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Fondazione Simoncelli: 3 anni nel segno del "Sic"

Il 23 ottobre 2011 Marco moriva a Sepang. Da allora il suo sorriso è il motore di una onlus sempre più attiva a favore dei bambini

Millenovantasei giorni di sospiri e ricordi, immagini e racconti, lavoro e speranze. Millenovantasei giorni di memoria, lacrime, dolore, ma anche di sorrisi, entusiasmo, gratitudine e orgoglio. Perché se il destino toglie, spesso ridà. In forme diverse, certo, seguendo le logiche dell'esistenza, ma pur sempre meravigliosamente positive, buone come il cuore di chi ha deciso di mettersi in gioco senza filtri e senza pretese, convinto che la fiducia abbia la meglio sulla disperazione quando il fine è nobile e prezioso. Il 23 ottobre del 2011 Marco Simoncelli, pilota tra i più impetuosi e talentuosi della MotoGp, rimane vittima di un incidente sulla pista di Sepang, in Malesia. Una scivolata, l'urto con gli altri piloti, la fine. Il Sic c'era e non c'è più.

Ha pianto il mondo intero per lui. Per quel ragazzo di 24 anni dalla risata guascona e dai capelli carichi di ricci e idee. Inutile raccontarsi storie: un colpo così spezza le gambe e toglie la parola. Maledici l'esistenza e vai in battaglia contro l'impossibile. Per giorni, settimane. Poi, lenta e difficile, eppure necessaria, è cominciata la risalita. Che la famiglia di Simoncelli ha intrapreso con un piglio che meritava sostegno e condivisione, perché il coraggio, si sa, è roba da persone vere. Finché non è arrivata l'idea, bellissima perché ricca di prospettive e pregevolissime intenzioni: dare vita a una fondazione che prendesse forza dagli ideali di Marco per fare del bene ai meno fortunati. Il Sic non c'era più, ma continuava a suggerire cose buone.

Da allora, la corsa contro il tempo non si è mai fermata. La Fondazione Simoncelli ha dato forma a iniziative, progetti e intenzioni che hanno fatto il giro del pianeta, raccogliendo l'adesione di migliaia di persone. Parlando di numeri, a oggi vale circa 235 mila euro l'impegno dei tantissimi che hanno contribuito alla causa della onlus. Ne hanno beneficiato centinaia di bambini sia in Italia sia all'estero, accolti e protetti in strutture costruite grazie al denaro delle donazioni. I genitori di Marco, Paolo e Rossella, non hanno mai avuto dubbi circa l'indirizzo da seguire: “Nel segno e nel ricordo di Marco, il nostro sostegno va a favore dei più deboli e svantaggiati”. Una premessa, la loro, che vale come e più di una promessa.

L'ultima iniziativa, nata dalla collaborazione con la casa editrice De Agostini, è il casco in scala 1/5 che il Sic aveva indossato per rendere omaggio alle vittime dello tsunami che si era abbattuto pochi mesi prima della sua scomparsa in numerosi Paesi del Sud Est asiatico. Fa parte della collana “I caschi dei grandi campioni” (nelle precedenti uscite, quelli di Agostini, Biaggi, Rossi, Stoner e tanti altri fuoriclasse delle due ruote), costa 14,99 euro ed è acquistabile soltanto su internet all'indirizzo caschi.deagostinipassion.it. Tutto il ricavato verrà devoluto alla fondazione per la realizzazione di un centro d'accoglienza diurno per ragazzi disabili a Coriano, il paese a due passi da Rimini in cui il Sic è cresciuto e riposa.

Il casco del Sic firmato Agv in vendita sul sito della De Agostini

I meriti e i risultati ottenuti dalla Fondazione Simoncelli vanno bel oltre le attese di chi ha creduto nel progetto dal primo istante. Spiega a panorama.it papà Paolo: “E' avvenuto qualcosa che mai ci saremmo aspettati ed è il calore delle persone che ci riempie ogni giorno il cuore dandoci forza per andare avanti nonostante tutto. Tra i tanti, tantissimi episodi di solidarietà che abbiamo ricevuto in questi tre anni, indimenticabile quello di una signora piuttosto anziana che è venuta in treno fino a Coriano solo per stringerci la mano, ma è altrettanto memorabile quello della giovane impiegata che ogni mese versa 5,80 euro a favore della Fondazione. Non può permettersi di più e noi gliene siamo grati”.

Marco Simoncelli è entrato nel mito degli appassionati di motociclismo. Lo dimostra l'affetto con il quale anche i giovanissimi rispondono alle iniziative della fondazione. “Marco era un campione – spiega papà Paolo - ma ora è una leggenda ed è proprio grazie e attraverso la gente che ce ne siamo resi conto. E’ vero, giovani e giovanissimi sono molto coinvolti e partecipi nelle nostre iniziative: siamo orgogliosi che Marco possa essere un riferimento solido per i ragazzi. Prossimi traguardi? Per ora l’obiettivo è la realizzazione del centro di accoglienza diurno per disabili alle spalle di Coriano. E’ un progetto ambizioso che comporterà molto impegno, ma grazie all’aiuto di tutti, anche questa volta, ce la faremo”. Computer alla mano, tutti pronti per acquistare in rete il casco del Sic e fare felici i bimbi di Coriano. Tra loro, nei piccoli e grandi momenti della loro vita, in un gesto, un sussulto, un'emozione, ci sarà sicuramente anche quel ragazzone dai capelli ricci che parlava lo slang romagnolo e regalava sorrisi a chiunque. Ciao, Marco.

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Dario Pelizzari