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Tecnologia

Le botteghe artigiane italiane si visitano online. Da tutto il mondo

La piattaforma di eCommerce Mirta lancia un virtual tour degli atelier, che mostra il dietro le quinte dei mestieri d'eccellenza del nostro Paese

Non solo le città d'arte e i piccoli borghi, gli hotel e i ristoranti, stanno patendo il quasi azzeramento dei turisti stranieri nel Bel Paese a causa del coronavirus. Secondo le stime di Federmodaitalia-Confcommercio, gli artigiani subiranno una perdita complessiva valutata intorno a 6 miliardi di euro. Una cifra ingente, pesante, per piccole realtà di eccellenza che non hanno le spalle coperte della grande distribuzione. E che, per la loro sussistenza, contavano parecchio sullo shopping internazionale di chi voleva rimpatriare con una borsa, un paio di scarpe o altri articoli di nicchia fatti a mano, con qualità e passione, come una volta. Elementi tangibili di made in Italy.

In soccorso di queste realtà c'è l'elemento classico che ha smaterializzato i negozi e li ha proiettati sul mondo. Già, il solito eCommerce, dominatore incontrastato di questa epoca di acquisti a distanza. Tra le realtà più interessanti (anche graficamente, nel suo look così immediato e internazionale) c'è Mirta. Il suo scopo è supportare gli artigiani italiani e promuoverne il lavoro, facendoli conoscere in maniera diretta ai clienti in tutto il mondo. Meno prosaicamente, vendendo i frutti del loro ingegno, e delle loro mani, a chiunque desideri comprarli.

«Grazie al digitale, la piattaforma apre le porte delle botteghe artigiane italiane creando un collegamento diretto tra produttore e cliente finale, senza alcun intermediario, mettendo al centro le creazioni, il valore e la firma di ciascun artigiano. Con Mirta, clienti da tutto il mondo possono acquistare prodotti italiani autentici e conoscere la storia di chi li ha realizzati, secondo quali tecniche e con quali materiali» si presentano dalla piattaforma.

Mirta ha però deciso di andare oltre, di non ridursi a essere una vetrina di prodotto. Ha pensato di ricostruire in digitale le botteghe artigiane, «consentendo a chi vi accedere di scoprire il luogo dove il prodotto che si sta per acquistare è stato o verrà creato». Uno stratagemma, un porta d'ingresso laterale, immateriale, attraverso la quale gli stranieri (e noi curiosi) possono recuperare un po' di made in Italy. E chi lo genera, tentare di far quadrare i conti.

Lo strumento si chiama virtual tour e consente ciò che il nome suggerisce: «Permette di entrare più in contatto con il Made in Italy, ed averlo fatto in un momento così delicato ha una valenza maggiore per gli artigiani, per Mirta, e per i nostri clienti» spiega a Panorama.it Ciro Di Lanno, cofondatore di Mirta.

I visitatori possono quindi vedere online i volti degli artigiani, gli strumenti che vengono usati per lavorare la pelle, i disegni delle borse appesi alle pareti come se fossero nella bottega: «All'estero non viene apprezzato solo il prodotto in sé, ma anche ciò che vi è dietro. Abbiamo realizzato il virtual tour anche perché vediamo ogni giorno quanto i nostri clienti sono interessati a sapere di più riguardo gli artigiani. Addirittura, molti dei clienti ci chiedono di salutare e ringraziare l'artigiano che ha realizzato ciò che hanno comprato» commenta Martina Capriotti, l'altro co-founder di Mirta.

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La prima bottega ad avere il proprio virtual tour è la Pelletteria Artigiana Viviani di Firenze (foto sopra, basta cliccare qui). È solo il primo dei tanti che saranno aggiunti alla piattaforma, sia per dare spazio a tutti gli artigiani, sia perché ogni bottega è diversa dalle altre. Vive di un'unicità da proteggere. Ed esibire, con ogni mezzo possibile.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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