​Cortina D'Ampezzo Veneto
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Veneto, aperto per ferie

Dalle Dolomiti alle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, passando per Venezia, Padova, Verona e Vicenza. Viaggio, guidato, nella regione che, a pochi chilometri dalle piste da sci più famose del mondo, ospita tesori d’arte che, da soli, valgono una trasferta. E chi non ama la neve può perdersi lungo la via del formaggio o alla scoperta delle cantine, degustando bollicine.

Non solo discese in pista. Il Veneto è molto di più, in ogni stagione, specialmente in inverno. Si possono alternare attività sciistiche con la scoperta di tesori artistici e stili architettonici, cullando il palato in viaggi nelle tipicità enogastronomiche, aggiungendo una parentesi romantica in laguna o una fuga amorosa nella città di Romeo e Giulietta. Un ventaglio di opportunità che soddisfa desideri differenti e, con un po’ di pianificazione, è alla portata di tutte le tasche. Il Veneto è una regione aperta per ferie quattro stagioni all’anno. Un mix di offerte che nel 2019 è stato premiato con l’arrivo di oltre 20 milioni di turisti. La speranza degli operatori della montagna è che questa possa essere «la stagione della ripartenza» dice a Panorama Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari. «Abbiamo grandi aspettative dopo la chiusura forzata dovuta alla pandemia che ha bloccato il comparto per l’intero 2021 e per il 75 per cento della stagione 2019-2020».

Sogno per molti, abitudine per gli appassionati e famose in tutto il mondo, le Dolomiti bellunesi sono meta obbligata per chi voglia gustarsi neve e vita da montagna. L’incrocio tra pinnacoli, guglie e torri, con balze, altipiani e cenge regala un panorama mozzafiato.

Qui spicca Cortina d’Ampezzo, con i suoi 120 chilometri di piste. Lo spettacolo è assicurato, come gli appuntamenti mondani in cui si ritrovano tanti volti noti del jet set italiano e internazionale che hanno eletto Cortina come residenza invernale.

La vicina e piccola Falcade è un buon punto di partenza per lo sci di fondo, disciplina più economica e meno pericolosa della variante alpina e dello snowboard. Un’altra località da non perdere e meno conosciuta dal turismo di massa è la Valle di San Lucano, terra di galaverna. Qui la nebbia della notte si cristallizza sui rami degli alberi assumendo forme di aghi e scaglie ghiacciate e donando al paesaggio un aspetto unico e magico.

Sui versanti bellunesi di queste montagne, resi immortali dagli scritti di Dino Buzzati (dal prossimo gennaio a Belluno inizieranno le celebrazioni per il 50° anniversario della sua morte), la meraviglia tocca l’apice ogni giorno all’alba e al tramonto grazie all’«enrosadìra»: fenomeno per cui le pareti rocciose, colpite dai raggi del sole, si tingono di rosso per poi virare verso il rosa e il viola, fino a oscurarsi con la notte.

Neve fresca da queste parti è sinonimo anche di «ciaspe», il termine ladino che indica le racchette con cui ci si sposta a piedi sulla neve, per apprezzare la montagna in modo alternativo, con tempi più dilatati che consentono di catturare scorci inconsueti ed esplorare vie poco battute. Tra le molte opzioni delle Dolomiti bellunesi, due da non perdere sono Auronzo di Cadore e il Monte Pelmo, ideali per ciaspolate di gruppo grazie a percorsi ad anelli e tracciati abbordabili per salire oltre i 2 mila metri.

Uno dei vantaggi di una regione che si estende per 18.345 chilometri quadrati, dalle vette alpine orientali al mar Adriatico, è la possibilità di muoversi in maniera agevole, così che durante la settimana bianca si possano programmare anche gite verso le località d’arte.

Tornando alla neve, l’Altopiano dei sette comuni di Asiago si snoda su 50 km di piste da fondo, con 80 km di discesa e 35 impianti di risalita, snowpark in abbondanza e due stadi del ghiaccio aperti tutto l’anno. È anche la sede dei più grandi telescopi dell’Istituto nazionale di Astrofisica e dell’aeroporto civile più alto d’Italia, il Romeo Sartori, che si trova a quota 1.041 metri e funge da trampolino di lancio per sorvolare le cime locali con alianti e piccoli aerei turistici.

Da qui basta poco più di un’ora per raggiungere Vicenza, città che ambisce a diventare Capitale della cultura 2024 grazie alle opere del Palladio che le hanno già permesso di diventare Patrimonio dell’Unesco. Ad affiancare l’arte ci sono le delizie del palato: oltre alla quattrocentenaria ricetta del baccalà, nell’area vicentina si spazia dal broccolo fiolaro di Creazzo alla sopressa Dop, con le quattro varietà dei vini rossi dei Colli Berici ad accompagnare le tipicità culinarie.

Se il Prosecco è un’istituzione nazionalpopolare, con le esportazioni nel primo quadrimestre del 2021 che hanno segnato un aumento su base annuale del 17 per cento, per più di 120 milioni di bottiglie spedite oltreconfine, nel bellunese immancabile è la Strada dei Formaggi, un viaggio nella cucina locale con 34 tra malghe, latterie e caseifici dislocati su vette dolomitiche e verdi distese.

Il vino bianco frizzante Serprino e l’olio extravergine d’oliva sono i simboli dei Colli Euganei, 20 chilometri di rilievi di origine vulcanica alle porte di Padova, altro centro che merita una sosta. Non solo per ammirare la grandezza di Giotto nella Cappella degli Scrovegni e scoprire la Basilica di Sant’Antonio del XIII secolo, ma anche per una visita al Museo La Specola, luogo meno conosciuto, dove l’antica torre medievale è stata trasformata in osservatorio astronomico. Qui si può fare un esperienza unica: salendo sulla terrazza panoramica, si può abbracciare l’orizzonte e ammirare la maestosità di tutte le Dolomiti. Per poi scendere e andarsi a fare uno Spritz in centro.

In tour nel Patrimonio dell'Unesco

\u200ble colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

Arcangelo Piai

Suggerimenti per organizzare un viaggio in Veneto nelle tante località artistiche, storiche e naturalistiche che fanno parte della lista di luoghi da preservare.

Un altro modo per catturare la vera essenza del Veneto è organizzarsi un tour per apprezzare la varietà del paesaggio. Le tappe che ci sentiamo di suggerire sono i luoghi di questa regione che sono stati inseriti nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Un viaggio in cui si passa da uno dei gruppi montuosi più spettacolari del mondo come quello delle Dolomiti, al tesoro artistico, storico e culturale di Venezia, che include pure l’innovativo sistema difensivo della Serenissima con Peschiera del Garda, la città fortezza a forma di pentagono.

Per la sua maestosità architettonica, un’altra tappa obbligata è Vicenza. Una città firmata da Andrea Palladio, l’architetto rinascimentale che ne ha trasformato l’impianto urbanistico. A lui si devono 23 palazzi del centro storico e tre ville fuori dell’antica cinta muraria (visitabili con la passeggiata palladiana, adatta a tutti e possibile in ogni stagione), più 21 residenze distribuite nel territorio circostante.

Tra le novità più recenti inserite nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Unesco ci sono le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, un’area in provincia di Treviso che rappresenta il cuore produttivo di un’eccellenza italiana, esaltata dal lavoro dei piccoli produttori vinicoli locali. Andar per cantine e assaporare il perlage, godendosi in relax il panorama e l’armonia delle colline, sono esperienze da fare, magari facendo tappa all’Ecomuseo della zona, dove si capisce la biodiversità che rende unici al mondo i vigneti di Conegliano e Valdobbiadene.

Oltre a Verona, custode dei fasti dell’Impero romano (dall’Arena al ponte Pietra, dall’arco dei Gavi alle porte Leoni e Borsari), c’è Padova a regalare meraviglie. Da una parte spicca l’Orto botanico fondato nel 1545, che raccoglie circa 3.500 specie diverse di piante, al cui interno trovano spazio cinque grandi serre dedicate alla biodiversità, dall’altra gli affreschi del XIV secolo, insigniti del riconoscimento Unesco lo scorso 24 luglio. Sono opere firmate da Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi e Jacopo da Verona che, dalla Cappella degli Scrovegni al Battistero della Cattedrale, rendono unici otto monumenti del centro storico cittadino.

Mercatini di Natale

\u200bMercatini di Natale di Verona

Mercatini di Natale di Verona

Ansa

Sette indirizzi di shopping, non in montagna, che valgono una trasferta

Luminarie, prodotti artigianali, decorazioni e tanti eventi in totale sicurezza. Con le festività alle porte, in tutte le città fervono i preparativi tra addobbi innovativi e i tradizionali mercatini natalizi. Nel ricco e affollato calendario ecco sette suggerimenti da provare in Veneto.

• Con Christkindlmarkt i mercatini di Norimberga tornano nel centro storico di Verona fino al 26 dicembre.

• Prodotti tipici enograstronomici e l’ingegno degli artigiani locali in mostra dal 4 dicembre al 6 gennaio a Vicenza.

• Fino all’Epifania a Padova va in scena il Natale diffuso tra le vie del centro e le piazzette di quartiere.

• Mercatini in versione marittima a Caorle, con la reinterpretazione delle tradizioni del Nord Europa fino al 9 gennaio.

• Due grandi e luminosi alberi di Natale, più di 90 casette in legno e un’apposita area selfie caratterizzano il Christmas Village di Jesolo Lido.

• Degustazioni e originali idee regalo sono il piatto forte dei mercatini di Bardolino, sulla sponda veronese del Lago di Garda.

• Chalet di legno, presepi, ceramiche e grappe locali nel menu di Bassano del Grappa, con i mercatini aperti tutti i giorni fino a Santo Stefano.

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Alessio Caprodossi