Marni: il ritmo della creatività
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Marni: il ritmo della creatività

Il brand guidato da Renzo Rosso ha presentato a Tokyo la sua nuova collezione. Tra gli ospiti anche Mingyu e Joshua dei Seventeen

Dopo una prima tappa nella Grande Mela, la passerella itinerante di Marni arriva in Giappone, più precisamente nella sua capitale, Tokyo, sposandone i ritmi e i colori. All’interno dello Yoyogi National Gymnasium, costruito dall’architetto Kenzo Tange per le Olimpiadi del 1964, Francesco Risso, con un look totalmente nuovo - il creativo ha detto addio ai suoi capelli biondi poco prima dello show - ha presentato la sua collezione per il prossimo autunno/inverno.


Joshua, Francesco Risso e Mingyu

Un racconto fatto di colori e di stampe, che si muovono a ritmo d’orchestra lungo la passerella ricoperta di carta, per ridurre il chiasso proveniente dal mondo e per dare il senso di un nuovo inizio. Su ogni seduta - anche queste ricoperte di carta bianca - gli ospiti hanno trovato un biglietto scritto a mano dallo stesso Risso («Mi ci è voluto un mese» ha confidato il creativo a Vogue) che apriva con l’amletica domanda: «Perché faccio vestiti?» La sinfonia di colori che si sussegue sulle note del compositore Dev Hynes è forse la risposta perfetta. Dal giallo, al rosso, al bianco, fino ad arrivare all’immancabile nero, gli abiti di Marni avvolgono il corpo senza mai nasconderlo, a raccontare un ritorno alla semplicità delle forme che non per questo devono essere banali. Righe e pois (che non possono non ricordarci la magia di Yayoi Kusama) rendono tutto più giocoso, a riprova che anche il knitwear - quello che ha reso Marni un nome nel mondo - può essere oggetto di sperimentazione e creatività.

«La mia passione è connettere le persone, non ci interessa creare delle cose che vengono chiuse dentro un museo e quindi questa interazione per me è vitale» sottolinea Risso, menzionando più e più volte il desiderio di uscire dall’«algoritmo». Quello di Instagram, ma anche quello della vita, che ci impone di seguire determinate regole a scapito della nostra felicità.

«È una collezione con un piede nella tradizione e l'altro in un futuro non impossibile» ha dichiarato poi nel backstage. «È una sorta di alternanza ritmica di orgogliosa normalità e orgogliosa creatività».

Una creatività mai forzata, naturale come il susseguirsi delle note in una canzone. È infatti la musica è il filo conduttore della collezione. La stessa musica che ha accompagnato Risso durante il lockdown, quando ha imparato a suonare il violoncello. Ed ecco che in prima fila spiccano in completi blu elettrico due membri della band sudcoreana Seventeen - Kim Mingyu e Hong Joshua - a riprova del sempre crescente interesse della moda verso la Corea del Sud.

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Mariella Baroli