Una nuova femminilità
Prada
Moda

Una nuova femminilità

La moda femminile per il prossimo autunno/inverno abbandona l’estetica romantica per appropriarsi di un’identità forte, femminile e soprattutto sensuale

Femminilità, seduzione, essenzialismo. Sono queste le parole chiave che meglio definiscono la tendenza delle collezioni donna per il prossimo autunno/inverno 2023/24 presentate sulle passerelle di Milano, Londra, New York e Parigi.

La moda, come sappiamo, persegue da sempre l’ideale di rinnovarsi, stupire e riscrivere i codici estetici e le tendenze. Per la prossima stagione invernale designer, direttori creativi e più in generale i brand del lusso hanno effettivamente rimescolato le carte in tavola raccontando una nuova storia di stile, una nuova estetica contemporanea.

In realtà non così nuova, visto che la tendenza generale è quella di un ritorno all’essenza, a una rinnovata voglia di pulizia e soprattutto un’esigenza estrema di ripristinare il rigore della sartorialità e dell’expertise artigianale in nome di un più alto livello qualitativo, il nuovo significato di sostenibilità che per contrastare il sistema del fast fashion asseconda la filosofia della compianta Vivienne Westwood «Buy less, choose better».

Linee essenziali e tessuti classici interpretano quindi la nuova eleganza femminile, giacche e lunghi cappotti diventano un must per il prossimo inverno anche se rivisitati con nuovi volumi oversize o destrutturati e, soprattutto, decontestualizzati dall’immaginario comune, abbinati alle trasparenze, alle tute attillate o alla lingerie che si trasforma da abbigliamento intimo a vero e proprio complemento. La camicia bianca diventa un nuovo must del guardaroba.

Sensualità estrema e ritrovata femminilità rimangono un valore tangibile nelle nuove collezioni, abiti attillati, spacchi, effetti cut-out, lunghezze veramente ridotte e short che rasentano le culotte si accompagnano agli accessori quali borsette da braccio e décolleté stiletto, per non parlare degli stivali cuissard che in linea di massima sono i nuovi sostituti dei pantaloni.

La predominanza del nero e l’utilizzo estremo della pelle conferisce a questa nuova estetica quella connotazione dark, seducente e aggressiva. Quasi una rievocazione di quel minimalismo concettuale che rese famosa la rivoluzione stilistica degli anni Novanta e dei suoi protagonisti quali Margiela, Yohji Yamamoto, Comme Des Garçons e Helmut Lang. D’altronde rivisitare gli archivi storici è stato apparentemente il sistema di ricerca più diffuso approcciato dai vari brand.

Mentre da Prada abbiamo visto l’evoluzione di quell’estetica rivoluzionaria degli anni Novanta, Maria Grazia Chiuri ha rivisitato per Dior il New Look che rese famosa la Maison, così come da Saint Laurent Antony Vaccarello ha rielaborato quelle silhouette iconiche degli anni Settanta. In questo processo di pulizia e di ritorno alle origini va sicuramente riconosciuto il riscatto di un’eleganza contemporanea pura e il recupero di valori stilistici più concreti, non solo legati all’idea di spettacolarità.

Purtroppo è inevitabile porsi la questione: una nuova estetica dettata dalla scelta sincera dei designer o piuttosto un percorso di stile imposto dai vari CEO delle grandi Maison?

Vorrei concludere con una riflessione. Reduce dalla visione di alcune puntate della mini-serie TV Kingdom of Dream, e avendo vissuto in prima persona quegli anni “dorati” della moda, dov’è finita la magia?

Givenchy

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Alessandro Ferrari