Emergenza sanitaria. L’Europa non funziona
L'Ue ha un commissario per le crisi, strutture per coordinare gli Stati, agenzie anti pandemia: tutto fermo. E a stento riesce ad assistere le nazioni più colpite.
Il virus è comparso a Whuan a dicembre e l'11 gennaio è stata confermata la prima vittima. Il 30 gennaio l'Oms ha dichiarato l'emergenza globale. Ebbene, mentre il virus si è propagato in Europa ed è esploso in Italia, Bruxelles ha aspettato mercoledì scorso per annunciare lo stanziamento di 25 miliardi. Fondi spalmati su tutta l'Unione e che, quindi, solo in minima parte andranno all'Italia. Venerdì la Commissione ha annunciato che è possibile sforare temporaneamente il tetto del 3% del deficit. Niente di più di quanto è previsto nel Trattato dell'Unione in caso di eventi di portata eccezionale e drammatica. Si tratterebbe di una flessibilità momentanea, non di una revisione delle regole, come è apparso chiaramente dalle parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Nessuno vuole mettere in discussione l'impalcatura dell'Ue anche quando si richiederebbero buon senso e attenzione allo sviluppo economico dell'Unione. Bruxelles che chiede ai singoli Stati di rinunciare alla propria sovranità è la stessa che non è in grado di fronteggiare con tempestività le emergenze e neppure di elaborare una strategia di medio periodo.
«L'Europa ha certificato un vero fallimento. Quando il contagio si è diffuso da Wuhan, l'Europa avrebbe potuto e dovuto, su iniziativa di Ursula von der Leyen, riunirsi e affrontare un programma di azione comune con il censimento degli strumenti e delle risorse, a cominciare da cosa ci si poteva scambiare l'un Paese con l'altro. Non avremmo comunque potuto azzerare il contagio, ma sarebbe stato più semplice affrontarlo e meno invadente la contagiosità». A parlare non è Matteo Salvini o Giorgia Meloni; queste sono parole di una europeista convinta, la dem sottosegretaria alla Sanità, Sandra Zampa.
Compito della Commissione, abbiamo detto, è coordinare l'attività degli Stati membri. Ebbene, mentre la riunione dei ministri della Salute richiamava alla solidarietà ed esprimeva preoccupazione per la fornitura di mascherine e di materiale medico, la Repubblica Ceca bloccava l'arrivo dei voli dal Nord Italia e l'esportazione delle mascherine. In sintonia con Francia e Germania, che si sono guardati bene dal fornire le protezioni per occhi e bocca, mentre l'Austria ha sbarrato le frontiere.
Nella iperburocratizzata Europa, non mancano gli organismi che dovrebbero fare da raccordo tra gli Stati membri e pianificare interventi nelle situazioni di emergenza. Il braccio armato della Commissione è il commissario per la Gestione delle crisi, attualmente Janez Lenarcic, che presiede il Comitato di sicurezza sanitaria, l'organismo tecnico-politico formato da tutti i rappresentanti degli Stati membri, il cui compito è valutare la situazione, scambiare informazioni tra i ministeri nazionali sulle misure messe in atto e trovare soluzioni condivise. Pare che sia stato già stato attivato e che sia in contatto con la Commissione per definire cosa fare e in che modi. Il Comitato ha anche discusso sulla possibilità di attivare una procedura congiunta per l'acquisto, a livello europeo, di materiale medico, a cominciare da quelli protettivi. Al momento non si hanno notizie di iniziative concrete. La Commissione ha detto che sta studiando la possibilità di fare un bando per la produzione di mascherine e di altri strumenti tecnici. Ma in attesa della gara, i morti continuano a salire.
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Il magico obiettivo di Michel Haddi
Cuciniamo insieme: i paccheri del pescatore
L’estate sta finendo, anzi astronomicamente è proprio finita. C’è però venuta, forse anche perché le temperature si mantengono molto gradevoli, voglia di una terrazza sul mare, anche del nostro disco che suona, ma con un piatto dal sapore di mare. Niente di particolarmente costoso, ammesso che il granchio blu (molto buono) ci lasci qualche cozza, profumato, facile da fare, ma di sicura riuscita.
Ingredienti - 360 grammi di paccheri o pasta corta da grano italiano (noi abbiamo usato quella di grano saragolla), 16 mazzancolle, 400 grammi di cozze freschissime, due spicchi d’aglio, mezzo peperoncino fresco (oppure uno secco) 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, un cucchiaio di concentrato di pomodoro, un generoso ciuffo di prezzemolo, sale q.b.
Procedimento - Per prima cosa mondate le cozze, raschiatele e fatele aprire in una pentola coperta, con pochissima acqua e a fuoco moderato. Togliete alle mazzancolle i baffi e le zampette anteriori. Mettete a bollire una pentola con abbondante acqua salata per cuocere la pasta. In una padella molto capiente fate scaldare tre cucchiai di olio extravergine di oliva con i due spicchi d’aglio e il peperoncino. Quando l’aglio è dorato eliminatelo insieme al peperoncino. Fate cuocere la pasta. Mettete in padella le mazzancolle e il concentrato di pomodoro che avrete cura di sciogliere usando uno o due cucchiai di acqua di cottura delle cozze. Appena le mazzancolle prendono colore aggiungete le cozze (se volete potete sgusciarne alcune). Scolate la pasta ben al dente e tiratela in padella a cottura con il sugo di cozze e mazzancolle aggiustando se serve di sale. Tritate finemente il prezzemolo, lucidate la pasta con il restante extravergine a crudo e guarnite con il trito di prezzemolo ogni porzione.
Come far divertire i bambini - Fate freddare bene le cozze una volta aperte e date ai piccoli il compito di sgusciarle, si sentiranno esperti cucinieri.
Abbinamento - Abbiamo scelto un Trentodoc blanc de blancs da Chardonnay. Va benissimo uno Chardonnay fermo o uno dei molti nostri favolosi bianchi del Sud: Grillo, Catarratto, Verdeca, Greco, Fiano, Falanghina.