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Cyber Security

Iran, Germania, Usa: gli hacker alla conquista del mondo (che dorme)

La Rubrica - Cybersecurity Week

Per quanto accaduto negli ultimi mesi quella che prima era una sgradevole sensazione sta assumendo i contorni di una certezza: i sistemi informatici di gran parte delle organizzazioni pubbliche e private del mondo sono in balia del crimine informatico che sia strutturato o meno, sponsorizzato da Stati o no.

I casi Colonial Pipeline, Jbs e Kaseya hanno fatto il giro mondo, ma nel mentre e con ben poco clamore mediatico si sono verificati altri incidenti altrettanto inquietanti. Se consideriamo soltanto la scorsa settimana e ci limitiamo a qualche esempio c'è molto da preoccuparsi.

Il distretto rurale di Anhalt-Bitterfeld, per la prima volta nella storia della Germania, ha formalmente dichiarato lo stato di disastro dopo essere stato vittima di un attacco cyber che ha paralizzato tutti i sistemi rendendo le autorità locali incapaci di erogare qualsiasi tipo di prestazione, compresi i sussidi sociali e quelli legati ai programmi economici di sostegno al diritto allo studio. La dichiarazione formale di stato di emergenza ha permesso ai 158.000 residenti di ricevere assistenza federale, mentre si cerca di riportare alla normalità un'operazione che richiederà non meno di una settimana.

Negli stessi giorni, in meno di 48 ore, in Iran le ferrovie prima e il sito del Ministero dei trasporti poi sono stati colpiti da due attacchi in rapida successione. Il primo avrebbe mandato in tilt il sistema di gestione con ritardi e cancellazioni, il blocco dell'emissione dei biglietti e dei servizi di trasporto merci. Usiamo il condizionale perché le autorità di Teheran hanno smentito che ci siano stati problemi sulla circolazione ferroviaria, sostenendo che gli aggressori avrebbe compromesso soltanto il sistema dei monitor informativi delle stazioni. Tra l'altro sugli schermi sarebbe apparso il numero di telefono del leader supremo del Paese Ali Khamenei come contatto da chiamare per avere informazioni. Il secondo attacco, invece, avrebbe portato alla violazione del sito che a titolo precauzionale sarebbe stato messo off line.

Nel momento in cui mettiamo in fila tutti questi incidenti grandi e piccoli dovremmo, anche come semplici cittadini, da un lato preoccuparci e dall'altro assumere un atteggiamento "consapevole" che in questo caso dovrebbe spingerci a fare sentire la nostra voce. Scendiamo in piazza per tante giuste cause: i diritti dei lavorati, contro la vivisezione, per la sicurezza stradale e per salvare il pianeta. Una volta tanto potremmo farlo per salvare il mondo al di là dello schermo che giorno dopo giorno sta diventando importante quasi quanto quello che si trova al di qua.

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Alessandro Curioni