Sanità, perché i medici sono in rivolta contro il decreto "sbagliato"
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Sanità, perché i medici sono in rivolta contro il decreto "sbagliato"

La stretta sugli esami inutili e le sanzioni li trasformerebbero in "funzionari". Così sindacati e associazioni di pazienti si mobilitano verso lo sciopero

Un decreto "sbagliato" contro il quale "è già in atto una mobilitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana". Ad annunciarlo è Costantino Troise, segretario dell'Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti, commentando il decreto in arrivo sulle prestazioni inappropriate.

Associazioni di cittadini e pazienti pronti ad unire le loro forze con i sindacati di medici e sanitari per un obiettivo ben preciso: evitare che il decreto sulle prestazioni inutili annunciato dal Ministero della salute si traduca in realtà. "Contro la prospettiva di un medico trasformato in 'funzionario' è necessario confrontarsi per azioni comuni", commenta all'ANSA Tonino Aceti, portavoce del Tribunale dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva.

Il Ministro Beatrice Lorenzin ha infatti presentato ieri alle sigle sindacali dei medici la bozza di decreto per tagliare gli esami clinici inutili con sanzioni in busta paga per chi ha la prescrizione facile. Ecco, nelle slide che seguono, i punti principali di questa ennesima querelle che rischia di durare a lungo.

Gli esami inutili costano 13 miliardi di euro

Secondo i calcoli del ministero l'eccesso di prestazioni mediche oggetto del decreto costa allo Stato 13 miliardi di euro l'anno, “che potrebbero essere nel tempo redistribuiti dove serve nel Servizio sanitario" ha spiegato questa mattina il Ministro Lorenzin nel corso di una telefonata a Mattino 5. "Non togliamo la risonanza magnetica o la Tac, ma alcune prestazioni, pensiamo all'ortopedia, alle lastre, che si devono fare quando è necessario e non in modo intensivo come a volte accade". Se il decreto fosse approvato così com'è si conta di risparmiare 180 milioni di euro, cifra destinata a crescere nel 2016.

205 prestazioni nel mirino

La lista stilata dal ministero della Salute conta 205 voci sulle 1700 relative alle prestazioni sanitarie oggi in carico alla mutua. Oggetto del giro di vite le prestazioni di specialistica ambulatoriale come estrazione e ricostruzione dei denti, l'applicazione di apparecchi mobili o fissi; esami di radiologia diagnostica come Tac e risonanza magnetica della colonna, degli arti superiori e inferiori, densitometria ossea.  

Cosa si paga e cosa no

L'obiettivo è quello di porre un freno al “consumismo sanitario” a carico dello Stato fatto troppo spesso di prescrizioni facili ed inutili. Ciò significa che per chi è colpito da una particolare patologia, uno specifico test è gratuito mentre per chi non ha fattori di rischio, è obbligatorio il pagamento.

Potrebbe essere inserito un sistema che, in caso di più accertamenti, lascerebbe a carico del servizio sanitario i successivi al primo solo se questo ne giustifica l'importanza per arrivare a disegnare nel modo corretto la diagnosi. O per verificare l’effetto di una terapia.

Se, per esempio, le analisi per misurare il colesterolo o i trigliceridi dovessero essere ripetuti senza che vengano evidenziati allarmi specifici l’accertamento sarà a carico del cittadino. I test genetici saranno rimborsati sono nel caso in cui venga diagnosticata prima una malattia ereditaria. In sostanza tutti gli esami di prevenzione saranno a carico dei cittadini.

L'esame del colesterolo

È inserito tra gli esami di screening sanitario in tutti i soggetti con più di 40 anni e con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità, da ripetere a distanza di 5 anni, così come sono inseriti i test allergologici, i test per valutare la compatibilità in caso di trapianto (tipizzazione genomica), gli esami di dermatologia allergologica. Gli altri pagano.  

Una stretta sulla Tac

È l'esame di cui si abusa di più secondo gli esperti e anche il più nocivo per la salute a causa dell'alta esposizione alle radiazioni. Costano molto al Servizio sanitario nazionale e spesso non servono o potrebbero essere sostituiti da semplici lastre. L'ipotesi presentata dal Ministro introduce dei casi previsi in cui il servizio rimane a carico del servizio sanitario pubblico.

La Tac con contrasto resterà a carico dello Stato solo in caso di tumore manifesto o sospetto ed in caso di complicanze post chirurgiche. Mentre per l'accertamento del tratto cervicale, toracico o lombosacrale resterà rimborsabile solo per una patologia traumatica acuta o complicanze postchirurgiche. Restano mutuabili le Tac a braccia e gambe solo per traumi acuti o valutazione pre-chirurgica.

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Sara Dellabella