Figli di campioni: chi ce l'ha fatta, chi no
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Figli di campioni: chi ce l'ha fatta, chi no

Brooklyn Beckham, primogenito di David, ha firmato un contratto con l'Arsenal. Ecco come è andata agli eredi di Zidane, Simeone, Ince, Bebeto e Maradona

Chi ha avuto modo di vederlo giocare dice che presto, anzi, prestissimo sentiremo parlare di lui nei piani alti del pallone internazionale. Perché possiede un talento straordinario, è fortissimo. Come papà, forse di più. Nell'attesa che il destino si compia e distribuisca meriti e fantasie, ha preso forma la stretta di mano che vale un contratto. Da ieri, Brooklyn Beckham, figlio quindicenne della star planetaria David, ex mammasantissima di Manchester United, Real Madrid, Los Angeles Galaxy, Milan e Psg, è a tutti gli effetti un giocatore dell'Arsenal. Sarà inserito nelle squadre giovanili e chissà, forse un giorno avrà la possibilità di mettere in mostra le sue meraviglie in prima squadra. Arsène Wenger permettendo, si intende. Perché nei Gunners nulla si muove e cambia senza il benestare del tecnico francese, che però ha sempre dimostrato di avere un occhio di riguardo per i giovani di belle speranze. Nella stagione in corso, tanto per parlare delle ultime intuizioni, ha consegnato la maglia da titolare al diciannovenne Calum Chambers, difensore ex Southampton, che lo sta ripagando con prestazioni di tutto rispetto. Come dire, se i numeri ci sono, la carta d'identità non conta. 

Papà fuoriclasse, figli campioni? A volte, succede. E' il caso tutto italiano di Paolo Maldini, che da papà Cesare ha ereditato classe e bottega. Al Milan, Paolo ha alimentato il mito, colorandolo di emozioni e di suggestioni che rimarranno nella memoria dei tifosi rossoneri per gli anni a venire. E potrebbe non essere finita qui. Già, perché i due figli di Paolo, Christian e Daniel, sono in rampa di lancio per entrare nel calcio che conta dalla porta principale. Christian, anni 18, presta servizio nella Primavera del diavolo. Indovinate un po' in che ruolo gioca? Indovinato, terzino sinistro, come il papà.

Paese che vai, promessa che trovi. In Spagna, c'è un certo Enzo Zidane che prova a farsi spazio in uno dei vivai più frequentati dai procuratori di tutto il mondo, quello del Real Madrid. Enzo, l'avrete già capito, è il figlio primogenito diciottenne di Zinedine Zidane, l'ex funambolo galactico che diventò stella con la divisa della Juventus. Nei mesi scorsi, Enzo (in omaggio a Enzo Francescoli, il campione di riferimento del giovane Zinedine) è stato al centro di una polemica scoppiata sull'asse Spagna-Francia. La ragione è presto detta. Dopo numerose partite giocate con le insegne delle rappresentative giovanili spagnole, l'erede di Zizou ha deciso di rispondere sì alla chiamata della Francia per giocare nell'Under 21 dei galletti. Uno sgarbo che a Madrid e dintorni pare abbiano digerito con una certa fatica.

Buone, anzi, buonissime le premesse anche per altri tre figli di ex giocatori illustri che stanno già facendo parlare di sé per meriti propri. E' il caso di Giovanni Simeone, figlio di Diego, condottiero dell'Atletico Madrid straripante degli ultimi anni ed ex asso della Serie A. Nella scorsa stagione è stato aggregato in pianta stabile nella prima squadra del River Plate, con la quale ha giocato 17 partite e segnato 2 gol. “Cholito”, soprannominato così per questione di dna (Diego Simeone è stato battezzato anni fa “El Cholo”), è una punta centrale. Gioca per il gol. E che ne sappia tanto e pure di più in materia di reti è testimoniato dal bottino messo da parte nell'ultima stagione nella Primavera del River: 26 gol in 22 partite. Un percorso da applausi che gli è valso la firma su un contratto di 3 anni con tanto di clausola rescissoria fissata a 15 milioni di euro. Altro che ragazzino alle prime armi. 

Da un ex neroazzurro a un altro. La scorsa estate, Tom Ince, figlio ventiduenne di Paul, centrocampista dell'Inter nelle stagioni 1995-96 e 1996-97, è arrivato a un passo, forse meno, dal vestire la stessa maglia del papà. Nel campionato precedente aveva giocato tra le file del Crystal Palace ed era appetito da numerosi club europei. Poi, la scelta. “Sono lusingato del forte di interesse di diversi grandi club - ha fatto sapere Ince jr - ma dopo lunghe discussioni con la mia famiglia credo che, in questa fase iniziale della mia carriera, abbia bisogno di continuare la mia crescita in Inghilterra”. Detto, fatto. Ha firmato per l'Hull City per continuare la sua avventura in Premier League, ma dopo qualche settimana è passato al Nottingham Forest in Championhip, la Serie B inglese. 

Il campionato italiano non esercita più il fascino di una volta. Tra i tanti no che le squadre di casa nostra hanno dovuto incassare in tempi recenti va segnalato anche quello del centrocampista brasiliano Matheus, figlio di Bebeto, uno dei più grandi attaccanti verdeoro degli ultimi vent'anni. La Juventus aveva messo gli occhi su di lui nel 2013 ed era quasi riuscita a portarlo in Italia. Ma il Flamengo, la squadra nella quale il ragazzo è cresciuto e ha esordito in prima squadra, alzò la posta e lo convinse a prolungare il contratto. Fine dei giochi e arrivederci alla prossima. “Ho sempre detto che avrei lasciato il Flamengo solo se la società si fosse accordata con la Juventus, ma ciò non è accaduto", i titoli di coda sulla trattativa.  

Chi ce l'ha fatta, chi promette tantissimo e forse un giorno ce la farà e chi invece ci ha provato e non c'è riuscito. Almeno per il momento, si intende. Due casi su tutti. Filippo Boniperti, nipote di Giampiero, stella di prima grandezza della storia juventina, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili bianconere con la speranza di ripercorrere le gesta gloriose del nonno, attaccante come lui. Finora non è andata benissimo. Nelle ultime 4 stagioni ha cambiato 7 maglie. Dall'Ascoli al Carpi, dall'Empoli al Parma, dal Crotone al Gorica, fino al Mantova, la sua destinazione attuale, dove per il momento ha giocato soltanto 18 minuti. E cosa dire di Diego Sinagra, figlio riconosciuto (pure se con qualche anno di ritardo) di Diego Armando Maradona? L'avvio è stato ricco di note positive. Prima le giovanili nel Napoli, poi nel Genoa, quindi la chiamata nella rappresentativa dell'Under 17 azzurra. Nella stagione 2004-05 entra nella rosa del Cervia e diventa personaggio noto al grande pubblico con il reality tv “Campioni, il sogno”. Lo allena Ciccio Graziani. Ma anche e soprattutto a causa dei tanti infortuni, la sua carriera non decolla mai e si deve accontentare di giocare nella periferia del grande pallone. Appunto, campioni, il sogno. 

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Dario Pelizzari