Perseverance, il rover della Nasa è atterrato su Marte
(Nasa)
Difesa e Aerospazio

Perseverance, il rover della Nasa è atterrato su Marte

Le prime immagini scattate dal rover atterrato su Marte dopo un viaggio cominciato 7 mesi fa

Non poteva esserci nome migliore di Perseverance per il rover della Nasa/Jpl (Jet propulsion laboratory) che alle 21:43 di stasera è arrivato sulla superficie di Marte, anche se sulla terra la conferma è arrivata soltanto alle 21:55, poiché i segnali radio impiegano 11 minuti e mezzo circa per attraversare lo spazio fino a noi. E altri sette minuti sono stati necessari per completare la discesa sul pianeta rosso, per rallentare la capsula, sganciare lo scudo termico, accendere i razzi dell'esoscheletro per cercare un punto di atterraggio ottimale e quindi liberare Perseverance con le sue venti videocamere e, per la prima volta, i microfoni che capteranno per la prima volta i rumori dei venti marziani.

Si tratta del quinto rover che l'uomo manda su Marte dal 1997, e la risposta alla domanda del perché continuiamo a investire su queste missioni dopo che abbiamo trovato tracce di acqua, sostanze organiche, metano e altro, bisogna pensare che questa volta la sonda terrestre è atterrata in un ex lago, dunque avremo buone possibilità di trovare tracce più evidenti di una passata vita marziana. E poi perché Perseverance, partita il 30 luglio 2020 da Cape Canaveral, potrà raccogliere campioni e analizzarli, stivarli fino a quando, tra un anno o due, un'altra sonda la raggiungerà e porterà questi campioni sulla Terra. Lo farà con uno strumento di analisi che si chiama Sherloc (niente a che vedere con l'investigatore, ma l'acronimo di Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals), uno scanner radio che misura come gli elementi presenti nei campioni riflettono particolari onde radio.

Il rover effettuerà anche un esperimento per sperimentare la generazione di ossigeno sul Pianeta Rosso potenzialmente utile per portare gli umani a bordo di future missioni, mentre il piccolo e l'elicottero Ingenuity potrà validare l'uso di droni volanti. Alla fine Perseverance dovrà dimostrare un elevato ritorno scientifico per continuare a lavorare oltre la sua missione primaria di almeno un anno marziano (687 giorni terrestri). Ma se avrà successo, la missione potrebbe servire come punto di svolta cruciale nell'esplorazione del pianeta.

Questa la prima foto scattata da Perseverance che ci mostra il suolo di Marte.


Marte(NASA/JPL-Caltech)


Perché sul pianeta rosso

Marte è un pianeta che in futuro è potenzialmente abitabile, dunque vale la pena di conoscerlo meglio così come abbiamo trovato l'acqua sulla luna di Saturno, Encelado, e sulla luna Europa di Giove. L'anno scorso, una scoperta molto controversa, quella della fosfina nell'atmosfera di Venere, ha stimolò alcune affermazioni sulla vita sul pianeta, anche se gli esperti dicono che saranno necessarie ulteriori indagini per capire se la firma della fosfina è spuria o persistente e da dove proviene. Mentre su Marte c'è qualcosa di speciale che in realtà ha stimolato tre nuove missioni che sono recentemente arrivate e che si stanno attualmente avvicinando. Intanto è un pianeta abbastanza vicino alla Terra da poter essere visitato relativamente facilmente con la tecnologia attuale, con i due pianeti, il nostro e quello rosso, che si allineano dandoci le migliori opportunità di lancio ogni due anni circa. Infine la sua atmosfera è difficile da attraversare ma non impossibile.

Un'altra caratteristica di Marte sono rocce presenti sulla superficie che mostrano prove dell'evoluzione del pianeta attraverso gran parte dei 4,5 miliardi di anni di storia del sistema solare. Proprio per questo Perseverance può dare il meglio di sé, atterrando nel cratere Jezero, un luogo dove un tempo scorreva l'acqua, simile al ricco delta del Nilo in Egitto oggi. E siccome qualsiasi microbo lascia delle tracce biologiche nelle rocce, avremo ottime possibilità di scoprire il passato del pianeta rosso da queste forme biologiche. Perseverance dunque è una missione importantissima e dimostra che è fondamentale continuare a esplorarlo. Ebbene, nell'ottobre scorso il telescopio volante Sofia della Nasa ha illuminato con le sue onde radio il cratere Jazero scoprendo che al di sotto del terreno potrebbe esserci una grande quantità di acqua.

Nella storia dell'esplorazione spaziale umana siamo stati lassù diverse volte. La sonda Opportunity (2004), sempre della Nasa, era progettata per durare 90 giorni ed è invece durata quasi 15 anni terrestri durante i quali ha condotto esplorazioni epiche. Pochi giorni fa sia la missione Hope degli Emirati Arabi, sia la cinese Tianwen-1 sono arrivate nell'orbita marziana per iniziare il loro lavoro. Entrambe le nazioni hanno in serbo piani ambiziosi: Hope fungerà da stazione meteorologica a lungo termine su Marte, raccogliendo informazioni sull'atmosfera per cercare modelli meteorologici e climatici, mentre Tianwen-1 è una combinazione orbiter-rover-lander che, tra le altre cose, potrebbe cercare preziose riserve d'acqua sotto la superficie marziana utilizzando radar che vedono nel terreno. Prima ancora, cinquant'anni fa, il Mariner della Nasa lanciato negli anni Sessanta suggeriva un mondo arido proprio come la luna. E soltanto il Mariner 9, una missione orbitale arrivata nel 1971 mostrò le diversità di Marte, incluso un vasto sistema di canyon chiamato Valles Marineris e una serie di vulcani abbastanza alti. Mentre due missioni di atterraggio, le Vikings 1 e 2 negli anni '70 e '80 hanno cercato invano prove di vita, mentre le missioni successive dagli anni '90 in poi hanno cercato prove di acqua su Marte, e abbiamo trovato un bel po' di prove in superficie, nelle calotte polari e probabilmente anche nel sottosuolo. Il rover cinese Tianwen-1 dovrebbe atterrare a maggio e l'Europa ha in programma di inviare il rover Rosalind Franklin nel 2022. Il Sojourner nel 1997 ha provato la mobilità su Marte; Spirit nel 2005 e Curiosity nel 2012 hanno scalato montagne.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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