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(Ansa)
Tecnologia

La Difesa Usa contro ChatGpt, la nuova intelligenza artificiale

Il Pentagono preoccupato dalla piattaforma creata da OpenAI

La piattaforma ChatGpt della società OpenAI, che dal novembre scorso produce conversazioni e contenuti simili a quelli umani, tra cui anche immagini che possono essere considerate arte surreale, ha da subito attirato l'attenzione dei funzionari della Difesa degli Stati Uniti e dalla scorsa settimana è stata ufficialmente aggiunta tra le organizzazioni presenti nella lista di controllo da parte della Defense information systems agency (Disa), come ha dichiarato lo stesso direttore tecnico dell’ente Stephen Wallace: “Abbiamo sentito parlare molto dell'intelligenza artificiale nel corso degli anni, e ci sono un ristretto numero di applicazioni nelle quali questa è già in gioco”, ha detto il 25 gennaio Wallace durante un evento ospitato dall'Army-Navy Country Club di Arlington, in Virginia, puntualizzando: “Questo tipo di funzione offerta da ChatGpt dimostra la capacità di generare contenuti ed è per questo motivo interessante.”

L'elenco di controllo nel quale è finita l’applicazione più in voga di questi tempi viene regolarmente aggiornato ogni anno e in passato aveva visto l’iscrizione di tecnologie che in seguito sono diventate veri pilastri della connettività e della sicurezza della Difesa Usa come il 5G, il metaverso, la crittografia quantistica e altre ancora. "Stiamo iniziando a esaminare in che modo l'Intelligenza artificiale generativa cambia effettivamente la missione del Dipartimento", ha concluso Wallace. L’applicazione di ChatGpt, applaudita da alcuni per il suo potenziale di aumentare la produttività dei lavoratori, e respinta da altri per questioni di pregiudizio ma anche ti etica – si teme la delega della responsabilità umana agli algoritmi - ha superato un milione di utenti registrati nella prima settimana dal suo lancio e si prevede che possa guadagnare un miliardo di dollari entro il 2024.

Di fatto gli Usa hanno capito che se vogliono battere la Cina in questo campo è necessario trovare il modo per poter catalogare miliardi di informazioni in brevissimo tempo e farlo anche se ChatGpt non è un sistema militare, seppure costituisca un modo per favorire la ricerca e la descrizione di persone e cose, arrivando a mettere insieme ed elaborare un incredibile numero di “tracce digitali” in pochissimo tempo e in modo coerente tra loro. Il Pentagono, ovviamente, se ne guarda bene dal diffondere tutte le ragioni per le quali può sfruttare un tale strumento e anche quali sono gli aspetti potenzialmente pericolosi del suo utilizzo da parte di entità ostili. La stampa di tutto il mondo sta dedicando molta attenzione a ChatGpt, fatto per cui Sam Altman, amministratore delegato di Open AI, la scorsa settimana ha incontrato i rappresentanti della Camera Usa nel tentativo di de-mistificare quanto i media vanno dicendo a proposito delle potenzialità di questo strumento. La spesa pubblica del Pentagono per l'intelligenza artificiale è aumentata fino a 2,5 miliardi di dollari nel 2021 da poco più di 600 milioni di dollari inizialmente stanziati nel 2016, finanziando quasi 700 progetti tra i quali, una cinquantina, sono legati ai principali sistemi d'arma ed erano già in corso all'inizio del 2021, mentre una buona parte di essi sarebbe dedicata a velocizzare la capacità decisionale umana sfruttando le grandi prestazioni di cui è capace in termini di analisi degli scenari operativi e possibili nei quali si possono trovare a combattere i soldati. Recentemente è stato approvato un disegno di legge che prevede un investimento di 29 miliardi di dollari nel periodo 2022-2026 per la ricerca e l'innovazione tecnologica emergente nell'AI; 52 miliardi di dollari per sistemi di apprendimento automatico e 1,5 miliardi di dollari per la ricerca e lo sviluppo del 5G. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti il 25 gennaio scorso aveva pubblicato il suo aggiornamento sulle armi indirette per tenere conto del "ruolo crescente" dell'intelligenza artificiale nella guerra russo-ucraina. La direttiva, chiamata Autonomia nei sistemi d'arma, include chiarimenti e modifiche per tenere conto di una “visione estesa del ruolo dell'intelligenza artificiale nel futuro dell'esercito americano”, come ha affermato il direttore della politica sulle capacità emergenti del Pentagono, Michael Horowitz. Si tratta di un aggiornamento della precedente direttiva del 2012 che poneva l'attenzione dell'esercito statunitense sulle possibilità di incorporazione dell'intelligenza artificiale più avanzata nella sua strategia tecnologica, stabilendo la politica e assegnando le responsabilità per lo sviluppo e l'utilizzo di funzioni autonome e semiautonome nei sistemi d'arma, fino a dettare le linee guida per progettare le armi riducendo al minimo la probabilità e le conseguenze di possibili guasti nei sistemi stessi. Che si tratti di sicurezza informatica, sistemi di guerra elettronica, logistica e trasporti, riconoscimento del bersaglio, assistenza sanitaria di guerra, monitoraggio delle minacce e altro ancora, sono molti i vantaggi dell'utilizzo dell'AI in campo militare, tra cui migliori sistemi di rilevamento delle minacce, maggiore intelligence sulla sicurezza informatica, riduzione del lavoro, aumento del reclutamento e miglioramento della sicurezza.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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