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Wargames, dal film alla realtà

La Rubrica - Cybersecurity Week

Quando ho letto la notizia per una qualche strana ragione ho ripensato a un film del 1983 che ha segnato la mia vita. Infatti, "Wargames - giochi di guerra" rappresenta, per chi si è mai interessato al mondo dell'hacking, una vera e propria pietra miliare. Un giovane hacker incuriosito da un sistema apparentemente dedicato al gaming on line scopre una backdoor per accedervi, salvo poi scoprire che si tratta del sistema di gestione dell'arsenale nucleare degli Stati Uniti e il gioco in cui si è imbarcato potrebbe scatenare la terza guerra mondiale.

La Rubrica: Cybersecurity Week

riportarmi alla memoria la celeberrima pellicola è stato questo tweet ";l;;gmlxzssaw" che ha fatto il giro del mondo per la semplice ragione che è postato sull'account dello "US Strategic Command". Qualcuno si è domandato perfino se si trattasse di un codice di lancio per le testate atomiche oppure se il Pentagono era stato hackerato. Nel giro di poche ore l'arcano è stato chiarito da fonti ufficiali, spiegando che il post era stato pubblicato dal figlio di un dipendente della difesa in smart working. Complice un attimo di distrazione del genitore, il bambino si è impossessato della tastiera, ed essendo aperto l'account Twitter ha postato l'oscuro messaggio.

Riflettendo sia su questo episodio sia sul film non ho potuto fare a meno di pensare al rapporto tra giovani e tecnologia e agli errori che più spesso commettono gli adulti che hanno il compito di educarli. In primo luogo sembra che nessuno sia consapevole della potenza dello strumento (e questo nonostante i disastri informatici che si susseguono quotidianamente); così, tutte le volte che vedo un dodicenne con uno smartphone, immagino mio padre che alla fine della quinta elementare mi mette in mano le chiavi di un'auto e mi annuncia: "Questa è tua". In secondo luogo noto l'assurda capacità dei "grandi" di autogiustificarsi sostenendo che: "Ne capisce più lui di me". Come dire che se il dodicenne di cui sopra è appassionato di auto e sa pilotare un go kart, allora automaticamente è in grado di guidare un'auto in città. La conoscenza di cartelli e segnalazioni stradali, nonché la capacità di valutare il comportamento degli altri autoveicoli sono forse opzionali?

In realtà si farebbe miglior figura ammettendo la propria pigrizia. Terzo e, forse, fatto ancora più importante punto è osservare l'incapacità dell'adulto di cogliere che oltre lo schermo c'è un intero mondo che replica dinamiche e comportamenti presenti nel mondo reale da una vita. Quella che manca sembra essere la capacità di astrazione. Veramente una generazione cresciuta con Lady Oscar e Jeeg Robot può non comprendere che il vero divertimento è spesso poco educativo? Chi nella sua vita non ha mai incrociato il bullo? Bullo che oggi è semplicemente diventato cyber. Improvvisamente tutti abbiamo dimenticato le raccomandazioni della mamma quando andava ai giardinetti? Possibile che sia tanto difficile trasformare il celeberrimo "non accettare caramelle dagli sconosciuti" in un più attuale "non accettare l'amicizia degli sconosciuti"?

Se per caso avete dimenticato tutto questo sappiate almeno dare il buon esempio: i figli vi vedono e osservano, e spesso finiscono per imitarvi.

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Alessandro Curioni