cybersecurity
(iStock)
Cyber Security

Cyber security & Cyber spie

La Rubrica - Cybersecurity Week

La presunzione di innocenza non è bastata a salvargli il posto di lavoro. Così Arne Schönbohm, capo della Autorità federale per la cybersicurezza della Germania (BSI), è stato rimosso dall’incarico. La ragione? I suoi presunti contatti con una società russa di cybersecurity conosciuta in Germania come Protelion, ma emanazione diretta della Infotecs, azienda fondata da un ex agente del KGB vicino a Vladimir Putin. In certi contesti un sospetto vale quanto una verità accertata e la sicurezza nazionale è uno di quelli. Non a caso dal Ministero degli Interni tedesco hanno fatto sapere che era venuta meno “la necessaria fiducia pubblica nella neutralità e imparzialità della sua leadership come presidente…”

Da anni sostengono che i nuovi 007 hanno riposto la loro Walter PPK in un cassetto e si sono armati di tastiera. In questa situazione cambiano anche gli obiettivi. Per definizione una spia va dove ci sono le informazioni e non ci vuole molta fantasia per comprendere come quello che il James Bond di turno vuole si trova dentro sistemi informatici, più specificatamente in quelli governativi. In tal caso non esiste posto migliore per spiare che infiltrarsi all’interno di quelle strutture che della protezione di quei dati si devono occupare. Ecco che le agenzie nazionali di cyber security si presentano come uno dei nuovi obiettivi privilegiati.

Per infiltrarsi nei sistemi governativi di uno stato ci sono anche molti altri modi a partire dai fornitori di software, hardware e telecomunicazioni o forse la sto facendo più difficile di quello che è? In fondo potrebbe bastare anche un sms, una email o un dispositivo USB e trovare di fronte alla tastiera la “persona giusta”.

I più letti

avatar-icon

Alessandro Curioni