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Tecnologia

Mini guida alla scelta di un sistema di allarme domestico

Essere lontani da casa ed essere tranquilli. Se poi si è già subito un furto, allora l'idea di installare un sistema d'allarme nella propria abitazione o nel proprio studio diviene concreta. Ma quale scegliere? Attualmente la tecnologia offre i sistemi senza fili (wireless), che se un tempo erano ritenuti meno sicuri perché era abbastanza facile disturbarne i segnali, oggi propongono tecnologie multi-frequenza, ovvero hanno sensori che si collegano con la centrale utilizzando tre differenti frequenze radio, impossibili da disturbare contemporaneamente se non ricorrendo ad apparati estremamente costosi e solitamente in uso soltanto per scopi militari. In questo caso è molto importante che il collegamento multifrequenza sia tale anche tra la centrale dell'impianto e la sirena esterna, e non soltanto tra la prima e i sensori periferici.

Altre ottime caratteristiche possono considerarsi il servizio di supervisione da parte del costruttore del sistema d'allarme, i protocolli avanzati di dialogo tra le varie unità (oltre i 48 bit, fino a 66, in modo da non rendere usabili i codici trasmessi anche se intercettati), e la caratteristica di poter conservare memoria storica degli eventi in server certificati su Cloud, per poter sempre recuperare impostazioni e parametri.

Questi sistemi si gestiscono mediante lo smartphone, ma possono prevedere anche radiocomandi oppure chiavi di prossimità e tastiere posizionate a parete. Tutti hanno ormai la possibilità di inserire una sim telefonica e anche di ricordarne la scadenza annuale all'utente. Purtroppo quella della scadenza delle sim è un limite, ma deve anche essere considerato un motivo per controllare, almeno annualmente, che tutto l'impianto funzioni, soprattutto se non è mai entrato in funzione.

Differenti i sensori che si possono installare: oltre a quelli che rilevano l'apertura di porte e finestre, i perimetrali, e i cosiddetti volumetrici (che attraverso microonde e raggi infrarossi rilevano i corpi in movimento), ci sono rilevatori di fumo, di calore e di consumo dell'acqua, in grado di proteggere la casa anche da perdite o da eventuali dimenticanze. Nulla vieta poi di dotare l'impianto di videocamere visualizzabili e orientabili da smartphone, per poter vedere in ogni momento l'interno dei locali. Interessante, per valutare l'acquisto di un sistema, è anche la possibilità di attivare da remoto l'ascolto ambientale per capire che cosa sta accadendo nei locali sorvegliati.

Come tutti i dispositivi digitali, anche gli impianti d'allarme dell'ultima generazione vanno aggiornati. Si tratta però di un'operazione che nella maggioranza dei casi fa l'installatore oppure direttamente il produttore, quindi non costituiscono una scocciatura per il cliente.

Tra i sistemi più moderni ce ne sono anche in grado di rilevare eventuali tentativi di disturbo oppure oscuramento delle frequenze radio usate.

Apparentemente i congegni che vengono installati negli ambienti possono apparire leggeri e delicati, in realtà quasi tutti i costruttori li dotano di involucro antisabotaggio e allarme di tentata manomissione.

Una delle funzioni più utili è la segnalazione tramite messaggio sms della mancanza di energia elettrica: l'impianto continua a funzionare grazie alle batterie, ma dopo un determinato numero di ore senza corrente i messaggi si intensificano per attirare l'attenzione sul possibile non funzionamento dell'allarme, sia per ricordare che il cibo conservato nel vostro congelatore si sta ammalorando.

Per chi ha animali domestici o vive in case isolate le funzioni utili sono molte, in primis quella che consente a Fido di muoversi durante la notte mantenendo l'allarme attivo sui potenziali accessi da porte, finestre e lucernari.

In caso di allarme l'impianto comincerà a comunicare verso una serie di numeri telefonici programmati, compresi quelli di eventuali servizi di vigilanza o forze dell'ordine, anche gratuitamente, con le quali però bisogna stipulare accordi preventivamente.

Gli impianti ben fatti hanno sensori che comunicano regolarmente verso la centrale lo stato delle batterie interne e il corretto funzionamento dei loro circuiti, così come hanno la funzione anti schiuma, ovvero non vengono inibiti se gli intrusi li coprono con materiale schiumogeno al fine di non far rilevare ciò che accade.

Utile anche il collegamento WiFi tramite la rete domestica, che consente di gestire alcuni tipi di impianti dotati di applicazione dedicata tramite comandi numerici e vocali, ma al tempo stesso ha il limite di disattivarsi in caso di mancanza di energia elettrica.

Il costo di un impianto di allarme è molto vario a seconda della sua qualità, dotazione e complessità. Nella fascia più economica vanno da 200 a 600 euro, in quella media si aggirano attorno ai 600-1000 euro e nella fascia di alta gamma tra i 1500 e i 3000 euro.

Volendo aggiungere sensori all'impianto acquistato, questi costano da poche decine di euro fino a 200-300 euro per i più sofisticati. Ma tutti devono essere compatibili con la centrale dell'impianto che li deve gestire. A questi costi è necessario sommare quelli di un bravo installatore (un sopralluogo e una giornata di lavoro sono normalmente sufficienti), anche se il fai da te è possibile, ma non raccomandabile: l'esperienza è importante sia per sapere dove collocare centrale e sensori, sia per essere certi che ogni impostazione e regolazione sia eseguita a regola d'arte.


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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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