A Villa a Sesta un piccolo borgo incantato con L'Asinello e un firmamento di stelle
L'Asinello
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A Villa a Sesta un piccolo borgo incantato con L'Asinello e un firmamento di stelle


Fra le vigne del Chianti la luce è unica, il paesaggio sconfinato e morbido. Si respira pace lungo le strade di queste colline che portano all'Asinello. E quando si entra nel ristorante neo stellato di Senio Venturi e Elisa Bianchini quella tranquillità che solo la campagna Toscana può regalarti te la porti dentro e non la lasci più.

Senio e Elisa hanno deciso di costruire la loro vita a Villa a Sesta. Di aprire il loro ristorante in questo piccolo borgo di 60 persone. Dove il ristorante accanto è la Bottega del Trenta – e ha la stella da 20 anni – dove il paese più vicino è Castelnuovo Berardenga e a due passi dal parcheggio e dal parco giochi del paese non c'è un centro commerciale ma una cantina di produttori vinicoli locali.

L'Asinello è nato insieme alla prima figlia di Senio e Elisa. Nel 2011.


Elisa allattava Velia quando hanno aperto la prima volta le porte del loro amato locale e Senio con la sua cucina fin da subito ha parlato di casa, di passato e di futuro.

I piatti di Senio sono schietti, sinceri e sempre in aggiornamento, fanno percepire la mano di un uomo che ama il suo lavoro. Proposte in evoluzione, niente è scritto per lui, niente è fermo. Come in tutte le famiglie c'è sempre una novità. E dopo L'Asinello e Velia è nato Bruno. E i tre figli sono cresciuti insieme, senza far mancare niente a nessuno.

Elisa e Senio hanno trasmesso da subito la loro identità, questa è stata senza dubbio la loro forza. Copia e incolla di altre strutture qui non ce ne sono, ma solo voglia di fare, di lavorare e di migliorare. Piano piano entrambi hanno alzato il tiro, di pari passo. Con il tempo Senio ha perfezionato i piatti e Elisa ha migliorato la sala e ampliato la cantina. Senza troppe costrizioni, senza niente di artefatto.

L'Asinello è vita e è sempre in movimento, è la dimostrazione di un progetto sviluppato con cura, con passi studiati a tavolino. Un ristorante che con gli anni è cresciuto naturalmente e senza fretta, fuori dal vortice delle grandi città.

Come mai avete aperto a Villa a Sesta? Senio sei di Siena, Elisa di Rimini. Perché siete venuti qua?

Senio: Per caso. Ci eravamo sposati da poco, volevamo aprire insieme un locale ma non sapevamo dove. Siamo passati qui davanti e ci siamo innamorati di tutto. È stato un incontro fortuito ma folgorante. Una vecchia stalla per gli asini che aveva un potenziale enorme.

Elisa: Abbiamo deciso di buttarci in questa avventura anche con un po' di incoscienza, ma sentivamo che questo posto era la nostra casa e abbiamo deciso di assecondare il nostro istinto.

Come è lavorare a Villa a Sesta? Quale è la vostra proposta e come la sviluppate?

Senio: Lavorare a Villa a Sesta è particolare, uno stimolo continuo.

La vicinanza con La Bottega del Trenta per noi è stato un fattore positivo, avere accanto una Chef come Hélène Stoquelet è un onore e un grande incentivo a migliorarsi sempre. A Villa A Sesta però si respira un'aria particolare. C'è bisogno di creare per far muovere la situazione. Quindi noi abbiamo subito deciso di comunicare in modo sincero, con piatti e un servizio che fosse adatto ai nostri amici e clienti.

La mia cucina parla di questa terra, ma non mi fermo mai qua. Metto in pratica tutto quello che apprendo ogni giorno, da una salsa nuova a una lavorazione antica della materia prima. La Toscana è sempre stata questo dall'antichità, creatività e cultura e questo cerco di trasmetterlo con il mio lavoro.

E la cantina Elisa? Cosa c'è e come si è sviluppata negli anni?

Elisa: Nel 2011 la nostra carta dei vini comprendeva principalmente etichette del territorio. Un ristorante nuovo nel Chianti doveva avere per forza bottiglie della zona. Poi con il tempo ho ampliato la proposta, sono arrivata a 200 etichette, studiate tutte con cura e attenzione, con referenze naturali e non solo italiane. Tutto però ha da sempre una regola. Il vino deve ruotare intorno a un concetto, deve esaltare la cucina di Senio.

A Novembre 2019 la Guida Michelin ha asseganto all'Asinello una stella michelin. Villa a Sesta è diventato così un paese di 60 persone con 2 ristoranti stellati. Un riconoscimento importante per un ristorante. Cosa è cambiato con l'arrivo della stella?

Senio: La stella è stato in primis un riconoscimento al nostro lavoro da parte di esterni. Noi abbiamo clienti che ci hanno sostenuto da sempre. Sapevamo che la nostra proposta piaceva a loro, che i nostri piatti erano adatti ai nostri amici. E questa è sempre stata una grande sicurezza. Sapevamo però che essere accanto a un ristorante storico come La Bottega del Trenta per noi poteva essere un'arma a doppio taglio. La stella era sicuramente un sogno ma non pensavamo di poter riuscire a prenderla anche noi. È veramente raro, se non impossibile, trovare due ristoranti stellati nel giro di pochi metri, in un paese così piccolo, in piena campagna.

Elisa: La stella ci ha dato un riconoscimento extra territoriale e ci ha inseriti in una vetrina più ampia, una vetrina vista da più persone e da chi si muove alla ricerca di strutture come la nostra.

Parliamo di clientela. Come si è evoluta negli anni? Avete notato cambiamenti nel turismo locale?

Elisa: I primi anni avevamo principalmente clienti locali. Persone della zona che ci conoscevano grazie al passa parola. Abbiamo sempre avuto un rapporto particolare con i nostri clienti. A un anno dall'apertura abbiamo deciso di fare una cena degli auguri per i nostri clienti speciali, per ringraziarli per il sostegno. Non avevamo però abbastanza sedute per tutti e quindi abbiamo chiesto a chi era invitato di portarsi una sedia. Ecco a fine cena le sedie ce le hanno regalate. Se vieni da noi oggi trovi tutte sedie diverse e firmate, sedie colorate di design accanto a vecchie sedie della nonna. Tutte però con un'anima e dal carattere unico.

Senio: Ci sono stati dei cambiamenti durante gli anni. Con il passare del tempo ci hanno iniziato a conoscere, le strutture vicine hanno iniziato a parlare di noi anche ai loro ospiti. Ora stanno arrivando nuove persone, c'è un interesse diverso, un modo nuovo di concepire il nostro lavoro. Forse anche più critico visto che ora siamo riconosciuti a livello internazionale.

Ma non è stato facile, riuscire a portare persone a Villa a Sesta è stata una bella impresa!

Per questo è nato il Dit'Unto? Per la cronaca Dit'Unto è il festival di cibo da strada più amato e frequentato della Toscana. La seconda domenica di ottobre Villa a Sesta è invasa da persone. Chef stellati da tutta Italia vengono invitati a preparare piatti di street food accanto ai piccoli produttori locali. E la festa funziona da sempre.

Senio: Bè si, diciamo che Dit'Unto è stata una festa che abbiamo voluto fare per creare movimento nel paese. Non era un successo assicurato però, senza l'aiuto degli abitanti di Villa a Sesta non sarebbe mai potuto diventare quello che è ora. Volevamo fare una festa costruttiva. Invitare persone del mondo della ristorazione contemporanea nel Chianti, per parlarci e trovare nuovi stimoli anche noi.

Elisa: Poi anche questo progetto è diventato grande. Nel 2019 le presenze sono arrivate a 10.000. Oggi però noi non siamo più dentro l'organizzazione, siamo fra i soci fondatori, ma è Villa a Sesta che pensa a tutto, noi se ci interpellano diamo consigli, ma ci piace che la festa abbia una propria vita e che ogni anno si rinnovi anche senza il nostro supporto. Come un figlio, un figlio diventato grande e che vive da solo.

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Federico Minghi