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Genova: nuove sperimentazioni al conservatorio Paganini

Nella città che ospita Panorama d'Italia, sbarca la Galata Electroacoustic Orchestra e viene assegnato un premio al musicolo Franco Abbiati

A Genova anche il Conservatorio fa innovazione. Nella città che ospita il tour culturale Panorama d'Italia l’high tech è di casa e la musica non è da meno. Nella sede del Niccolò Paganini si sperimentano suoni e strumenti in una continua ricerca dell’armonia.Tanto che l’Associazione nazionale dei critici di settore ha assegnato il premio speciale 2015, intitolato alla memoria del musicologo Franco Abbiati, proprio a un’opera di musica elettronica creata qui.

Il progetto

“Si è trattato di un progetto di respiro internazionale in collaborazione con istituti di Istanbul e Barcellona nell’ambito del Geo, Galata Electroacoustic Orchestra”, sottolinea Roberto Iovino, direttore del Conservatorio.

Gli studenti e i numeri

Sono 560 gli studenti che ogni giorno varcano il cancello della bellissima villa Borromini. “A Genova c’e’ parecchio interesse per la musica – dice Iovino – purtroppo ogni anno siamo costretti a non ammettere tanti ragazzi. Abbiamo il numero chiuso e i posti sono limitati”.

I musicisti passati dal Conservatorio

Il Conservatorio a Genova è considerato un’eccellenza della città. Nasce nel 1829 come scuola del teatro Carlo Felice e successivamente diventa istituzione autonoma. Tanti i musicisti illustri passati da qui. Cristiano de Andre’, per restare ai giorni nostri. Ma ce n’è uno su tutti: Michele Novaro padre delle note del nostro inno nazionale, Fratelli d’Italia. Di Goffredo Mameli sono le parole. L’attività internazionale è intensa con scambi continui di docenti e tirocini all’estero per gli studenti: “molti allievi hanno poi trovato lavoro in orchestre di altri paesi”.

Gli obiettivi

Ma è la produzione artistica uno degli obiettivi primari del Niccolò Paganini: “Siamo molto legati alla città – afferma Iovino – collaboriamo con i teatri e con le istituzioni con il preciso intento di diffondere la cultura musicale perché il Conservatorio non può essere solo attività didattica. È molto, molto di più”.

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Chiara Raiola