Grandi ritorni e attesi debutti. La moda torna a Milano
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Grandi ritorni e attesi debutti. La moda torna a Milano

Un calendario ricchissimo, composto da 67 sfilate - di cui 57 fisiche - 77 presentazioni e nove eventi. Milano si prepara a ospitare le ultime collezioni donna tra grandi ritorni e attesi debutti. «A dispetto dell’incertezza che ancora aleggia nell’aria e delle reali difficoltà del momento, siamo estremamente orgogliosi di presentare un calendario ricco di progetti ed eventi che confermano il ruolo chiave di Milano tra le capitali della moda mondiale» ha dichiarato Carlo Capasa, direttore di CNMI, durante la presentazione del calendario ufficiale.

«Credo sia un segnale forte di ottimismo e positività che infonde un nuovo slancio nel settore». Supporto ai giovani, ma anche promozione dell’inclusività e della sostenibilità, saranno i main focus dei progetti ospitati dal Fashion Hub, per la prima volta all’interno dell’ADI Design Museum. «Nella moda la capacità del design si esercita pienamente» ha spiegato il presidente di ADI, Luciano Galimberti. «ADI, nella sua missione di scoperta dell’innovazione e della qualità, è lieta di ospitare il Fashion Hub all’ADI Design Museum, un luogo dove tecnica e fantasia sono di casa».

Per gli assessori del Comune di Milano Alessia Cappello e Tommaso Sacchi: «La Milano Fashion Week è emblematica perché apre le porte al mondo elevando la bellezza, la sostenibilità del Made in Italy. Il legame tra Milano e la Moda è sempre stato unico, innovativo e produttivo: per questo, intendiamo estenderlo sempre più alla città attraverso eventi culturali diffusi, ispirati alla moda e dalla moda: per stimolare ancora di più la ripartenza economica e creativa della città».

Tra i progetti che verranno presentati dal 22 al 28 febbraio troviamo WAMI (We Are Made in Italy), un’iniziativa che offrirà la possibilità a cinque designer BIPOC - Sheetal Shah, Judith Borsetto, Nyny Ryke Goungou, Zineb Hazim, Romy Calzado - di presentare le loro collezioni e inaugurare la Settimana della moda milanese. «Designers for Ethical Fashion» sarà invece una room dedicata al tema della moda etica e sociale, con particolare attenzione alle donne vittime di violenza, migranti e rifugiati.

I cinque brand scelti per il progetto «Designer for the Planet» - Bennu, Acidalatte, DassùYAmoroso, Vernisse, Raree Show - presenteranno i loro lavori basati su stringenti criteri di sostenibilità ambientale. «Budapest Select» continuerà invece a supportare e promuovere un gruppo di brand emergenti ungheresi.

Sempre nel percorso di promozione dei giovani talenti, dell’internazionalizzazione e dell’inclusione, CNMI ha riconfermato il sostegno al percorso dei giovani designer nel progetto «Fashion Bridge». Quattro giovani talenti sudamericani - Fikile Zamagcino Sokhulu, Michael Peter Reid, Sipho Mbuto, Jacques Bam - in coppia con quattro giovani designer italiani - Alessia Dovero, Julian Cerro, Domenico Orefice e Ilaria Bellomo - avranno la possibilità di far conoscere i loro brand al mondo dei buyer e retail.

Questa edizione della Settimana della moda milanese segnerà il ritorno in calendario di Bottega Veneta, Diesel, Gucci, Trussardi e Plein Sport. Ma vedrà anche il debutto di AC9, Ambush, Andreadamo, Aniye Records, Cormio, Ferrari, Hans Kjøbenhavn, Husky, Palm Angels e Tokyo James.

Tante le collaborazioni, come quella tra Max&Co ed Efisio Rocco Marras, e l’evento organizzato da Bvlgari insieme a Vogue Italia per celebrare le donne e il loro talento. Maison Valentino darà invece visibilità sul proprio canale Instagram a un brand emergente, quello di Marco Rambaldi la cui sfilata è in programma per il 23 febbraio.

La Settimana della moda sarà anche l’occasione per ricordare lo stilista Elio Fiorucci, protagonista di uno speciale documentari dal titolo Elio Fiorucci - Free Spirit.

«Il nostro impegno si focalizzerà su quattro macro ambiti: il consolidamento del posizionamento internazionale di Milano come brand dal valore globale; la sensibilizzazione rispetto alle tematiche di sostenibilità, etica ed economia circolare nell’ambito della filiera del fashion; la promozione dei talenti emergenti; la creazione di nuove opportunità di lavoro nell’industria creativa» ha proseguito Capasa.

La presentazione della manifestazione è stata anche occasione per fare il punto sull’industria della moda che, nei primi 11 mesi del 2021, ha seguito la ripresa generale dell’economia italiana con un rimbalzo del fatturato (+24% per il primo semestre e un picco del +31% a novembre). Anche i dati dell’export sono risultati positivi con un +16,4% per i comparti moda e un +39,9% per i settori collegati. Tra i principali mercati esteri, l’export della verso la Cina è cresciuto del 50,1%, verso gli USA del 31,8%, verso la Francia del 20,6%. Secondo le stime, l’industria moda nel 2021 avrebbe superato gli 83 miliardi di fatturato, solo il 7% meno del 2019 (l’anno prima della pandemia).

«Chapeau al settore della moda per la volontà e il coraggio di mantenere il calendario delle manifestazioni» ha affermato Carlo Ferro, Presidente di ICE Agenzia. Con l’auspicio che «questo momento così straordinario valga a tradurre questa ripresa in un rafforzamento strutturale delle nostre imprese sui mercati che cambiano».

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Mariella Baroli