L’ex manager di Formula 1 contro tutto e tutti: «Bastava copiare, quelli che mangiano i topi vivi hanno risolto il problema. Noi che mangiamo il foie gras abbiamo centinaia di intubati».
«In momenti come questo non bisogna avere il braccino corto. Chi ha la possibilità deve mettersi una mano sul cuore e l’altra al portafoglio. Per questo ho fatto una donazione all’ospedale San Raffaele di Milano». Flavio Briatore dice di non sopportare gli artisti che fanno delle storie per dire «state a casa» perché «invece di tante chiacchiere servono i fatti». Ha da subito chiesto misure rigide per contrastare il coronavirus, augurandosi che gli italiani siano disposti al sacrificio. «È meglio la noia che essere intubati». Prima si chiude, prima si riparte. «Leviamoci dalle palle il virus. Finché rimaniamo gli untori del mondo il turismo crolla e per il Made in Italy è un disastro».
Flavio Briatore, com’è la situazione coronavirus a Montecarlo?
Sono preoccupato. La cosa migliore è stare in casa, anche se ho parlato con un primario dell’ospedale e mi ha detto che il virus praticamente non c’è. I miei amici a Dubai mi dicono la stessa cosa. Però arriverà anche da noi, e infatti hanno cancellato il torneo di tennis, il Ballo delle rose, vari congressi. Soffriamo tutti. A dicembre anche io non sono stato bene.
Che cosa ha avuto?
Sono stato molto male, arrivavo dall’Arabia Saudita, ho avuto per quattro o cinque giorni la febbre molto alta. Mi hanno detto che era un virus influenzale. Solo dopo giorni di antibiotici e cortisone è passato tutto.
E ora ha cambiato le sue abitudini di vita?
Cerco di non muovermi e stare in casa il più possibile. È chiaro che il mondo non si può fermare del tutto. Se sono obbligato vado, mi sposto con l’aereo privato. Abbiamo pur sempre qualche milione al mese di stipendi da pagare.
Nel lavoro come sta gestendo l’emergenza?
Vogliamo mantenere il posto di lavoro a tutti quanti, faremo in modo che i ragazzi facciano le vacanze ora invece che a settembre, dopo la stagione estiva. Ci sono più di 1.200 persone che lavorano nel gruppo. Temo che la forza lavoro che abbiamo assunto per quest’estate potrebbe essere eccessiva sia per la Sardegna che per Forte dei Marmi. Il turismo in Italia avrà un crollo, per questo sto cercando di spostarmi anche su Mykonos per garantire lo stipendio a tutti.
Suo figlio Nathan Falco è spaventato?
È tranquillo. A Monaco le scuole sono aperte, ma non sono obbligatorie. Sono
i genitori che devono decidere. Sta andando due o tre giorni a settimana. Hanno messo una sua maestra in quarantena perché arrivava da Singapore.
In Italia la situazione invece è precipitata. Le sembra che il presidente Giuseppe Conte stia affrontando la crisi in modo adeguato?
No, lui e tutto il governo hanno fatto errori enormi. I cinesi hanno isolato oltre 60 milioni di persone, hanno resettato tutto. Io dico una cosa: nella vita quando vedi degli esempi virtuosi li devi copiare, non puoi essere creativo quando si tratta della salute pubblica. Di solito sono i cinesi a copiare noi, per una volta potevamo fare il contrario. Invece i nostri politici sono riusciti nell’impresa di italianizzare il virus, se ne sono impossessati in esclusiva. Certo la Cina non è esattamente una Repubblica, ma la dittatura in quel caso è servita. Bisognava chiudere tutto e subito, uffici, negozi, trasporti. Impedire alle persone di spostarsi per qualsiasi motivo. Ma che roba è l’autocertificazione? Non puoi lasciare la porta mezza aperta: quando lasci uno spiffero diventa un cancello.
Ma lei che cosa avrebbe fatto se fosse stato al governo?
Avrei subito nominato un commissario straordinario indipendente dichiarando lo stato di emergenza. Serviva un super esperto del campo che sapesse fare, lavorare, decidere. Un premier capace non sarebbe andato su tutte le tv collegato dalla Protezione civile a terrorizzare il Paese. Da quel momento tutti i giornali del mondo hanno parlato del virus in Italia. Conte e compagnia bella all’inizio dovevano fare un decreto per cui chi arrivava dalla Cina in Italia doveva essere messo in quarantena. Invece dicevano che chiedere controlli era fascio-leghismo. Il governo e la sinistra hanno cavalcato il virus per fare propaganda contro la destra.
La gente è spaventata, ha bisogno di rassicurazioni…
Sì, ma la comunicazione è stata completamente sbagliata. Non puoi parlare male del Nord, delle regioni, della sanità lombarda che è un’eccellenza mondiale. Conte ha sparso panico. Siamo diventati gli untori dell’Europa e del mondo. Poi sono diventati tutti mogi mogi perché si sono resi conto di aver fatto un grande errore. D’altronde quando uno non è preparato… Conte era un professore, Luigi Di Maio, che dovrebbe spiegare al mondo che non siamo degli appestati, era uno steward, con tutto il rispetto, Rocco Casalino faceva parte del Grande Fratello, Borrelli era un commercialista.
E i governatori del Nord non hanno commesso errori?
Di Attilio Fontana ho grande stima, ma non doveva farsi vedere con la mascherina. Se vedessi il sindaco di New York con la mascherina ci andresti? Anche Luca Zaia ha fatto un grande errore, ma in un momento del genere, di grande stress, può anche capitare. Lui ha ammesso l’errore e ha chiesto scusa. Quelli che mangiano i topi vivi, i cinesi, hanno risolto il problema, noi che mangiamo foie gras abbiamo centinaia di persone intubate.
Ma solo le istituzioni hanno delle responsabilità o gli italiani ci hanno messo del loro?
Gli italiani si sono comportati da irresponsabili. Qui a Montecarlo sembrava di essere a Milano. Appena hanno scoperto che la Lombardia sarebbe diventata zona rossa molti hanno riaperto le seconde case, anche a Forte dei Marmi. Gli italiani sono un popolo di teste di cavolo. Ma le regole devono essere dure: non ci si sposta, si bloccano i frontalieri, insomma se si chiude si chiude tutto.
Altrimenti si vedono i treni assaltati da chi dal Nord vuole tornare a casa al Sud…
Un mucchio di incoscienti che avrebbe dovuto pensare alla salute di tutti quanti. Sappiamo perfettamente che se il virus dovesse arrivare al Sud sarebbe un disastro. È giusto quello che ha detto il presidente della Puglia Michele Emiliano, che non è sicuramente il mio preferito: arrivate e fate la quarantena.
Quali sono le misure economiche più urgenti?
Io posso resistere alla crisi, però c’è gente che ha bisogno di cassa. Su Instagram mi hanno scritto alcuni ambulanti che mi hanno detto: io starei a casa, ma se non guadagno come faccio a comprare le medicine e fare la spesa? Bisogna dare un grosso aiuto alle famiglie: organizzare buoni per supermercati, esonerare dal tfr, bloccare i mutui e gli affitti. Ma anche un sussidio di almeno 500 euro a famiglia. Servono misure eccezionali e aiuti concreti per due anni almeno.
La sua simpatia per Salvini è immutata o negli ultimi tempi ha cambiato idea?
Continuo ad avere simpatia per Salvini perché è uno che si fa un mazzo così, è un grande comunicatore, parla alla pancia della gente. Matteo Renzi è bravo e studia, Giorgia Meloni è intelligente, e una menzione speciale va a Silvio Berlusconi. Non è un caso che tutti questi abbiano detto di chiudere subito le frontiere. Ovviamente gli hanno dato dei fascisti, perché in Italia se hai delle idee giuste sei tacciato di essere un fascista o un evasore.
Ma lei si sente ancora italiano dopo 40 anni fuori dall’Italia?
Io come italiano ho avuto solo le rotture di coglioni. Non ho mai avuto un mutuo a fondo agevolato o un finanziamento, ho sempre portato clienti importanti e le strutture che abbiamo in Italia pagano regolarmente le tasse allo Stato italiano, eppure mi danno dell’evasore. Ma nonostante tutto mi sento italiano.
Che cosa la fa arrabbiare così tanto?
Mi fa incazzare lo spreco del potenziale enorme che abbiamo. Del turismo non sfruttiamo niente. Quando arriva il turista cerchiamo di spennarlo come un pollo e lo mandiamo via a calci. E poi c’è un’invidia sociale bestiale. In America, quando uno vede una bella macchina pensa che lavorando duro potrà comprarsela, in Italia te la rigano.
Per l’italiano tutti i ricchi sono ladri.
È demoralizzante. Sono partito da Cuneo che non avevo niente e ho fatto qualcosa di importante anche per il mio Paese. Ho vinto dei titoli mondiali in Formula 1. Invece c’è gente che ha portato via le sedi dall’Italia in Olanda, e che quando guadagnava investiva all’estero, mentre se perdeva metteva tutti in cassa integrazione. Quelli vanno bene?
Lei ha passato gran parte della sua vita nel mondo dello sport. Che cosa pensa delle divisioni nella politica sportiva che hanno tenuto banco anche in questi momenti così delicati?
Se si ferma il Paese si deve fermare tutto lo sport. Ha ragione Giovanni Malagò: meglio stare senza calcio che avere un tubo in gola. La politica sportiva è fatta di fazioni. Qui a Montecarlo siamo vari gruppi imprenditoriali in costante competizione, ma nell’emergenza ci siamo riuniti tutti. I vertici dello sport italiano dovevano fare squadra, invece hanno fatto un pessimo cinema. Abbiamo fatto ancora una volta la figura degli italiani.
Fonderebbe un suo soggetto politico?
No, assolutamente, perché in politica non puoi incidere. In azienda se voglio cambiare il colore delle sedie lo cambio in un quarto d’ora, in politica devi avere a che fare con una marea di persone che capiscono molto meno dei miei dipendenti. È una frustrazione continua. Se uno della destra ha una buona idea a sinistra dicono che non va bene, e viceversa. Siamo fermi così da sempre.
Tornerebbe in televisione?
The Apprentice era un programma interessante, e adesso lo sarebbe ancora di più perché parla di lavoro che è il vero problema di oggi. Magari si può rifare, passato il virus ci pensiamo.
In tv c’è una sua imitazione che ha avuto molto successo: quella di Maurizio Crozza. Le dispiace che non la faccia più?
Sì e no. Con Maurizio abbiamo chiarito alcune cose che mi davano fastidio. Per il resto lo trovo geniale. Quando c’è stata la polemica sulla Puglia con la pensione Mariuccia c’era da morire dal ridere. Il migliore che fa è Mattarella, poi ci sono io.
Lei è molto attivo sui social che per tanti sono più un pericolo che un’opportunità.
Ho circa un milione di follower, la maggior parte ha tra i 18 e i 35 anni. Li curo io direttamente. Li uso anche per cercare nuovi collaboratori: non si va quasi più dalle agenzie. Se guardate non ci sono insulti sui miei profili. Purtroppo i cretini nascono più veloci del virus: sono i frustrati delle tastiere, che non provano neanche a lavorare perché non sarebbero in grado. Sono solo degli sfigati.