E io compro dall'armadio degli altri
(Ansa/iStock)
Costume

E io compro dall'armadio degli altri

Oltre alla mania del vintage, i patiti di moda acquistano online l'usato deluxe, possibilmente pescato dal guardaroba dei vip. Anche per immedesimarsi un po'.


Le regole del gioco sono semplici: guardare, ispirarsi, immaginare un look, controllare le misure, mettere nella «lista dei desideri» e poi acquistare. Mentre online trionfa il vintage, un'altra tendenza sbanca l'e-commerce: l'usato deluxe, possibilmente pescato dai guardaroba delle celebrità. Per infilarsi nei loro armadi e comprare abiti da sogno a prezzi super scontati bastano pochi click: uno smartphone, una carta di credito e ci si porta a casa una scarpa e un cappotto appartenuto a Chiara Ferragni o a Kate Moss.

Un sogno a portata di app, che s'in- nesta con altri due fenomeni mainstream: da una parte l'acquisto degli abiti usati che salirà del 69 per cento entro il 2021 (come spiega un rapporto di ThredUp), dall'altra la crescita delle piatta- forme di second hand. La pandemia e il «balletto» dei negozi chiusi-aperti ha spinto sempre più persone a spendere nello shopping in rete e il lockdown ha favorito realtà come Depop, app made in Italy con oltre 25 milioni di utenti, Vestiaire Collective, TheRealReal e Vinted.

A spingere i fatturati e i like è soprattutto la «generazione mobile», la più attiva sui social network, abituata ad acquistare dal cellulare e a negoziare i prezzi. E uno stimolo l'ha dato la discesa in campo di influencer e vip che sempre più spesso aprono gli armadi e vendono con finalità benefiche (e a prezzi pop) stock di vestiti e accessori.

«Avevo il guardaroba zeppo di abiti indossati poche volte e di scarpe nuove che mi dispiaceva regalare. Così, quasi per caso, ho cominciato a organizzare un "mercatino" benefico attraverso il mio blog e coinvolgendo le amiche» racconta Caterina Balivo, tra le prime in Italia a scommettere sulla social charity. «Non essendo un'accumulatrice e siccome mi piace cambiare spesso, sono passata alla fase due e con l'aiuto di un esperto nel settore digital ho aperto un profilo su De- pop mettendo in vendita un po' di tutto, con prezzi tra i 10 e i 100 euro».

Il risultato? Più di 300 tra abiti e scarpe griffati esauriti in poche settimane e un tesoretto destinato alla Fondazione Imation Onlus, che supporta i bambini malati di fibrosi cistica.

Nel frattempo la lista dei «venditori» famosi su Depop si è allungata e comprende le sorelle Ferragni, la star di Game
of Thrones
Maisie Williams, Alessia Marcuzzi, l'influencer Mariano Di Vaio e la top model Winnie Harlow. I prezzi sono bassi e la scelta infinita, ma bisogna essere scaltri perché il sold out virtuale è dietro l'angolo.

«Questo tipo di condivisione è una grande opportunità offerta in pochi click e a prezzi democratici. Una volta indossare la maglietta di un cantante rock era un sogno irrealizzabile o per pochi collezionisti, oggi è semplice. Soddisfa il fattore "aspirazionale" e la possibilità portarsi a casa un pezzo di vita del proprio idolo», dice Simone Guidarelli, stylist e art director conteso da case di moda e celebrità.

Domanda e offerta s'incontrano: c'è chi punta a mettere le mani su un capo o un accessorio legato alla storia di un vip, magari indossato sul red carpet, e chi vuole allungare la vita del proprio guardaroba. Come ha fatto di recente Simona Ventura, che su Vestiaire Collective ha piazzato una selezione del suo iconico armadio devolvendo l'intero ricavato delle vendite all'associazione Bauli in piazza, a sostegno dei lavoratori dello spettacolo in difficoltà: tra i primi pezzi venduti, un abito rosso di Valentino da 400 euro, mentre ci sono ancora un borsello di Versace da 120 e una décolleté di Casadei a 108.

Nella lista delle charity sale di Vestiaire Collective c'è poi Lapo Elkann, che supporta la sua fondazione mettendo in vendita un mix di articoli, dall'abbigliamento sartoriale allo street style

(restano disponibili un occhiale Italia Independent da 116 euro e un K Way in pelliccia sintetica a 178). E negli ultimi mesi il sito specializzato in articoli di lusso di seconda mano ha visto raddoppiare il numero delle star impegnate a sostenere la lotta al Covid: da Kate Moss capofila dei più influenti profili del fashion system inglese, a Margherita Missoni e Anna Dello Russo che sostengono la raccolta fondi di Regione Lombardia. Quest'ultima, editor di Vogue Japan e musa degli stilisti, è una specialista nello svuotare il suo immenso archivio: lo fece due anni fa per finanziare le borse di studio per i giovani talenti della moda e ora ha fatto il bis mettendo in vendita un abito di Miu Miu a 85 euro e un sandalo di Bottega Veneta da 195.

L'obiettivo è anche quello di dare una «seconda vita» ad abiti praticamente nuovi. «È importante che la sostenibilità non sia solo un concetto astratto: un piccolo tassello è il riutilizzo di un capo. La prima che me ne parlò, anni fa, è stata Livia Giuggioli Firth, esperta di moda sostenibile» dice Balivo, appena nominata dall'Unesco madrina dell'Oceano per i prossimi 10 anni.

Intanto il social shopping si molti- plica e tutti possono vendere e acquista- re senza limiti capi usati. «L'importante è affidarsi a venditori certificati perché nei market online si possono pescare cult introvabili ma anche prodotti falsi» avverte Guidarelli. Così trionfano piattaforme come Rebelle, focalizzato sul vintage luxury, o Cudoni, specializzato in alta moda con sconti vertiginosi. Ma il range è ancora più ampio e va da Vinted, dove c'è di tutto (purché usato), dai jeans a 5 euro agli orologi griffati, a TheRealReal dove Gucci ha sdoganato la rivendita di lusso: il marchio ha firmato una collaborazione con il portale per la creazione di un e-commerce dove sia i clienti che il brand offrono accessori e vestiti. Così si allunga il ciclo di vita di un prodotto che già nasce per durare nel tempo.

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Francesco Canino