Scaramella: "La mia verità su Litvinenko"
Mario Scaramella
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Scaramella: "La mia verità su Litvinenko"

Intervista esclusiva al consulente della commissione Mitrokhin, che nel 2006 usò l’ex agente del Kgb come fonte

Che fine ha fatto Mario Scaramella?

È una situazione complicata dagli eventi dell’ultimo decennio, ma sono sempre al mio posto e visito spesso l’Italia.

Dopo la sentenza della Commissione britannica, presieduta da parte di sir Robert Owen, che ha accusato Vladimir Putin di avere “probabilmente approvato” l'omicidio dell'ex agente del Kgb Alexander Litvinenko, lei si sente riabilitato?

A livello giudiziario lo sono da tempo, politicamente non lo sarò mai. l’Inchiesta inglese ha solo reso pubblici alcuni dettagli del mio lavoro. Certo, l’ affaire Litvinenko resta scottante e la parola d’ordine in Italia è non parlarne affatto, almeno per quel che fu il mio ruolo nella storia.

Sempre nell’inchiesta inglese sulla morte di Litvinenko per avvelenamento con polonio 210, a sorpresa ci sono anche Semion Moghilevich e Evgheny Limarev. Il primo è descritto come "uno dei dieci uomini più ricercati al mondo dalla Fbi”. Il secondo come "ex agente dell’Svr (il servizio estero di sicurezza della Federazione Russa), impiegato al Centro di addestramento di Balashika del Kgb/Svr poi direttore della Nordex". I loro nomi sono stati fatti a porte chiuse?

Sì. Con testimoni protetti da anonimato per ordine del ministero dell’Interno.

Può dire qualcosa di più su questi personaggi?

Moghilevich fu indicato da Litvinenko come un uomo dell’Fsb (i servizi segreti russi, ndr), era già noto per essere il capo della mafia russa. Gli stavano addosso l’Fbi ma anche altre agenzie di sicurezza: gli spagnoli, gli israeliani. E l’Ecpp indagava i suoi traffici di materiale nucleare. Limarev era il figlio del capo dei servizi esteri russi ed aveva collaborato con Moghilevich, con Litvinenko. In effetti era uno degli informatori dell’Ecpp e della Commissione Mitrokhin.

Litvinenko fugge dalla Russia e va in Inghilterra, dove comincia a lavorare con la commissione Mitrokhin (istituita dal nostro Parlamento per svelare le attività dei servizi segreti russi in Italia) e con l'Ecpp. Entrambe le organizzazioni sono riconducibili a lei. L’ex agente dissidente russo poi collabora con Scotland Yard e racconta di essere stato avvelenato da Putin, il 1° novembre del 2006 al Millennium Hotel di Londra con un tè radioattivo. Perché non ci sono altri dettagli nel report inglese?

Sono 300 pagine di rivelazioni su i veri rapporti fra Russia ed Occidente. Ma parte delle audizioni e delle prove sono rimaste segrete quindi il report del giudice Owen ha dei “buchi” sopratutto sul ruolo dell’Ecpp.

È vero che nell’inchiesta alcuni documenti sono stati secretati, ma altri sono stati “sbianchettati”?

Sì, è vero. Molto è rimasto segreto per ordine del ministro degli Interni che a sua volta ha avuto pressioni dal ministero degli Esteri, ma bisogna capire, da noi sarebbe inconcepibile accusare un capo di Stato estero di un omicidio… ma alla fine nelle conclusioni il giudice Owen dichiara di essersi formato un convincimento sulla base anche delle informazioni classificate, bisogna guardare al suo convincimento finale per capire cosa c’e’ nei file “chiusi”.

Chi supportò la sua nomina alla commissione d'inchiesta Mitrokhin?

Fui contattato da un magistrato della Procura di Palermo che avevo conosciuto in un programma ufficiale quando ero a Stanford. Lui divenne consulente della Commissione e mi volle come collega, poi mi fece chiamare dal presidente e fui nominato alla unanimità.

Perché la scelsero?

Ero un giovane ricercatore, gli altri consulenti tutti ex generali, alti magistrati e professoroni, ma già ero titolare dell’Insegnamento di Istituzioni di diritto pubblico alla Seconda Università di Napoli e in America ero considerato sveglio in questioni di sicurezza nazionale e rapporti fra Stati, comunque perché mi scelsero andrebbe chiesto al Giudice Matassa o ai Parlamentari della Commissione.

Il giudice Owen nel suo report nasconde preziose informazioni sui rapporti fra Russia ed Occidente, su personaggi che hanno vissuto in prima linea nella guerra fra spie, come hanno evidenziato le conclusioni dell’inchiesta. Lei viene descritto come "avvocato con molteplici ruoli istituzionali alle spalle", ma in Italia questi suoi titoli accademici sono stati più volte messi in discussione e derisi...

In Italia quando si scoprì che dovevo indagare su i rapporti fra politici e spionaggio russo qualcuno saltò dalla sedia e si dedicò a boicottare il mio lavoro, partendo proprio dalla delegittimazione. Sono soddisfatto che la giustizia inglese si sia dedicata a ricostruire la mia carriera e mi abbia restituito dignità, i miei titoli sono pubblicati sul sito dell’inchiesta, chi ha insinuato non fossero genuini comunque è stato denunciato penalmente e rinviato a giudizio, io ho chiesto risarcimenti civili.

Perché allora, invece che frequentare atenei con codici penali e civili, lei era in zona di guerra con i servizi speciali?

Ho lavorato in Colombia, Iraq, Angola, Congo negli anni in cui questi paesi erano caldi, ma sempre da accademico e da analista.

È vero che lei attualmente lavora in Somalia come consulente per l'antiterrorismo e l'antipirateria marittima?

Sì. Nelle aree zone di guerra servono più il diritto pubblico e una buona dose di ragionevolezza che le armi e i servizi segreti: se io ho accettato impieghi in zone calde non è stato certo per spionaggio ma per portare legalità e testimonianza di valori civili, democratici. In Somalia per esempio io lavoro sulla base di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che ha deciso di affiancare i giudici somali nella lotta alla pirateria ed io sono semplicemente prestato alla Procura generale ed al ministero di Giustizia come esperto.

Con la commissione parlamentare Mitrokhin fu la stessa cosa?

Oggi mi occupo di Somalia, all'epoca mi occupavo di Russia. Mi si chiese di scoprire cose che forse credevano io non potessi scoprire. Quando ho riferito in merito ai politici corrotti, le istituzioni italiane mi hanno scaricato, si lavora meglio all'estero in effetti. Sì, fu una esperienza simile, fui nominato consulente di un organo inquirente e feci indagini per loro sullo spionaggio russo ai danni dell'Italia, con un certo risultato potrei aggiungere.

Quale?

Nell’inchiesta inglese c’è un intero capitolo dedicato alla commissione Mitrokhin. Il giudice Owen è arrivato alle conclusioni che per il lavoro da me svolto Mosca decise di tappare la bocca al mio informatore Litvinenko. Qualche risultato operativo era stato raggiunto non crede?

Perdoni, dottor Scaramella, ma la sua organizzazione Ecpp sembra un fantasma. L'inchiesta inglese svela in parte che lei dava lavoro a Litvinenko per catturare i ricercati della FBI. Accostare la sua organizzazione all’Fbi, pare un po’ ardito e velleitario, non trova?

L'EcppP era un programma intergovernativo, per alcuni anni a guida Usa, studiavamo il crimine ambientale, i traffici di materiale nucleare ed all'epoca alcuni mafiosi russi trafficavano roba pericolosa, Litivinenko era un consulente e aiutò anche la Commissione Mitrokhin, ma queste cose le trova nero su bianco nel report inglese del giudice Owen che ha ricostruito fatti.

Ma come veniva finanziata la sua organizzazione?

Tutto alla luce del sole. Era una organizzazione di diritto pubblico, riceveva finanziamento per i suoi progetti dalle istituzioni finanziarie internazionali quali il Banco Interamericano di Sviluppo, l’Osce ed altri.

Lei dice di avere compiuto indagini che il Parlamento italiano, pur autorizzato ad avvalersi dei servizi segreti e delle forze di polizia, non riusciva ad esperire autonomamente. Lei aveva ai suoi ordini gente come Alexander Litvinenko o Eugeny Limarev, il figlio del capo dei servizi segreti russi e dava la caccia al capo della mafia russa Moghilevich. Aveva uomini della Cia alle sue dipendenze come il famoso Bob Lady, responsabile delle extraordinary renditions, I rapimenti di presunti terroristi. Possibile?

Bob era un amico che quando si è congedato dalla Cia ha collaborato con me e l'Ecpp: non condivido quel che ha fatto con le renditions ma e' roba che non mi riguarda. I miei collaboratori sono sempre gente con forte esperienza alle spalle, per questo assumevo nell'Ecpp anche ex spie russe come Litvinenko e Limarev e tanti altri, erano ben addestrati e preparati! 

È vero che quando arriva in Italia, è scortato dalla Polizia e in Africa fa antipirateria con i Navy Seal, i reparti speciali della marina americana?

Su decisione del ministero dell’Interno la Polizia italiana mi ha scortato per lungo tempo ma non sono più sotto tutela, da quando è iniziata l'inchiesta inglese per l'esattezza, hanno ritenuto non più attuali le minacce della mafia e dello Stato russo. Per il resto lavoro in un teatro operativo, il Sud Ovest della Somalia dove i colleghi hanno per forza un background militare, il Comandante Winter, con cui mi pregio di lavorare, e' stato in passato il Capo dei reparti speciali, ma ora come me e' in Somalia per portare un messaggio di pace e per aiutare a ricostruire le istituzioni pubbliche. Siamo consulenti delle organizzazioni internazionali, nulla di più.      

Con lei Litvinenko parlò della mafia russa e dei soldi del Pcus?

Sì, era esperto di mafia russa, aveva diretto l’Urpo, la divisione contro la criminalità organizzata dei servizi segreti russi, ed anche del Pcus: lui proveniva dal vecchio Kgb.

Fece dei nomi?

Litvinenko ha copiato per me l’intero archivio dell’Urpo. Sono più di diecimila pagine di nomi di mafiosi russi e dei loro contatti, per la politica abbiamo centinaia di pagine di verbali e trascrizioni di interrogatori, i nomi sono molti.

Perché ha lasciato un biglietto dove c’è scritto a matita “Simon Mogilevch -> Putin”. Poi “Zuganov Dercach – Sbu- 2000”. E in fondo “camorra italian mafia”?

È un appunto preso durante una delle riunioni con Litvinenko, si indica il legame fra Moghilevich e Putin in particolare.

Appunti presi da Scaramella e Litvinenko durante una riunione

A chi appartiene quella grafia?

Alcune parole sono scritte da Litvinenko (Moghilevich – Putin, Dercach). Altre annotate da me (Semion, Camorra) sulla base delle sue indicazioni durante un interrogatorio.

Il primo nome è Semen Judkovyč Mohylevyč, il criminale dell’Ucraina, detto Don Semyon, il “capo dei capi” della mafia russa, che ha legami con la Gazprom, il colosso energetico russo?

Sì, Moghilevich ha legami con tutto e tutti, soprattutto se c’entra il gas russo.

E “Camorra italian mafia” che cosa significa?

Sui rapporti fra mafia russa e mafia siciliana aveva indagato Giovanni Falcone. Noi lavoravamo su i rapporti di Moghilevich e la mafia ucraina con la camorra, nei traffici di materiale radioattivo per l’esattezza e per la gestione di antenne di comunicazione.

E chi è Andrey Derkach?

Derkach era il capo dei Servizi ucraini. Era stato registrato mentre parlava col Presidente Kuchma proprio di Moghilevich, uomo di Putin.

Cosa vuol dire “Sbu-2000” accanto ai nomi?  

Lo Sbu è il servizio segreto ucraino, anno 2000. Litvnenko accusò Putin di quell’avvelenamento. Gli esecutori materiali, due ex agenti del servizio segreto russo Fsb, Andrei Lugovoi e Dimitri Kovtun, sono stati processati. Anche se con un “salvacondotto” escogitato a tavolino dalla Duma.

Sul Cremlino sembra pesino altri omicidi eccellenti: quello della giornalista Anna Politkovskaja, del politico e matematico russo Boris Abramovič Berezovskij, dell’oppositore politico di Putin, Boris Nemtsov, dell’avvocato Sergej Magnitskj che stava indagando su giri di soldi russi, su Paul Klebnikov, direttore di Forbes Russia, con inchieste di corruzione russa con cifre da capogiro. Si arriverà alla verità?

Si è già arrivati ad una verità. Ma una condivisa visione su questi affari di Stato non sarà mai possibile. I russi continueranno a negare responsabilità e i loro uomini nei partiti e nei media occidentali gli faranno eco.

Qual è l’anello mancante nel caso Litvinenko?

Ora vuol sapere troppo da un piccolo ricercatore, quel che si poteva dire è scritto nel report del Giudice Owen.

La magistratura britannica con l’esito dell’inchiesta di sir Owen, riaprirà il caso o preferirà evitare il gelo tra David Cameron e Vladimir Putin?

Non è questione di gelo. È che serve la Russia al tavolo dei negoziati per stabilizzare il Medio Oriente e non solo… poi ci sono relazioni economiche per centinaia di miliardi di dollari.

C’è qualche altro Paese che gioca a poker e vince sul Cremlino?

Per la mia esperienza il Cremlino non si fa manipolare da nessuno. Semmai manipola.

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Anna Germoni