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Fuorisalotto: tutte le novità per arredare di verde il terrazzo

Fuorisalotto: tutte le novità per arredare di verde il terrazzo

Piante carnivore per tenere lontani gli insetti e stile «Japanese garden» sono solo alcune delle idee per rendere green casa e balconi. Viaggio, in anteprima, nei tanti Festival botanici italiani.


Cambio di stagione e passaggio di testimone, dal Fuorisalone al «Fuorisalotto». Che sarebbe quell’appuntamento diffuso per cui a partire da maggio e fino a ottobre, da Nord a Sud lungo tutta la Penisola, terrazzi, cortili e «roof garden» si trasformano in lussureggianti spazi all’aperto arredati con il meglio del design vegetale. Come accade per gli interni della casa, anche il balcone e l’eventuale giardinetto meritano di essere rinnovati ogni anno con fiori, arbusti e alberelli di tendenza e facili da coltivare, da scovare nei vivai e nelle mostre del verde dove, secondo i dati forniti da Myplant & Garden, il più importante appuntamento fieristico italiano riservato ai professionisti del green, nel 2022 gli italiani hanno speso per piante, fioriere, attrezzi, sistemi di irrigazione, sementi e concimi circa 3 miliardi e e 40 milioni di euro.

La maratona fra gli eventi di primavera a caccia di chicche botaniche inizia con Orticola, in programma ai Giardini Indro Montanelli di Milano dall’11 al 14 maggio e nei 26 tra musei, orti, ville e giardini e i 39 negozi allestiti da 27 floral designer che aderiscono al Fuori Orticola. Il tema della 27a edizione della kermesse è «L’intelligenza dei fiori»: un invito a scoprire le strategie e le tattiche di adattamento che le piante utilizzano per sopravvivere in situazioni sfidanti. Passeggiando fra gli stand, che propongono anche accessori e arredi di gusto country, sarà per esempio possibile acquistare un esemplare di Drosera rotundifolia o «pigliamosche»: un’erbacea carnivora – questo è un trend – dalle note virtù calmanti ed espettoranti, i cui mini tentacoli viscosi servono per intrappolare gli insetti; oppure qualche bustina di semi di zinnia (vanno interrati adesso), la coloratissima corolla vintage che su Instagram sta minando il primato di visualizzazioni di dalie e tulipani, e un vaso di Fiordaliso stoppione (Centaurea jacea), che – come il Paphiopedilum, raffinata orchidea asiatica dalla silhouette antropomorfa – appartiene alle varietà che attirano api, farfalle e altri impollinatori, facendo un bel regalo alla biodiversità urbana.

Accanto a un Rhododendron Vireya, che riempie l’aria con delicate note mielate, perché non prevedere in terrazzo anche un angolo di Giappone, altra tendenza di Orticola 2023? Per comporre un elegante sipario orientale, da impreziosire, volendo, con un punto d’acqua con ninfee, bastano una grande ciotola di Hosta dalle foglie a cuore, uno Zanthoxylum armatum o frassino alato spinoso, da cui si ottiene il famoso pepe di Timut, dai tipici sentori agrumati, e magari, sospendendolo dall’alto o a parete, un kokedama, e cioè una pianta come una felce o un Pothos coltivata dentro una sfera di muschio, ricalcando una tecnica diffusa fin dal Seicento nel Paese del Sol Levante.

Secondo Coldiretti, aumentare la presenza di parchi, viali, aiuole e terrazzi fioriti in città, dove oggi si dispone di soli 33,8 metri quadrati di verde per abitante, è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria (e della vita): un albero adulto è in grado di catturare dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro piantumato neutralizza 20 mila chili di anidride carbonica l’anno. Senza calcolare gli effetti positivi dell’agricoltura urbana sui microclimi delle metropoli, in cui di solito la temperatura estiva, come rivela l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è in media di 2°C superiore rispetto alle zone rurali. Se dunque è vero che ciascuno, nel suo piccolo, può fare la sua parte coltivando il proprio fazzoletto di terra, occorre sfatare qualche mito: «Tutte le piante possono vivere bene in città e tutte le città devono ospitare più piante possibili: è questa la strategia che deve adottare chi progetta gli spazi urbani per garantire uno sviluppo territoriale sostenibile» fa notare Mario Faro, vivaista, ideatore e vulcanico patron del Radicepura Garden Festival a Giarre, primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo.

Il «fil vert» della IV edizione, visitabile fino al 3 dicembre nel parco botanico di Radicepura, incastonato fra l’Etna e il mar Ionio in provincia di Catania, è «Il giardino delle piante»: tema individuato da Antonio Perazzi, direttore artistico del Festival, come suggestione per il concorso aperto ai giovani paesaggisti, chiamati a immaginare «un giardino moderno, poetico, funzionale e resiliente». Anche in un’ottica di terrazzo, «la pianta mediterranea più forte e adattabile è l’Olea europaea, l’ulivo, albero simbolo del Mediterraneo che non patisce caldo, freddo né siccità» prosegue Faro. «E se i metri quadri a disposizione sono pochi, vanno benissimo le crassule in vaso. La Crassula ovata, per esempio, resiste alla mancanza di cura se si è assenti anche 15 giorni per le vacanze». Anche la Plumeria rubra o Frangipane, originaria dell’America tropicale, cresce bene sui balconi, e i suoi fiori diffondono una fragranza dolce e rasserenante nelle prime ore della giornata.

A proposito di piante da profumo (e non solo): sempre in Sicilia, l’Orto Botanico di Palermo ospita, dal 19 al 21 maggio, Zagara di primavera, una mostra con oltre 60 vivaisti che propongono anche erbe aromatiche e specie commestibili; nello stesso weekend il Perugia Flower Show accoglie 70 espositori specializzati in varietà curiose e insolite mentre a Genova s’inaugura lo Yacht & Garden, mostra-mercato dedicata al giardino mediterraneo. Dal 26 al 28 maggio, infine, ai Giardini Reali di Torino sboccia Flor Primavera, il salone del giardinaggio cui aderiscono più di 200 partecipanti e che quest’anno s’ispira a «Le piante dei Cesari»: c’è da scommettere che vite, fico e alloro saranno i protagonisti dei nuovi balconi in filologico «roman style».

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