L’isola che non c’è di MSGM
(Photo by Victor Boyko/Getty Images)
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L’isola che non c’è di MSGM

I ragazzi MSGM hanno riempito le valigie frettolosamente e sono partiti con il primo volo per la loro isola: «Island Dreaming». Una spiaggia tropicale che vanta della compagnia dei delfini, surfisti che si tuffano all’inseguimento delle onde del mare e di alte palme circondate da fiori variopinti che danno vita a un’atmosfera paradisiaca.

Massimo Giorgetti parla di un’isola ideale, un luogo incontaminato, libero e magnifico, dove uomo e natura convivono in armonia. «Abbiamo bisogno di accendere la fantasia, di passare dalla distopia all’utopia» aggiunge il direttore creativo.

È proprio la sua isola che ritroviamo come «Island Dreaming» pattern in black & white su felpe e pantaloni cargo o in versione denim, cappelli a falda larga per schermirsi dal sole e top sempre più crop. La collezione uomo si appropria di uno stile urbano reinterpretando trench e completi boxy dai reverse stampati con intimo abbinato in vista, felpe e polo rugby sovrapposte dal sapore preppy. Sempre più elementi caratterizzano gli abiti, troviamo banane che si affollano in completi camicia-bermuda all over, palme, fiori di hibiscus che spuntano su pantaloni in popeline e maglieria e coccodrilli che compaiono su camice e felpe insieme ai delfini, simbolo di positività e vitalità.


Si parla sempre di una certa attenzione per la natura con la ricerca di tessuti organici e texture naturali, in questo caso troviamo esempi il knitwear jacquard, la maglieria lavorata in cannuccette multicolor e la rete di cotone intarsiata insieme al popeline. Anche le scarpe decidono di sostenere l’ambiente, prodotte in partnership con ACBC (Anything Can Be Changed) sono realizzate con pelle vegetale montata su una suola ReRubber, materiale che si ottiene dal riciclo di materiali di scarto nella fase produttiva pre-consumer.

La collezione sfila tra cemento e acqua, nel nuovo hub Milanese di Brenta a Piazza Olivetti, ribadendo il concetto di urbano e incontaminato. Su un lato della piazza risalta una grande scritta in specchi riflettenti «TU SEI IL FUTURO», un’opera voluta da STEP, il FuturAbility District. La mission di STEP è quella di porci davanti a uno specchio, una materiale generativo di spazi senza confini, dimostrandoci che siamo noi i protagonisti e le infinite possibilità che il futuro ci riserva sono nelle nostre mani.

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Elisabetta Cillo