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Cyber Security

10 milioni per un cyber criminale

La Rubrica - Cybersecurity Week

La cultura stile “Old Wild West” degli Stati Uniti ha probabilmente la sua migliore esemplificazione nei mitici annunci con la scritta “Wanted”. Poiché oltreoceano è ancora decisamente di moda, è interessante fare il punto della situazione per scoprire quanto il crimine cyber sia diventato mediamente la principale fonte di preoccupazione per le autorità statunitensi.

Tanto per capirci torniamo al 2015 quando FBI e Dipartimento di Stato annunciarono la ricompensa record di 3 milioni di dollari per chiunque avesse fornito informazioni utili all’arresto di Evgeniy Bogachev, accusato di essere il creatore del malware bancario GameOver Zeus. All’epoca si trattava di una cifra record, ma nello stesso periodo la taglia sull’organizzazione terroristica dello Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL) ammontava a 5 milioni di dollari.

Veniamo al 2022, anno in cui sembra che i “rapporti di forza” si siano rovesciati. Quello che gli Stati Uniti offrono per chi considerano una minaccia cyber è stabilita a 10 milioni di dollari e si tratta di 10 soggetti tutti russi. Esiste poi uno specifico capitolo che riguarda la Corea del Nord che genericamente riguarda chiunque contribuirà a individuare persone che agiscono a supporto di Pyongyang.

Invece, sempre a 10 milioni si attestano le ricompense per informazioni relative alle principali gang di cyber criminali basate in Russia come il Gruppo Conti o Dark Side, colpevole dell’attacco all’oleodotto Colonial Pipeline.

In ambito terroristico sopra i 10 milioni si collocano Abdul Reza Shahla’i, esponente di alto livello del Iran’s Islamic Revolutionary Guard Corps–Qods Force (15 milioni dollari) e, a 25 milioni, si colloca non un soggetto specifico, ma l’atto compiuto, ovvero l’attentano alle Torri Gemelle del 2001 (ancora oggi si cercano informazioni). Tutti gli altri terroristi si attestano su cifre inferiori o pari a quelle di criminali della Rete. Quando ho visto la variazione dei numeri mi sono venuti in mente tanti studi storici che ho fatto rispetto al secolo scorso e ho notato come fin troppo spesso le tendenze degli Stati Uniti anticipano quelle europee.

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Alessandro Curioni