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Lady Gaga, l’allieva ha superato la maestra (Madonna)

Lady Gaga, l’allieva ha superato la maestra (Madonna)

Musicista, compositrice, virtuosa della voce, persino attivista civile in tempi di pandemia, Lady Gaga è tra le artiste più autorevoli del momento. Come aveva intuito Panorama quando la intervistò nel 2009. E ora è pronta a stupire (di nuovo) con il suo prossimo album.

Per molti, nel 2009, Lady Gaga era poco più che una lap dancer che aveva imbroccato il pezzo giusto: Just dance. Incuriositi dal successo planetario di quel tormentone disco e dalla sua bizzarra immagine, un mix tra le mise dei gay club newyorkesi e gli outfit più vistosi degli Abba e Madonna, la intervistammo telefonicamente, per primi o comunque tra i primi in Italia. Fu una rivelazione: Stefani Joanne Angelina Germanotta si rivelò molto diversa dalle starlette del pop usa e getta che non riescono ad articolare un ragionamento lungo più di venti secondi.

«Non mi servono droghe, perché io sono drogata di me stessa: se vuole una risposta ipocrita da artista snob le dico che la fama non conta nulla e che i veri valori sono altri, blah, blah, blah…» raccontò a Panorama. «In realtà, tutti desideriamo il nostro quarto d’ora di celebrità, solo che a me 15 minuti non bastano… Camminare a testa alta o strisciare come un serpente: questo è quello che offre la vita. E io ho scelto la prima opzione. Molti pensano che io passi il mio tempo in un centro estetico o a comprami abiti da baraccone. Invece, trascorro le mie giornate in casa a scrivere canzoni e ogni giorno divento sempre più brava».


Lady Gaga, l’allieva ha superato la maestra (Madonna)
Panorama 12 febbraio 2009 – Una delle prime interviste italiane a Lady Gaga è opera del nostro giornalista musicale Gianni Poglio. In due pagine, viene fuori una rivelazione per intelligenza e talento.


Sapeva cosa voleva e dava anche l’impressione di sapere come ottenerlo la nuova «italian bad girl» del music business, una versione in miniatura, nel 2009, dell’altra italian bad girl del pop: quella che le regole dell’entertainment aveva iniziato a ribaltarle, una per una, dal 1984, quando vestita da sposa iniziò a rotolarsi sul palco degli Mtv Video Music Awards, tra gemiti e sospiri, mentre intonava Like a virgin.

Madonna è stata una rivoluzione a tutto campo: ha imposto il «girl power» nella moda, nel costume, nei rapporti con le major discografiche e nella musica, ha dettato per decenni le tendenze e ha inventato un nuovo modo di stare in scena, imponendosi come una delle più abili performer di tutti tempi. Performer, non musicista…

Certo, nessuno nella pop art di largo consumo può prescindere da Madonna (di recente ha svelato di essere guarita dal coronavirus contratto durante il tour europeo di inizio 2020), ma quella che un tempo era considerata un’allieva, oggi sta oscurando la maestra. Per tante ragioni, la prima delle quali è che se parliamo di musica e di tecnica musicale, non ci sono paragoni possibili. «Questo confronto ossessivo con Madonna non ha più ragione d’essere. Non credo di mancare di rispetto a lei e alla sua straordinaria carriera se dico che non siamo la stessa cosa. Io suono molti strumenti, scrivo le mie canzoni, trascorro buona parte del mio tempo in studio di registrazione, sono una produttrice e un’autrice. Questo mi rende diversa da lei» ha chiarito una volta per tutte durante un’intervista a Zane Lowe, uno dei più noti deejay americani.

Un modo elegante anche per dire che lei, per esibirsi, non ha bisogno di apparati milionari. Lo ha dimostrato di recente durante la sua esibizione al Live together at home, il concerto benefico per sostenere la lotta al Covid-19 che ha organizzato via web radunando il meglio della musica mondiale. Dai Rolling Stones a John Legend, da Stevie Wonder e Paul McCartney.

Gaga ha alzato il telefono e tutti hanno detto di sì. Succede solo agli artisti che contano e che hanno una credibilità da spendere. Poi, seduta, davanti al pianoforte di casa, ha incantato tutti rileggendo magistralmente Smile, il brano di Charlie Chaplin portato al successo da Nat King Cole nel 1954 e reinterpretato da Michael Jackson nel 1995.

Recensioni entusiastiche e complimenti da tutti i colleghi. Sa stupire Lady Gaga (a differenza dell’ultima Madonna reduce da un album sottotono come Madame X, uscito nel 2019), e soprattutto sa come usare tutti i colori della musica (non casualmente il nuovo album in uscita il 29 maggio si intitola Chromatica).

Usa il pentagramma come un elastico: prima incrocia la sua voce in una serie di standard jazz con il leggendario crooner americano Tony Bennett, poi compone una ballad strappalacrime come Shallow, la canta con Bradley Cooper nella colonna sonora di A star is born e conquista un Oscar, e infine torna alle origini dance con Stupid Love, l’ultima hit pubblicata a fine febbraio, accompagnata da un videoclip filmato interamente con le fotocamere dell’iPhone 11 Pro nell’ambito di una collaborazione con Apple.

Straordinariamente abile nel cambiare pelle musicale, Gaga negli ultimi tempi, ha scelto di dissipare definitivamente l’immagine della star che vive su un altro pianeta rispetto alla gente comune. E ha vuotato il sacco raccontando a Oprah Winfrey della violenza sessuale subita a 19 anni, del suo rapporto con i farmaci antipsicotici, e della fibromialgia, una malattia cronica che provoca dolori diffusi su tutto il corpo e rigidità muscolare.

Empatica, sincera, come nel video in cui si commuove per l’Italia e gli italiani colpiti dal Covid-19: «Mi auguro che chiunque si trovi in Italia senta l’abbraccio di qualcosa di divino, come le ali di un angelo intorno al vostro bellissimo Stivale».

Niente di più lontano dai suoi esordi quando nel 2010 si presentò seminuda a uno show di Mtv indossando un improbabile «meat dress» realizzato utilizzando parti di carne di bovino. «Volevo creare scandalo perché la gente si accorgesse della mia musica. Oggi credo che la cosa più eclatante che io possa fare è mostrami per quello che sono. Vulnerabile, indifesa, ferita. Ma sempre pronta a rialzarmi».

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