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L’auto elettrica teme il freddo e le vendite non decollano

L’auto elettrica teme il freddo e le vendite non decollano

Decine di modelli Tesla bloccati a Chicago per il freddo artico. Intanto a Oslo, in Norvegia, gli ecobus restano nei depositi: a meno 14 gradi la batteria va in panne…


Sì, un «gelido vento» sta raffreddando l’entusiasmo verso le auto elettriche, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa. Negli Usa la General Motors ha cancellato il piano da cinque miliardi di dollari di investimenti per la realizzazione di nuovi modelli «entry level» a batteria. Il colosso americano aveva annunciato nel 2022 che il suo obiettivo era di produrre 400 mila veicoli elettrici nel 2023, poi il traguardo era stato rinviato a metà del 2024 e infine annullato. Anche la Ford ha rivisto al ribasso i suoi piani per l’elettrico, spostando al 2024 l’obiettivo di produrre 600 mila veicoli a batteria all’anno. Alla base di queste retromarce c’è lo scarso interesse degli americani verso la mobilità «green»: la quota di mercato dei veicoli full electric negli Usa è inferiore all’8 per cento, molto più bassa rispetto a quella conquistata in Europa. Secondo un recente sondaggio condotto dall’Università di Chicago e dall’Associated Press, il 47 per cento degli americani ritiene improbabile l’acquisto di un veicolo elettrico come prossima auto. Uno dei principali ostacoli indicati dagli intervistati riguarda la disponibilità e l’accessibilità delle stazioni di ricarica, a cui si aggiungono le preoccupazioni per il costo elevato delle auto elettriche.

Un altro segnale di disaffezione è arrivato dalla società di autonoleggi Hertz che ha messo in vendita circa 20 mila veicoli elettrici della sua flotta statunitense. Una decisione provocata dalla scarsa richiesta dei clienti, dal deprezzamento dei veicoli (provocato anche dalla guerra dei prezzi innescata da Tesla), dai costi più elevati legati a collisioni e danni. La decisione di Hertz è arrivata circa due anni dopo l’accordo con Tesla per mettere a noleggio centomila auto della società di Elon Musk. Secondo l’analista di Morgan Stanley Adam Jonas, la decisione della società di noleggi dimostra che le aspettative sui veicoli elettrici devono essere «riviste al ribasso». «Se i consumatori apprezzano l’esperienza di guida e i risparmi di carburante di un veicolo elettrico», ha detto Jonas, «ci sono altri costi nascosti legati alla proprietà di un veicolo elettrico» che ne frenano la diffusione. Anche dall’Europa, dove la quota di mercato delle auto elettriche è decisamente più alta (oltre il 16 per cento, valore che sale al 25 per cento considerano anche le ibride plug-in), arrivano segnali di stanca.

In particolare dalla Germania, dove la sospensione decisa dal governo degli incentivi per le aziende ha portato ad un crollo delle vendite di veicoli a batteria: in settembre è stato registrato un calo del 28,6 per cento rispetto a settembre 2022 e addirittura del 63 per cento rispetto al mese di agosto 2023. La morale? Come sottolinea l’analista di Ernst & Young, Constantin Gall, «il mercato delle auto elettriche non è ancora in grado di reggersi in piedi da solo, ma dipende dai sussidi statali». Il raffreddamento del clima ha investito anche Volkswagen, il maggior produttore europeo di automobili, che ha annunciato di voler tagliare la produzione delle auto elettriche a causa di un calo della domanda e ha anche rimandato la costruzione della quarta fabbrica di batterie prevista nei suoi piani. Oliver Blume, a.d. del Gruppo Volkswagen, ha spiegato che il gruppo «non prenderà per ora una decisione su un quarto sito per la fabbrica di batterie, con la domanda di veicoli elettrici in Europa al di sotto delle aspettative». Il settimanale tedesco Der Spiegel già parla di fine del boom dell’elettrico mentre i manager della case europee di preparano a rivedere le proprie strategie in vista delle prossime elezioni europee: potrebbe emergere una maggioranza contraria allo stop delle vendite di auto a benzina nel 2035.

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