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(Ansa)
Tecnologia

L'AIEA pronta per il nucleare di ultima generazione, green e sicuro

L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica sta preparando normative più moderne per uniformare le nuove centrali del 2050 (a cui però dobbiamo già pensare)

Alla base della sicurezza dell'energia nucleare, come in quella dell'aviazione, c'è la standardizzazione delle tecnologie usate per la costruzione e della gestione dei nuovi impianti. Questo il lavoro che sta facendo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, della quale facciamo parte dal 1957. E alla quale aderiscono nazioni sempre più piccole come Tonga e le Comore.

Di fatto, a parte in nazioni come l'Italia, dove parlare di ritorno all'energia nucleare resta ancora (quasi) tabù, l'attuale situazione internazionale e in particolare la guerra russo-ucraina stanno indirizzando la politica a prendere decisioni chiare con prospettive a medio e lungo termine, poiché è sempre più evidente l'importanza dell'indipendenza energetica delle singole nazioni. Non soltanto per la produzione di elettricità, ma anche perché la tecnologia dei reattori di nuova generazione, come quella degli impianti definiti modulari, consente di sfruttarli per produrre idrogeno come per facilitare l'industria dell'acciaio. Così l'idea attuale è creare una regolamentazione internazionale, una sorta di processo di certificazione eseguito mediante la rispondenza a caratteristiche tecniche approvate e condivise, per poter produrre quasi “in serie” e installare rapidamente piccoli reattori nucleari definiti “modulari” o Smr. Per questo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea), ha lanciato una nuova iniziativa volta ad accelerare la diffusione sicura e controllata di reattori nucleari avanzati, con un focus particolare proprio su quelli piccoli e modulari, definendo la tabella di marcia da seguire per armonizzazione le normative in vigore nei diversi Paesi, leggi oggi molto differenti tra loro, e per standardizzare l'approccio industriale per la costruzione delle nuove centrali.

La Iaea, costituita nel 1957, anno in cui aderì da subito anche l'Italia, oggi rappresenta 175 nazioni. Gli ultimi Paesi ad aver aderito, consci della grande occasione offerta dai piccoli reattori modulari, sono state le isole Comore (2020), Samoa (2021). Saint-Kitt e Nevis e Tonga (2022). L'evento ha seguito quanto accaduto alla prima riunione della Nuclear Harmonization Standardization Initiative (Nhsi) tenutasi il 23 e 24 giugno a Vienna, dove il direttore generale dell'Aiea, Rafael Mariano Grossi, aveva dichiarato: “Nel comparto dell'energia nucleare dobbiamo mantenere i più alti standard di sicurezza, indispensabili per convincere il pubblico, i governi e gli investitori. E si tratta di farlo bene e di arrivarci velocemente. L'Nhsi” aveva annunciato nel marzo scorso Grossi, “mira a facilitare la diffusione rapida degli Smr per massimizzare il loro contributo all'azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2050”.

Alla riunione hanno partecipato 125 delegati provenienti da 33 nazioni divisi in due percorsi complementari tra loro, uno dedicato ai normatori, l'altro ai tecnici e agli operatori, al fine di sviluppare un piano di lavoro congiunto per il prossimo biennio. Anna Bradford, direttrice della sicurezza degli impianti nucleari presso l'Iaea e presidente del comitato normativo, ha dichiarato: “L'obiettivo è aumentare la collaborazione normativa per evitare la duplicazione degli sforzi e facilitare il raggiungimento di posizioni comuni senza compromettere la sicurezza nucleare e le sovranità nazionali”. In breve, i nuovi reattori saranno progettati e utilizzati secondo regole comuni in tutti i Peasi associati Iaea, con molti vantaggi sia in termini di costi, sia di tempi realizzativi e regole legislative. L'associazione internazionale da sempre osserva che sul tema delle centrali nucleari ogni paese può avere requisiti diversi, e che questo costituisce un freno al progresso della produzione di energia da fonte nucleare. In futuro, un reattore certificato dagli standard Iaea potrebbe essere commissionato all'Italia come alla Germania o agli Usa, aprendo di fatto un mercato molto ricco. Entro un anno, alla prossima Nhsi 2023, le due commissioni dovranno presentare i lavori compiuti. Sul lungo periodo tutte le agenzie per l'energia nucleare al mondo puntano all'introduzione dei reattori a fusione nucleare, ma si stima che la tecnologia non sarà pronta e consolidata prima del 2050.

Il libro da leggere

Reattori a fissione, a fusione e ibridi, modulari e trasportabili, il numero degli impianti esistenti e le reali possibilità d'impiego e di evoluzione dell'energia atomica. Per comprendere la situazione nel mondo, esposta con chiarezza e dettagli, c'è il libro scritto da Celso Osimani e Ivo Tripputi, “Il futuro dell'energia nucleare”, IBL Libri, 2022.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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