Generazione Zoom
Realme CS5 con fotocamera da 64 megapixel.
Tecnologia

Generazione Zoom

La mania del momento? Catturare i dettagli, non importa quanto distanti dal proprio punto. Gli ultimi modelli degli smartphone assecondano questo gusto per il particolare con tecnologie e lenti prodigiose. Che cancellano per sempre il concetto di privacy, quantomeno in pubblico.

Si registrano miagolii di sollievo collettivi: gli umani hanno smesso di piantare il cellulare davanti al muso dei loro amati felini. Ora ne riprendono la pigrizia congenita, e le occhiatacce torve, da lontano. Dal lato opposto della stanza. Mentre i gatti esultano, i bambini possono giocare in pace, senza smartphone a mezzo centimetro dal viso che ne intasano i movimenti, ne ingombrano lo spazio vitale. Non c’è scampo per fiori né tramonti, per ogni cosa viva o inanimata, buia o illuminata: il distante, quanto non è a portata di sguardo, adesso lo è dentro uno schermo. Siamo diventati la generazione zoom, quella che all’universale preferisce il particolare, dell’intero predilige una porzione, dell’insieme gradisce il dettaglio. Prima reclamavamo il grandangolo, l’ariosità dei luoghi dopo le claustrofobie della pandemia. Adesso, ritrovato il contatto con la normalità, ne enfatizziamo la straordinarietà, per assorbire il massimo del minimo.

Siamo novelli Jeff Jefferies, il reporter infortunato raccontato dal capolavoro di Alfred Hitchcock, La finestra sul cortile. Solo che anziché starcene bloccati su una sedia a scrutare i dintorni col teleobiettivo, applichiamo al movimento la voracità di vicinanza. Gli ultimi modelli di smartphone, oramai formidabili spie delle tendenze contemporanee - e loro propulsori, per esigenze di marketing - assecondano questa voglia di prossimità, di ritaglio del tutto in favore di una parte. Hanno, di serie, zoom portentosi.

Samsung Galaxy S23 Ultra.

SAMSUNG

Per credere, basta provare, sfiorare il pulsantino tondo 10x visibile ogni volta che si vuole scattare una foto o registrare un video: lo zoom, ottico, è immediato. E l’effetto sorprendente, privo di sbavature. Il Galaxy S23 Ultra è un cannocchiale tascabile. Da 1.479 euro

Prima zoomare significava sgranare, perdere qualità dello scatto o del video, renderlo pubblicabile sui social con la complicità di filtri e abbellimenti. Oggi i sensori fanno miracoli, a volte meglio delle macchine di alta gamma, perché la solita intelligenza artificiale ci mette l’algoritmo: arriva a correggere i difetti, a magnificare i colori, a raddrizzare l’imperfetto. A incantare i professionisti: «L’esperienza con Xiaomi 13 mi ha davvero impressionato» spiega Steve McCurry, artista dell’immagine di fama globale, i cui scatti sulle copertine del National Geographic hanno ipnotizzato il mondo.

Samsung, invece, ha chiesto al fotografo Nicola Torrisi, attivo su TikTok con l’account Befric (circa 600 mila follower), consigli pratici per usare al meglio questi nuovi strumenti. Tra i vari suggerimenti, scattare in modalità raw, «per avere più flessibilità in post-produzione»; «cercare sempre una luce morbida, all’alba e al tramonto, oppure l’ombra o un riflesso». Ancora, «creare profondità di campo per isolare ulteriormente il soggetto. Avvicinarsi fino al limite della distanza di messa a fuoco o allontanarsi e zoomare».

In generale, la buona notizia legata a tale fenomeno è un egocentrismo smorzato, un recupero di una qualche autenticità: anziché rivolgere l’attenzione verso noi stessi, la dirigiamo a ciò che ci circonda, tentando di coglierne la meraviglia. Con una scarsa dose d’innocenza: miriamo a catturare like, una propensione di cui nessuno si sorprende più. Dunque, si è ribaltata la gerarchia delle priorità: il selfie non disdegnava la vaghezza per levigare i difetti del volto; lo zoom esige nitidezza, cristallina chiarezza. È enfasi sul vero. È rappresentazione, comunque della realtà. Con un grande effetto collaterale: in questo panorama di teleobiettivi tascabili, di smartphone avanzati, ad arretrare è la privacy. A nostra insaputa, possiamo essere il soggetto di un primo piano, i protagonisti di un video. La finestra sul cortile, al confronto, è preistoria del voyeurismo. Non resta che prenderne atto: se pensiamo che ci siano pezzi di mondo capaci di sfuggire a uno sguardo indiscreto, quantomeno negli spazi pubblici, siamo di un’ingenuità quasi infantile. Essere adulti, perciò, significa imparare a rispettare le vite degli altri.

I più letti

avatar-icon

Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

Read More