Il giro delle armi russe, da Praga a Kiev fino allo Yemen
Difesa e Aerospazio

Il giro delle armi russe, da Praga a Kiev fino allo Yemen

Sequestro d’armi destinate in Yemen: tecnologia sovietica, spie ceche, costruzione iraniana, mappe sul web. L’importanza di controllare le nostre informazioni nell’era delle connessioni globali

Questa è una storia che, come altre, è destinata a fare scuola nelle accademie militari ma che dovrebbe essere studiata anche da chi fa politica. Una fregata della Royal Navy (Gran Bretagna), in due diverse occasioni ha intercettato un gruppo di motoscafi che trasportavano missili e altri componenti militari al largo delle coste iraniane. Entrambi gli episodi si riferiscono al 2022 e sono stati resi noti il sette luglio scorso. Secondo gli inglesi queste spedizioni sono di contrabbando e hanno come destinazione i ribelli Houthi che combattono le forze governative sostenute dai sauditi nello Yemen, come sostiene anche la Marina degli Stati Uniti che, in diverse occasioni negli ultimi anni, si era trovata ad affrontare situazioni simili.

L’operazione di cui si parla è stata svolta dal cacciatorpediniere americano Gridley che ha aiutato lo sforzo britannico dal mese di febbraio schierando un elicottero Sikorsky Seahawk per fornire la sorveglianza durante le operazioni di pattugliamento e intercettazione. Le armi iraniane sequestrate nei giorni 28 gennaio e 25 febbraio includevano missili terra-aria e motori per missili da crociera per attacco terrestre. Le armi venivano trasportate su motoscafi nelle acque internazionali a sud dell'Iran quando un elicottero Wildcat decollato dalla fregata inglese Hms Montrose ha avvistato le navi in partenza dalla costa iraniana. I militari hanno quindi atteso da notevole distanza, senza farsi avvistare, che le piccole imbarcazioni superassero le 12 miglia dalla costa e hanno dato il via all’operazione di arrembaggio.

Nel dettaglio, l'analisi delle armi da parte dei militari britannici ha rivelato che la spedizione comprendeva più motori a razzo per il missile da crociera d'attacco terrestre “tipo 351” e un lotto di missili antiaerei “tipo 358”, entrambi di produzione iraniana abusiva, in quanto costruiti senza licenza trafugandone i progetti dalla Repubblica Ceca. Il “Tipo 351”, noto anche come Quds, è un missile da crociera iraniano che secondo gli inglesi ha una portata fino a mille chilometri ed è un tipo di arma regolarmente utilizzata dai ribelli Houthi per colpire le raffinerie di petrolio e altri obiettivi infrastrutturali in Arabia Saudita, oltre ad essere stato anche il tipo d’ordigno usato per attaccare Abu Dhabi il 17 gennaio scorso. Tale ordigno possiede un sistema di guida denominato Tercom e basato su una memoria dell’orografia del terreno residente nel missile, sulle misure calcolate da un radioaltimetro, strumento in grado di calcolare l’altezza dal suolo, e una piattaforma inerziale che controllano la rispondenza tra la “mappa” memorizzata e l’altitudine e la direzione di volo. La Repubblica Ceca ma anche l’Ucraina ne produssero alcuni lotti durante gli anni Settanta su richiesta sovietica, dove l’arma era configurata per essere lanciata da aeromobili e aveva le sigle Kh-55 oppure Rkv-500. Ma pare che alcuni lotti siano stati smembrati e che gli elementi dei missili, appunto motori e sistemi di guida, siano passati di mano più volte.

Tra i vantaggi dei sistemi di guida Tercom c’è il fatto che la precisione verso il bersaglio non dipende dalla durata del volo, poiché si auto-correggono. Ma detta precisione deve basarsi sull'accuratezza delle informazioni della mappatura radar inserita, che ha una precisione di alcuni metri. Mediamente, stante che chi li lancia non dispone di informazioni satellitari di alta precisione, l’accuratezza arriva a un centinaio di metri, un errore accettabile soltanto se si trasportano testate nucleari, ma troppo se si vuole colpire un ambiente urbanizzato. E da qui nascono le stragi. Ovviamente la traiettoria deve essere pianificata in anticipo, e questo nel contesto degli Houti fa pensare a quale tecnologia essi possano accedere per poterli programmare ore prima del lancio. Infatti, se il missile vola da una posizione sconosciuta al suo sistema di guida, ovviamente si perde in direzione errata. Ecco il motivo per il quale determinati servizi web di geo-referenziazione ai quali siamo ormai abituati potrebbe essere utilizzata contro di noi, esattamente come Radio Honolulu fu usata dai giapponesi per guidare i bombardieri su Pearl Harbor. La diffusione globale di mappe digitali e l’accesso alla rete hanno quindi complicato il controllo di queste armi, che oggi tornano a essere disponibili, anche perché la tecnologia con la quale sono costruiti ne permette la conservazione in efficienza per lungo tempo. Pensando al fatto che ancora oggi vengano usate armi costruite nell’ex bocco sovietico, il pensiero non può non andare all’Ucraina, che da qualche mese stiamo riempiendo di missili, dei quali non abbiamo già più alcun controllo.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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