente e dal punto di vista della performance la band è maturata. Io mi diverto molto a suonare. Per come la vedo io, non veniamo pagati per le 2 ore e passa che passiamo sul palco ma per le 20 ore e passa che stiamo in quella piccola prigione che si chiama camera di hotel. Sono stato in tour tutta la vita”.

Quattordici album in studio, 35 milioni di dischi venduti, un numero impressionante di hit, membri della Rock and Roll Hall of Fame e definiti da Eddie Van Halen “collettivamente i migliori musicisti del pianeta”, i Toto hanno segnato in modo indelebile gli ultimi 40 anni con i loro successi.

La loro straordinaria perizia tecnica è sempre stata messa al servizio della melodia e della cantabilità, per questo forse alcuni critici un po’ snob non hanno colto in pieno le loro qualità.

I Toto sono ancora oggi il punto di riferimento da cui molti artisti hanno tratto le proprie influenze musicali ed ispirato le proprie produzioni, continuando ad essere amati dall'intera comunità musicale per la loro credibilità.

La band americana è parte integrante della cultura pop, uno dei pochi gruppi degli anni Settanta sopravvissuti alle tendenze ed agli stili che si sono succeduti negli anni grazie ad una fan base multigenerazionale in tutto il mondo.

E’ stato fondamentale il contributo dei Toto al successo di Thriller di Michael Jackson, l’album più venduto di sempre con oltre 100 milioni di copie: Human Nature è stata scritta da Steve Porcaro e suonata dai Toto al completo, mentre Steve Lukather ha composto e suonato la linea di basso e la chitarra ritmica di Beat it.

Le alterne vicende della band si sono intrecciate con quelle dei tre musicisti della famiglia Porcaro: il batterista Jeff, morto nel 1992 in seguito a una reazione allergica ai pesticidi, il bassista Mike, scomparso il 15 marzo dopo aver combattuto contro la SLA e il tastierista Steve, sulle cui spalle pesa oggi il compito di portare avanti la dinastia.

La storia dei Toto, caratterizzata da continui alti e bassi, è stata perfettamente sintetizzata da Steve Lukather, l’unica costante in 38 anni di carriera del gruppo, ai microfoni di Classic Rock: “Abbiamo attraversato i cieli più azzurri e la più buia oscurità. Morte, droga, divorzi, successi, fallimenti, la critica che ci odiava, cantanti che andavano via. Eppure, nonostante tutte le volte che ci siamo trovati davanti al patibolo, questa band non è morta. Qualcosa continua a riportarci indietro”.

Speriamo che questo qualcosa, più forte della stanchezza e della routine dell'endless tour, li faccia tornare insieme ancora una volta sul palco.

Mai come in questo periodo, dominato dal nichilismo della trap, da scialbo indie-rock e da vuote canzoni pop-dance, c'è bisogno della loro musica.

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